
Ti amo ma devo lasciarti andare, devo lasciarti libera proprio perché ti voglio bene
Questa è la tipica frase dell’uomo impegnato che vi dichiara amore, vi ha promesso un futuro insieme ma questo futuro non ha mai una data o, se ce l’ha, c’è sempre qualche impedimento che la rimanda ad altra data da destinarsi.
Adesso non posso. Non posso neanche quantificare il tempo necessario per sistemare i figli (che però non hanno impedito anni di trombate clandestine). Lei ha una dipendenza affettiva, devo prima risolvere i suoi guai (e la tua “dipendenza affettiva” non conta?). La situazione economica è quella che è, devo aspettare che la borsa vada in plusvalenza (intanto fare il separato in casa ufficiale? Eh no, dovrei farla arrabbiare…). Non ti basta il mio amore? Non possiamo continuare vivendo giorno per giorno? Perché devi rovinare tutto incaponendoti sul dettaglio che non ce la fai (magari dopo tre anni) a fare ancora l’amante?
Sono solo alcune delle frasi che vi sentite dire da lui quando presentate il conto, quando cioè gli dite che un altro Natale, un altro lockdown o altre feste comandate così, da sola, in attesa del suo messaggio di Capodanno “sono qui ma vorrei essere lì” non siete più in grado di digerirli.
Un conto che arriva spesso dopo precedenti prove di Codice del silenzio, fallite di fronte ai suoi ritorni con promesse di “grandi cambiamenti” che non arrivano mai. Questo è anche il momento in cui, di solito, iniziate un percorso di counseling con me per dare una svolta definitiva alla vicenda.
Di fronte alla vostra forte volontà di non proseguire nella Schiavitù dell’attesa lui indossa il costume dell’altruismo: “ti capisco”, dice di solito: “ti amo così tanto, ti voglio così bene che devo lasciarti andare, devi farti la tua vita senza aspettare me. Io arriverò, non so quando ma arriverò. Forse. Prima devo risolvere la fame nel mondo
Non fate l’errore di leggere, in questo falso altruismo, un amore contrastato, un buonismo eccessivo verso la famiglia, una debolezza di fondo.
Lui non è altruista e non vi ama (o, se preferite, non vi ama abbastanza): di fatto vi ha lasciato, facendosi però vigliaccamente lasciare.
Dire “Fatti la tua vita” è contronatura. Quale uomo, veramente innamorato, vi lascerebbe, anche per soli pochi mesi, in balia del dolore, della disillusione, della solitudine?
Quale vero innamorato rischierebbe, anche solo per una manciata di settimane, la vostra delusione, che è quella che porta (per fortuna, è solo questione di tempo e di aiuto) a non ricordare più il dottor Jeckyll che vi ha fatto innamorare, ma solo il Mister Hyde che vi ha fatto sputare lacrime e sangue? La delusione che vi porterà a tirarlo giù da quel piedistallo dove si era posto e lo avevate posto, per chiedervi: “ma io un uomo così, anche se tornasse, lo vorrei al mio fianco per il resto della mia vita?”.
Quale vero innamorato rischierebbe il vostro incontro con un altro uomo? Quale innamorato digerirebbe solo il pensiero di voi nuda che fate i giri di giostra con un altro? Nessuno che ami veramente. E il pensare “tanto è ancora innamorata non andrà con nessuno” o “la lascio sbollire poi torno all’attacco” è sì il tipico pensiero dell’uomo medio, ma non ha nulla di amorevole e di altruistico: è la prova provata che lui, di fatto, lascia ma finché non cambia idea, come ha fatto in passato. Solo che non è l’amore che parla se torna senza avere novità, è il pisello.
