Uomo che piange non ama
Una volta il pianto era esclusivo appannaggio femminile, tanto che non pochi uomini erano e sono soliti arrabbiarsi perché “quando sei in difficoltà piangi sempre, mi disarmi con le lacrime e tenti di risolverla così”.
Come se il pianto femminile fosse una scorrettezza nel dialogo di coppia mentre, come scopriremo, spesso lo è se usato al maschile.
Peccato che il pianto sia un moto profondo dell’animo femminile, non una debolezza o, come pensano alcuni di noi incapaci di elaborare emozioni sincere e profonde, una mossa strategica.
Oggi il pianto al maschile è sempre più frequente. Piange l’uomo che “non riesce” a decidere fra la moglie e l’amante. Piange l’uomo che ti ha costretta al codice del silenzio forzato perché ha tradito tutte le sue promesse ma vuole tornare con te. Piange il marito scoperto con un’altra dalla moglie per restare a casa, e tu così scopri di colpo che quella che lui descriveva come un’ombra della sua vita conta eccome, conta tanto che lui sceglie lei. Piange l’uomo che parte per le vacanze con lei, perché ti amo troppo ma… piange lo stesso uomo al rientro delle vacanze, dopo non essersi fatto vivo per due settimane neanche con un messaggio, piange per rientrare nel tuo letto.
Lui piange quindi mi ama: quale prova d’amore più sincera e spontanea. Se piange lui mi ama, nonostante tutto, molte di voi mi dicono. Se piange, nonostante quello che fa nella realtà, “in fondo” mi ama.
Lacrime di coccodrillo.
Recita Wikipedia: Il detto trae origine dal mito secondo cui i coccodrilliverserebbero lacrime di pentimento dopo aver ucciso le loro prede o dopo averle divorate. Esistono diverse varianti di questo mito; spesso la credenza è riferita in modo specifico al caso di coccodrilli che divorano prede umane, ma in alcuni casi viene anche riportato che a piangere sarebbe la femmina di coccodrillo che ha appena divorato i propri piccoli.
Ho visto con i miei occhi uomini piangere al telefono con l’amante per rabbonirla e poi dopo due secondi ridere e scherzare con gli amici.
Ho sentito con le mie orecchie di pianti seguiti da chat e richieste di amicizia ad altre donne, un minuto dopo che il coccodrillo aveva digerito il confronto con la partner ignara, che pure, dopo averlo cazziato per qualche peccato reale e fondato, di fronte al pianto si è prodigata a consolarlo.
Ho letto di storie dove lui piange per farsi perdonare dopo avervi tirato uno schiaffo. Ignobile pianto di un violento contro le donne.
Tutti questi imperdonabili piangono per strategia e per ottenere qualcosa. Lacrime false.
Ma ci sono lacrime vere? Sono convinto che certi uomini piangano perché si sentono male, sentono dolore per amore, è successo anche a me.
Fatta la tara ai caratteri piagnoni, quelli che della lacrima fanno un mezzo di comunicazione ordinario (l’amica e collega scrittrice Eliselle parla di uomini col ciclo) come riconoscere lacrime vere da quelle del coccodrillo?
Fatti care amiche, ancora una volta dai fatti.
Quanto vale il pianto di un uomo che vi ha tradito e continua a tradire? Di quello che ha disatteso per l’ennesima volta le sue promesse? Di quello che vi ha mentito spudoratamente su cose molto importanti e continua a mentire?
Nulla. Il pianto non è amore in questi casi, è un’ultima carta che si gioca l’uomo scorretto dentro l’anima per farvi fare quello che vuole lui, ancora una volta.
Diffidate del pianto maschile, se non è seguito da fatti che giustifichino una cosa importante come la lacrima.
Solo l’uomo coccodrillo piange per uno scopo. Gli esseri normali piangono per dolore o per felicità.
Diffidate del pianto facile e mirato: non è amore. L’uomo che ama davvero piange per commozione e felicità perché non deve lasciare o procurare dolore a se o all’amata. L’uomo che ama non piange, si commuove sull’altare con voi e perché gli donate vostro figlio, suo figlio
Sincerely yours
Foto Pixabay
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