
Molti uomini, nelle loro scelte, sono dominati dalla convenienza, dalla passione e dalla gelosia. E l’amore? Non è mai figlio della convenienza, quasi mai della passione (se non temporaneamente) e, più spesso, lo è della gelosia che, non a caso, considero spesso il termometro dell’amore stesso, se non eccessiva e anormale.
Scrive una commentatrice: la cosa più amara per me è stato scoprire – grazie a questo blog – quanto il mio ex Lui aderisse banalmente a ogni cliché quando ho creduto per anni che fosse unico, che fossimo unici.
Parto dal commento di una delle mie assidue lettrici per rispondere a una delle domande che mi fate più spesso, e che si lega al titolo di questo post: cosa ci passa per la testa quando dobbiamo prendere una decisione in amore? Perché non lasciamo la moglie per voi dopo anni di matrimonio fallimentare? Perché ci dichiariamo innamorati dell’amante ma la lasciamo o ci facciamo lasciare? Perché, provocata noi la fine di una storia, e sapendo che vi facciamo soffrire, ci facciamo sentire e ci riproviamo? E infine, perché chi di noi vi sceglie davvero dopo mille peripezie lo fa? Che cosa ci domina nelle scelte?
La lettrice ha scoperto una triste verità. Molte di voi si arrovellano sulle nostre dinamiche comportamentali partendo da un errore di base che viene poi alimentato dai nostri atteggiamenti falsi e dalle nostre bugie, dalle maschere che indossiamo.
La triste verità è che gli uomini in amore, soprattutto se è travagliato come quello degli amanti, si comportano in maggioranza, grande maggioranza, in modo uguale o molto simile, ripetendosi nel tempo anche con donne diverse. Su questo si basa la mia epidemiologia di coppia e la mia visione del pensiero al maschile.
Aggiungo che oltre a essere ripetitivi fino alla banalità, ma molto bravi a simulare identità diverse per gabbare la femmina di turno, come dicevo all’inizio molti uomini decidono in base a tre colonne portanti del loro pensiero e comportamento: la convenienza, la passione e la gelosia. La convenienza è sempre presente in tutte le tipologie, con una eccezione che vedremo.
Ecco tre uomini tipo e il loro pensiero, che spero vi farà capire perché fanno certe scelte.
L’uomo convenienza
Quando sono confuso a un certo punto mi fermo e mi faccio sempre la stessa domanda: ma a me cosa conviene? Questa domanda mi ha salvato la vita in tante storie d’amore, passate e presenti. Sono sposato da 10 anni ma il mio matrimonio è finito 5 anni fa, con l’arrivo del mio primo e unico figlio. Mia moglie ha smesso di fare la partner e si è concentrata sul ruolo di madre. Quando al sesto mese di rapporti sessuali vicini allo zero ho conosciuto una donna che non si faceva problemi con il mio status di coniugato l’ho tradita per la prima volta. Superati i primi sensi di colpa, inevitabili per un neofita del tradimento, me la sono goduta alla grande. Facevo il buon padre, mia moglie era contenta perché non rompevo più e facevo un po’ meno bene il marito, ma ufficialmente ero irreprensibile. La storia con la mia prima amante è andata avanti tre mesi di sesso meraviglioso e anche, perché no, amicizia. Poi lei si è innamorata. Ero in crisi. Rinunciare a scopate galattiche o rischiare di trovarmi invischiato in una storia passionale ma a rischio casini inenarrabili? Nel marasma della mia mente è affiorata la domanda salvifica: ma a me cosa conviene? A me non conviene separarmi, mi sono detto. Mi conviene tenermi un’amante, perché soddisfa la parte sessuale che mia moglie non vede più, ma la cosa deve avere un prezzo accettabile. E la mia storia con l’altra rischiava di avere un prezzo troppo alto. Dovevo lasciarla, visto che era chiaro che lei non avrebbe voluto andare avanti come trombamica. Ma come lasciarla? Cosa mi conviene? Per non prendermi le responsabilità di troncare dovevo farmi lasciare. Così ho iniziato ad accampare scuse di superlavoro e a diradare incontri, farli saltare all’ultimo momento, eliminarne la parte sentimentale tipo cene o dormire insieme per farli diventare puramente sessuali, sono arrivato persino a farlo in auto con lei e riaccompagnarla subito a casa, altro che albergo di lusso e cena a lume di candela. Nel giro di tre mesi di questo declino amoroso lei si è stufata e mia ha dato un aut aut. O mi dai più tempo e almeno le attenzioni di una volta o ci fermiamo qui. Era quello che speravo di sentirmi dire. Ho risposto che avrei voluto dare di più ma in quel momento, causa lavoro problemi e la cometa di Halley non potevo. Mi ha lasciato iniziando un black out di presenza e comunicazioni. Era fatta e aveva scelto lei, diciamo aiutata dal mio comportamento evasivo e minimalista in campo presenza e tempo dedicato. Mi ha scritto due volte e ho risposto mi manchi ma ho tanto da fare tanti problemi. Ed è finita. Oggi ho un’altra amante: sono tre mesi che stiamo insieme. Per ora mi conviene. L’ho scelta sposata questa volta, la prima era single e le single sono più problematiche, pretendono di più. Per ora tante risate e tanto sesso, e lei non fa storie o accampa pretese. Ma è presto per tirare le somme e capire quanto mi converrà andare avanti. Il copione dell’essere lasciato è lì bello pronto.
