Sono divorziato, risposato civilmente (non avevo scelta) e credente. Se potessi, mi risposerei in Chiesa. Se potessi, farei la Comunione. I miei tre figli (nati dal secondo matrimonio, Dio è stato benevolo nonostante il mio status di peccatore…) sono tutti in una scuola Cattolica e negli scout dell’Agesci. Insomma, sono un Cattolico a tutti gli effetti e convinto, praticante con le limitazione dette.
Ma io non ce l’ho con la Chiesa che è molto lenta nel recepire le nuove realtà, come quella dei tanti divorziati e separati che vorrebbero essere considerati come tutti i credenti e che hanno l’unico peccato di non essere stati fortunati in amore al primo colpo, anzi, conto sulla lungimiranza di questo Papa Francesco che mi sembra illuminato.
Io ce l’ho con i cattolici bigotti che criticano, censurano, ma sono dei robot.
Vanno in Chiesa due volta alla settimana, fanno sempre la Comunione, pregano ma… È come se condissero l’insalata.
Li osservo in Chiesa, sono molto riconoscibili: pregano recitando la poesia a memoria, senza capirne il contenuto. Prendono l’Ostia annoiati, come se ci fosse il vuoto nella loro testa. Per loro andare in Chiesa è uno status symbol, non un sentimento e un bisogno.
Però gli dà titolo per criticare, bandire, chiudere, censurare. Vorrei dire a questi falsi credenti che sanno a memoria tutti i Santi del giorno che prego meglio io, e che la mia preghiera sono sicuro sia più ascoltata delle loro nenie mononeuronali.
Quando io prego, e lo faccio spesso, parlo, non recito. Dialogo, chiedo, prometto, mi pento, ringrazio. Ogni lunedì mattina, da anni ormai, cioè da quando è mancata mia madre, che sia tardi o no devio il mio percorso e mi fermo davanti al cimitero di Lambrate, giusto il tempo per un pensiero a mia madre e a mia nonna. E lo faccio alla fine della settimana, per ringraziare.
Prego spesso ascoltando la musica classica, un viatico per raggiungere Dio. Prego prima di dormire. Prego per chi, in questo momento, ha i suoi cari ammalati, o per gli amici in difficoltà.
E Dio, sono sicuro, mi ascolta. Mi ha ascoltato tante volte.
Cari”praticanti” robot, chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Nella miniatura, dopo la morte di re Artù e la fine dei Cavalieri, Lancillotto, grande peccatore, si fa eremita e viene accolto con gioia e carità
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