Il suo grado di sentimento per te si misura anche da come ti chiama. Ma non vale solo per te, vale anche per lei, l’altra, la moglie.
Me lo avete fatto notare voi lettrici e chi, soprattutto, commenta spesso e volentieri, quella che io ormai chiamo la community di #acasadiAle, il vezzeggiativo che usate per descrivere questo blog e che esprime tutta la confidenza e l’empatia che siamo riusciti a creare in questo luogo di confronto.
In effetti, se ci fate caso, in qualsiasi coppia, amanti o meno, il nome che usiamo per chiamarci fornisce in qualche modo lo stato emotivo di quel momento ma, aggiungo io, spesso anche dell’andamento del rapporto di coppia.
Eclatante l’esempio dell’uomo che parla della moglie alla propria amante.
COME CHIAMA LA MOGLIE
Lui la chiama Lei. L’obiettivo è rappresentare la moglie come un’entità esistente (per forza) ma agli occhi dell’amante quasi impalpabile, un fantasma. Lei poi ha detto, ha fatto… rendere la propria moglie impersonale significa renderla meno fastidiosa per l’amante, la quale vuole spesso sapere della rivale, ma non troppo e, soprattutto, non si aspetta descrizioni da coppia felice. E infatti l’uomo che usa Lei per la moglie è di solito nella fase in cui l’amante risulta ancora vincente, ha tutte le sue attenzioni. La moglie, nelle conversazioni, non deve dare fastidio. Non a caso, sempre in questa fase, lui non dice “siamo andati al mare” ma “sono andato al mare”, quasi fosse single, mentre tu sai che si sono tutti trasferiti, cane e gatto compresi, nella seconda casa, come quasi tutti i weekend in cui tu lo aspetti.
Lui inizia a chiamarla “mia moglie”. Ahia, iniziano i tempi duri per l’amante. È riapparso, rientrando dalla finestra, lo status di moglie, il termine legale che indica chi è la vera titolare, chi rimane sul podio al numero uno. Il messaggio recondito per l’amante e che quella che ieri era solo “lei” ora è LA moglie, una e indissolubile. Non importa se fino al giorno prima ne ha dette di cotte e di crude su di lei (occhio agli uomini che sputano nel piatto dove hanno mangiato, domani toccherà a voi; sono come quelli che parlano male di tutti con te. Appena te ne vai parleranno male di te con altri). Mia moglie: cara amante, ti ricordo che sono sposato, ho un vincolo. Fino a ieri, fra risate e scopate sembrava non esserci, adesso viene sottolineato. È l’inizio del declino del rapporto fra amanti, lui sta già facendo la sua scelta. O meglio, l’ha sempre fatta, ma tu stai perdendo terreno. Forse perché siete insieme da tempo ormai, forse solo perché si sta stufando, forse perché dopo che lui ha dichiarato tutto il suo amore per voi sognando una vita insieme neanche tanto lontana voi, credendoci, gliene parlate, fate programmi… Eh no, parole sì, fatti no! C’è mia moglie.
Sai, ieri Carla… Dopo il mia moglie lui inizia a usare il nome di battesimo di lei. È questo spesso il preludio a un ritorno all’ovile. È iniziata la procedura di distacco. Mentre i Mia moglie e Carla o come si chiama si susseguono nelle conversazioni fra di voi, lui ha iniziato a vedervi di meno, chiamarvi di meno, far saltare appuntamenti all’ultimo momento con scuse da liceali (ho bucato, è morta la nonna della moglie di mio cugino di quinto grado non posso mancare, piove), telefonarvi di meno, messaggiarvi di meno. Fra un bidone e l’altro, il lavoro, i problemi e le malattie dei figli (soprattutto quello di 30 anni che gioca a rugby e pesa 110 kg, è così fragile) avrà sempre meno tempo per voi. Vuole che arriviate a lasciarlo per disperazione, stanchezza, inedia. Se lo metterete con le spalle al muro vi lascerà lui: ti amo Ma non posso abbandonare Carla.