L’uomo passione e convenienza
Sono due anni che sto con Anna, la mia amante. Il problema è che, in vari momenti di passione, le ho promesso di lasciare mia moglie e di fare un figlio con lei. Gliel’ho promesso un mese dopo che ci siamo conosciuti e, mentre glielo dicevo, ci credevo anche. Certo dentro di me sentivo la voce che diceva che cazzo dici lo sai che non lascerai mai la tua famiglia ma quelle maratone sessuali fantastiche mi obnubilavano la mente, volevo farla felice almeno a parole, ottenere di più da lei, più tempo, più sesso. Anna all’inizio era molto coinvolta ma non innamorata, visto che aveva anche un divorzio alle spalle e sa come vanno certe cose. Ma ripetendole il mio amore e le mie promesse per sei mesi, vedendoci sempre di più e stando sempre meglio insieme alla fine ha ceduto, si è innamorata e mi ha detto: ok, mi va bene, molla tutto io ci credo nella nostra coppia. La mia passione si è gelata. La vocina che cazzo stai facendo è riaffiorata e si è unita a una nuova voce, ma ti conviene? Quando poi lei mi ha chiesto di andare a vedere la casa di una sua amica che ci avrebbe affittato appena mi fossi separato come promesso tante volte ho dovuto inventarmi una malattia del figlio piccolo per non andarci. Mi conviene tagliare con lei, mi sono detto. Così ho iniziato ad accampare scuse e a ritardare il nostro incontro settimanale da lei con varie balle. Dopo 10 giorni però non ce la facevo più: la voglia di fare sesso con lei, la passione per il suo corpo e la sua propensione a fare di tutto e di più a letto è stata più forte. Ci siamo visti per quattro ore di intensa passione. Ma mentre stavo vicino a lei, steso nel suo letto dopo ore di passione e kamasutra, mentre gli effetti dell’ultimo orgasmo scemavano e lei mi parlava di amore e futuro insieme, l’angoscia saliva nella mia mente. Non mi conviene rivoluzionare la mia vita per il sesso con lei, e per quanto io abbia una passione con lei non mi conviene proprio. Perderei soldi, tranquillità, dovrei occuparmi a turno dei figli, mentre ora pensa a tutti mia moglie. Una donna ormai addormentata a letto, ma ottima madre e poi la casa al mare, il posto che adoro, è sua. No, mi conviene chiudere adesso, che mi sono tolto la voglia di sesso e ho la calma del periodo refrattario. Mi conviene farmi un’altra amante, dove convogliare la mia passione. Così la mattina dopo le ho scritto su whatsapp che non ce la facevo a lasciare la famiglia. Non vi dico la reazione di disperazione. Voleva vedermi, perche certe cose non si dicono con dei messaggi. Mi conveniva vederla? Sì, perché avevo paura che facesse colpi di testa. Così sono andato a cena con lei. Mi sono difeso dalle accuse di false promesse ammettendo che sono un debole, che ho sottovalutato la situazione economica e quella dei figli, ma mentre parlavamo un solo pensiero mi cresceva in testa: farmela per l’ultima volta. Era lì, arrabbiata e ancora più bella del solito. Non mi conveniva scoparla di nuovo ma la passione mi urlava nella testa “dai, un’ultima volta”. Ed è successo: per quanto arrabbiata e delusa, lei è tornata a letto con me perché è innamorata. L’ho lasciata il giorno dopo con un altro messaggio. Questa volta mi ha risposto lei non farti più vedere e mi ha bloccato dappertutto. Sono passati tre mesi da quel giorno, e io le scrivo tutti i giorni da due settimane usando la mail, l’unico canale aperto che ha lasciato. Cosa voglio? Averla di nuovo come amante. Credo di poterla convincere ad aspettare con la mia separazione, che so bene non arriverà mai. Ma se la convinco a fare l’amante ancora per qualche mese ho sesso di qualità assicurato per un po’. Mi conviene fare così. Non è giusto rompere il suo silenzio? Lo so, ma è più forte di me, sono passionale. La farò soffrire? Sì e me ne dispiace, ma ho troppa voglia di lei. E ieri ha risposto alla mia ultima mail. Mi ha scritto: lasciami stare se mi contatti mi fai male non hai rispetto e pietà? Ho risposto: mi manchi tanto ho bisogno di te soffro anch’io mi sono pentito vediamoci. So che lei è ancora innamorata e mi dirà di sì. Farò sesso con lei. Devo convincerla a fare l’amante ancora per un po’. Quel mi sono pentito credo sarà decisivo, anche se non potrà reggere alla prova dei fatti. Intanto mi conviene prendere tempo con lei. Tempo e sesso.