E quale vero innamorato, una volta chiusa la storia da voi per esaurimento totale (nervoso, di pazienza e di speranza) invece di disperarsi (se non a parole) tirerebbe un respiro di sollievo, della serie “finalmente mi sono tolto dalle palle questa zavorra rompiscatole“, o “il rapporto qualità prezzo era diventato troppo a favore del prezzo da pagare“, o “finalmente sono finite bugie, sensi di colpa e scenate telefoniche”? Nessun innamorato vero. Eppure tutti questi finti altruisti stanno meglio dopo che voi avete preso la decisione di chiudere. Tutti. Non perché il loro matrimonio decotto sia ridecollato grazie a questa vostra mossa (anzi, spesso sta in piedi grazie a voi amante stampella), ma perché eravate diventate zavorra.
Non a caso, dietro a non pochi “ti lascio andare perché ti amo” c’è stata tutta una strategia per tirarvi così sceme fino al punto da lasciare voi, perché l’uomo altruista non è abbastanza altruista da prendere lui la decisione, a proposito di “voler bene”. Per lasciare ci vuole coraggio e vero altruismo.
Occhio a un altro classico tema del finto altruista: rimaniamo amici, dopo tutto quello che c’è stato tra noi. A parte che in molti casi è solo un’altra dichiarazione di intenti e presto, se voi non gli servite più, sparirà anche come “amico”, anche in questo caso mente sapendo di mentire perché l’amicizia fra ex, in una storia dove uno ha subito e l’altro preso e chiusa per sfinimento è impossibile.
Rimaniamo amici è l’ennesima vigliaccata propedeutica a un suo possibile ritorno o per addolcirvi la pillola amarissima dell’abbandono di fatto (non importa chi prende la decisione finale), non per fare l’ufficiale e gentiluomo (anche se due su dieci lo fanno veramente, ma non sono finti altruisti e lo fanno nel giro di tre mesi), ma per farvi ricominciare a fare l’amante, e lo farà quando il suo testosterone raggiungerà un picco, o quando non avrà trovato una sostituta e la minestra riscaldata di famiglia sarà ridiventata rancida, o quando avrà bisogno di quella tanto brava psicologa gratis, consulente del lavoro o discarica emotiva. Un ritorno annunciato da orbiting e messaggi del lattaio del tipo “come stai”…
In questi casi occorre fare un Codice del silenzio assistito da un esperto, councelor o psicoterapeuta o tutti e due scegliete voi. Non importa se “avete già provato”: il fai da te non sempre funziona, quando si è innamorate (e voi, a differenza di lui, lo siete al 100%). Il percorso assistito è radicalmente diverso: oltre a essere su misura, vi garantisce la “non solitudine”. Avere un esperto a portata di mano (anche di messaggio), oltre a farvi fare le mosse giuste lungo un percorso che spesso non solo deve risolvere l’assenza di lui ma anche la gestione di un matrimonio a fondo corsa, vuol dire non essere più sole.
Anche gli amici, così preziosi come appoggio, non bastano. A parte quelli che giudicano (te lo avevo detto che andare con uno sposato finiva così… E vabbè, ora ci sono dentro, che faccio?), anche quelli che ascoltano non possono dirvi altro oltre a quello che sapete già, e ricelebrare con loro il funerale dell’ex tutte le volte a un certo punto non funziona neanche più da sfogo, ma fa male (leggi qui). Ci vuole il Codice del silenzio assistito, per passare anche alla costruzione del vostro nuovo mondo emotivo e sentimentale, senza di lui.
Farà l’ufficiale e gentiluomo? Benissimo, ma ci vogliono fatti veri, come essere fuori di casa o aver avviato la separazione con un avvocato. Se lo farà per tempo e in modo fattuale e convincente vi troverà ancora innamorate. Altrimenti sarà troppo tardi, e voi sarete troppo avanti sul Ponte della vostra nuova vita (leggi qui).
Care amiche, dell’altruismo di chi dice di amare ma di fatto lascia andare non ce ne facciamo nulla. D’altronde, amare è una cosa semplice: basta chiedervi che cosa sentite voi e vorreste fare voi, e poi paragonarlo a quello che fa lui (attenzione: non a quello che dice, ma a quello che fa!) per capire la differenza fra il vero amore e quello millantato.
Coraggio e animo, non perdete più tempo accumulando dolore!
Sincerely yours
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