Con l’amante la regola del come ti chiama è al contrario
Lui ti chiama trottolino, cipollina, farfallina, nuvoletta, ina…
I vezzeggiativi sono la fase intermedia del periodo ludico avanzato (quei primi mesi in cui si scopa tanto, si ride tanto, ci si diverte tanto senza pensieri, a meno che lui non sia al primo tradimento e quindi alle prese con pallosissimi sensi di colpa). Patatina topolino preludono alla parola amore: il suo sentimento sta cambiando. Da scoparti e basta a scoparti e migliore amica confidente psicologa gratis pensiero prioritario. Ciò non vuol dire che lui ti ami davvero, non potrà essere vero neanche se e quando ti dirà ti amo perché purtroppo, come ormai sapete se siete abituali di questa community #acasadiAle, molti ti amo in realtà poi si riveleranno ti amo Ma.
Lui ti chiama Amore
Dovrebbe essere il coronamento del percorso degli amanti. Dopo tanto sesso il sesso prosegue ma i sentimenti vengono dichiarati. Di solito è la fase fra il sesto mese e l’anno, quella in cui si fanno progetti di vita in comune. In nove casi su dieci lei è sincera e lui entusiasta. Dicesi entusiasta l’uomo che, se non è un seriale o bugiardo patentato, dentro di se sa che non ti ama davvero però… quasi. Tale è il suo entusiasmo (e soprattutto la sua libidine) per te che anche lui favoleggia e si crogiola in un mondo fantastico del futuro anche se la moglie c’è sempre (in questo periodo la chiama lei, come detto). È la fase in cui lui vi frega, perché sembra davvero innamorato. Tante parole, ma tutte al futuro: faremo, andremo, compreremo, costruiremo, persino procreeremo (la promessa più squallida se non vera). Sarebbe questo il momento per voi di dirgli fatti, non parole. Purtroppo molte di voi vogliono godersi il sogno così com’è. Lo trovo umano, giusto, non siete stupide, siete innamorate e lui vi sussurra cose meravigliose prima, durante e dopo il coito. Auguri…
Lui ti chiama col nome abbreviato
La parola amore viene sostituita progressivamente da Roby, Susy, Titti… Una sorta di figlio minore del vezzeggiativo dell’inizio. Il rapporto è sceso di categoria: non sei più amore (te lo dice solo se tu gli dici: non mi chiami più amore? Certo! Dunque Patty ti dicevo che domani non posso perché “ciò judo”), non sei neanche la mia patatina, se diventata un’abbreviazione. Perché il rapporto si sta “abbreviando”. I primi suoi bidoni, magari già due vacanze comandate lontani per la famiglia, i primi veri litigi. Lo show down è cominciato.
Alessandra
È la fine. Esattamente al contrario del significato dell’uso del nome di battesimo per la moglie, tale uso per l’amante decreta l’avvicinarsi a breve della fine del rapporto. Manca solo che ti chiami per cognome, come alle medie, e il gioco è fatto. È l’ultima fase, quella in cui o lui ti lascia (pochi coraggiosi) o fa in modo di farsi lasciare, e tu devi decidere per il Codice del silenzio. Chiamandoti per nome, vuole allontanarsi da te. I giochi sono alla fine.
Quando ritornano da te
Quasi tutti gli uomini che si fanno lasciare (meno quelli che vi lasciano, o meglio, tornano anche loro in maggioranza ma ci mettono molto più tempo perché devono ricucire con la moglie) ritornano. Con la scusa del come stai?, sai che voglio il tuo bene, restiamo amici e altre balle. Vogliono scopare, hanno visto che a casa non c’è trippa per gatti, non lasceranno comunque la moglie (salvo una minoranza dotata di carta bollata) ma stanno mettendo in atto una manovra di avvicinamento per farvi fare di nuovo l’amante almeno per un po’ (alla peggio ci scappa una scopatona d’addio). Useranno la filiera al contrario. Prima Anna. Reagite senza decapitarli? Anny. Vi scappa un sorriso? Patatina. Ricambiate con una moina? Ma amore lo sai che ti amo sempre! Il trappolone è già scattato.
Amiche del blog e di #acasadiAle che mi avete ispirato questo post grazie! Commentate qui e aggiungete la vostra esperienza. Ne parleremo anche all’incontro che sto preparando a Milano per giugno o giù di lì. Avrete presto notizie!
Sincerely yours
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