L’uomo gelosia
La nostra storia di amanti è durata tre anni. Tutti e due sposati con figli abbiamo attraversato tutte le fasi dell’amantato. Il periodo ludico, fatto di fughe al motel e grande sesso. Poi le prime dichiarazioni d’amore, i progetti, il futuro insieme. Lei poi si è separata per me certo ma soprattutto, diceva, per coerenza: il suo matrimonio era già finito quando ci siamo conosciuti. Di fronte alla sua determinazione io ho avuto paura e mi sono tirato indietro. Non posso, le ho detto. Ok, è finita allora, mi ha detto lei, piangendo ma lucida e dignitosa. Una grande donna. Ma avevo realizzato che fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E che lei era più coraggiosa di me. Dopo un mese di black out vengo a sapere da amici comuni che lei ha iniziato a uscire con le amiche, a girare per locali. La gelosia mi prende alla gola. Bella com’è e ora libera non ci metterà molto a essere circondata da mosconi corteggianti e, prima o poi, si concederà a uno. Solo l’idea mi fa impazzire. Cerco di contattarla ma non mi risponde. Vado sotto il suo ufficio e la fermo mentre posteggia. Ti amo le dico. Troppo tardi mi dice lei. Io insisto. Le chiedo un ultimo incontro. Non risponde e va via. La tempesto di messaggi, mail, telefonate chiedendole un ultimo incontro, almeno quello. Dopo dieci giorni di preghiere in ginocchio accetta di venire a cena. Le dichiaro tutto il mio amore e mi risponde: io non so se sono ancora innamorata di te, certo non provo indifferenza, tu sei stato molto importante. Ma mi hai deluso profondamente, e ho molto sofferto. Sono una donna forte e decisa però, altrimenti non mi sarei separata. Ho sofferto ma sto reagendo, tanto che posso reggere questa cena con te. Cosa devo fare le ho chiesto? Il tuo matrimonio come il mio è finito da tempo. Separati, ma non farlo per me, fallo per te. Ma io ti rivoglio le ho urlato in ginocchio! Mi ha guardato, accarezzato e ha detto: quando ti separerai non so se mi troverai. Si è fatta dare un ultimo bacio ed è sparita. Quell’ultimo bacio era la mi ultima e unica speranza. Domani vedo l’avvocato e poi andrò da lei. Ora so che la amo. L’ho scoperto attraverso un sentimento forte come l’amore, la gelosia. Cosa mi conveniva fare non mi importa più.
Tre uomini tre profili diversi.
L’uomo convenienza, spesso seriale (o lo diventa col tempo), tradisce la sua indole da tante cose, anche se si dichiara innamorato di voi. Non fa quasi mai quello che non gli conviene. Notti fuori, rischi troppo elevati di farsi sorprendere con voi, attenzione alle spese quando siete insieme, prima più generose nella fase di conquista poi in calando col tempo. Lui ama quello che gli conviene, non voi. E non cambierà mai.
L’uomo dominato dalla passione è più difficile da individuare ed evitare al nascere della storia, perché è più bravo dell’uomo convenienza a dirvi bugie e a fare l’innamorato quando sa di non esserlo. Quando ha voglia di voi è così travolto dalla passione che vi chiederà di sposarlo e avere sei figli ma, un minuto dopo, ormai soddisfatto, prima o poi rivelerà la sua vera natura. E si trasformerà in uomo convenienza. L’uomo passionale è come quello che entra al supermercato prima di pranzo: comprerebbe tutto. Provate a portarlo allo stesso super a pancia piena: guarderà il frigo dei gelati con una smorfia. Non sempre la passione maschile si trasforma in amore, la vostra sì.
L’uomo geloso è dominato da un sentimento spesso sincero e meno risolvibile facilmente o manipolabile come quello della passione fisica. Chi è geloso ama, almeno un po’. Certo, ci sono anche quelli che sono gelosi perché hanno un senso del possesso molto forte. Sono quelli che una volta che vi siete lasciati vi fanno scenate perché uscite di nuovo in compagnia, ma can che abbaia non morde. Magari corrono anche da voi per evitare che finiate a letto con un chiodo ma poi torna tutto come prima. E lui non porta fatti nuovi, è gelosia a parole. Se invece la gelosia è solo la punta dell’iceberg dell’amore e gli serve per capire finalmente che vi ama, ecco allora l’ufficiale e il gentiluomo. Sono pochi ma buoni
Sincerely yours
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