Non vi manca nulla, o almeno sembra: eppure lui, alla parola matrimonio, glissa. Diventa vago, guarda nel vuoto, non riesce neanche a dire “parliamone”. Perché?
Io mi sono sposato due volte, non perché sono americano, ma perché credo che non sia il matrimonio che non funzioni, ma le persone. Ma molti miei coetanei maschi, o limitrofi, non la pensano così. Provati fisicamente, moralmente e, spesso, economicamente, dal divorzio (ce ne sono stati tanti nella classe 1961), rabbrividiscono a sentirne parlare, anche se amano la nuova compagna e magari hanno già dei figli con lei.
Io li capisco: a volte sono promesse che ti fai a te stesso, dopo averne passate di tutti i colori, e così dici mai più. Ma l’amore dove lo mettiamo? L’amore vuole sposarsi, vuole suggellare con una enorme festa, agli occhi di tutti, con la vera nuziale, in Chiesa (meglio: a me, purtroppo, la seconda volta è negata, in attesa di tempi di dottrina più elevata e intelligente) la coppia con la C maiuscola.
La prova? Le donne vogliono sposarsi. Una volta era per sistemarsi, ora, tranne alcuni casi limite, sfrondato il Sacramento da ogni allegato non istintivo, è per amore. E loro sono più spontanee e meno cerebralbloccate di noi. Se ami ti sposi. Funziona come il se ami vuoi stare insieme il più possibile. Semplice. Tutte le altre argomentazioni, se , Se ci si ama davvero, sono chiacchiere per prendere tempo, sono paure.
Proprio di recente abbiamo cenato con una bella coppia di amici. Due figli, stanno bene insieme, tutto fila liscio eppure… Lui ha paura di risposarsi. Ripeto, capisco. Ma gli darei una spintarella come amico. Loro si sposeranno, non perché hanno “ormai” dei figli, ma perché si vede che si amano, e sono sicuro che lei, donna forte e amorevole, gli tenderà una mano per fare l’ultimo salto. Questione di… Scommetto non più di due anni.
E poi c’è l’altro mio amico. Sposato, divorziato, refrattario al matrimonio come nessuno, si è innamorato e ha fatto due figli. Lei voleva sposarsi, lui no: hanno fatto un compromesso. Lui è riuscito a superare la claustrofobia che gli procurava il matrimonio sposandosi dall’altro capo del mondo presenti solo i testimoni. Non sarà stata la cerimonia col velo bianco a strascico che tutte le donne sognano ma lei era contenta,e hanno trovato il loro equilibrio.
Ultimo esempio, mia sorella Carlotta. Convivente da una vita con il suo Ferni, decide di colpo, qualche anno fa, di sposarsi. Ora cito lei perché il maschio refrattario in questione al matrimonio sia stata sempre proprio lei, come lo è sempre stata all’idea di mettere al mondo dei figli. Mio cognato, credo, molto meno. Ma da donna pragmatica con forti influssi teutonici (ha sempre parlato il tedesco meglio dell’italiano) Carlotta ha detto: in questo paese dalla civiltà ridotta io come convivente non posso neanche salire sull’ambulanza se lui sta male. E così abbiamo festeggiato. Un modo pragmatico e tecnico di vedere il matrimonio, sotto il quale c’è però una lunga storia d’amore che ha saputo superare flutti perigliosi. Ancora una volta, amore uguale a matrimonio.
Quindi, cari amici maschi renitenti alla cerimonia, il matrimonio funziona come avere un figlio: se vi amate, senza se e senza ma, sposatevi. Inutile fare piani, conti, analizzare vantaggi e svantaggi. Il matrimonio non è ragione, è sentimento. E allora fatevi trascinare da quell’intima pulsione che sentite dentro e che seppellite con le paure del passato e del futuro: si chiama grande passo, ma perché è una scelta d’amore, non l’ergastolo.
Nella foto Rita, la mia seconda e ultima (intesa come definitiva) moglie. Qui siamo a Cortona, 12 anni fa, lei incinta del mio primogenito Nicolò. Fu una festa che durò tre giorni, con l’albergo pieno di amici, la cittadina ricolma di amici e parenti. Mi ricordo quando, a Santa Margherita, un anno prima, dove seguivo un congresso, durante una passeggiata al porto le chiesi: mi vuoi sposare? Ci penso, rispose lei con un sorriso. Fece tre passi in silenzio e poi si voltò dicendomi: ci ho pensato.
Amore, se papa Francesco si sbriga, io ti risposerò. In Chiesa, come piace a me. E a Dio, che sono sicuro ama anche i divorziati che si amano.
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