L’argomento non è nuovo, ma non tramonta mai. Sui social, ma anche sui giornali, periodicamente salta fuori. Perché? Semplice curiosità, voyerismo o c’è qualcosa di più? Molti diranno: sono le solite cose, più sono pruriginose più si leggono, negando di averle lette. Oppure, deridendo chi le fa, o bollando gli scambisti come maniaci, se va bene, o malati di sesso, se va male.
Ma a me non interessano i risvolti pruriginosi della cosa, a me interessano i cambiamenti sociali nella coppia, veri o presunti tali. In particolare, mi ha colpito, sul tema scambio di coppia, la testimonianza di una lei in un articolo su internet che ha descritto la cosa come la più naturale del mondo, anzi, rafforzativa del legame. Un accordo fra un lui e una lei che fanno di questa pratica sessuale un booster della coppia stessa, che ne risulta più forte, più felice, dinamica, appagata.
Il sorrisetto malizioso apparirà già su molti volti e chi è senza peccato di critica facile scagli la prima pietra, me compreso.
Il punto è: mai come in questo periodo un comportamento bollato fino a ieri come malcostume, di nicchia e per maniaci del genere, viene presentato da non poche testimonianze, dirette o riportate anche da colleghi e scrittori, come un fenomeno in ascesa, con numeri importanti e come nuova realtà di coppia. La prova? Il numero di iscritti ai siti dedicati e i frequentatori di club privè, come li chiamano, che sono sorti come funghi.
Declino del buongusto e dei costumi sessuali, dirà qualcuno. MMMmmm la tentazione di bollare la cosa, per noi etero tradizionalisti, come “porcate per adepti” è ancora una volta, come una volta, forte. Ma le mie fonti, troppe e in crescita, mi mandano messaggi diversi: qui sta cambiando qualcosa nel modo di gestire il sesso della coppia.
Su questo blog ne ho parlato diverse volte: si dibatte di coppia aperta, di zoccola etica, di scambi, di varie riesumate dagli archivi della sessualità nella storia dopo il 68 con una sola modalità; trovare un modo per rendere una coppia perfetta, felice e longeva. Lavorando sul sesso, certo, perché è quello il mastice numero uno del legame. Altrimenti le corna non si conterebbero a milioni, no?
Torniamo agli scambisti. Una delle cose che mi rimproverano gli amici di vedute più ampie sull’argomento è che io, e altri, confondiamo un comportamento del genere come “cura” delle coppie in crisi, alla ricerca disperata di un po’ di pepe da mettere in letti spesso polverosi e impolverati, mentre chi pratica lo scambismo lo definisce una modalità di piacere di una coppia che funziona, non zoppica, anzi, è più forte delle altre proprio perché in grado di vivere il sesso in maniera libera e appagante per lui e lei.
Quindi, pensare che lo scambismo sia una perversione è sbagliato. Ancora di più pensare che sia un modo di rattoppare il sesso scialbo di coppie troppo datate, una sorta di corna pilotate e consenzienti, anzi, condivise. No, assicurano esperti del settore e protagonisti, non è per niente così. Anzi, se una coppia in crisi provasse a praticare lo scambismo per riprendere lo smalto perduto crollerebbe definitivamente. Perché bisogna essere forti e amarsi fortemente per farlo.
Non è facile da capire, lo ammetto: è un po’ come chiedere a un amante delle proteine come me di diventare vegano, capendone anche i principi più complessi.
Una cosa non mi torna però, e vorrei che chi pratica lo scambismo facesse chiarezza. I racconti dei “non scambisti” maschi che conosco e che hanno provato a frequentare i club dedicati sono terrificanti. Descrivono ambienti anche gradevoli, ma con scene difficili da digerire. Ammucchiate, grovigli di corpi, sesso fra vari uno di fianco all’altro tipo sala d’aspetto… In una parola: l’effetto è quello non di provocare eccitazione, ma l’esatto contrario. Troppa carne, troppo forte, troppi uomini che guardano, quasi una macelleria dei sensi. Questo è quello che mi dicono: ci vuole stomaco per andare in quei posti lì.
Io non ci sono mai stato e, devo dirvi, per quanto io sia curioso, queste descrizioni mi hanno tenuto alla larga dall’esperienza. Le inchieste fatte in passato dai miei colleghi in coppia però non erano così crude, sottolineavano la correttezza degli approcci (nessuno fa niente a nessuno che non sia consenziente) ma non rendevano la crudezza delle scene riportate da chi c’è stato e conosco. Testimoni tutt’altro senza esperienza e anche sciupafemmine, quindi attrezzati per scene forti. E invece…
Devo dirvi che questi racconti mi ricordano un po’ l’impressione che ho avuto al mio addio al celibato, celebrato come molti giovani milanesi al mitico Teatrino, con una bellissima scultorea Moana Pozzi che scendeva completamente nuda fra il pubblico. Ecco, il pubblico era fatto da schiere di promessi sposi con claque al seguito come me e aficionados, personaggi che non si mettevano comodi a godersi lo spettacolo sulle poltrone in velluto consunto del vecchio teatro, ma restavano in piedi ai lati del palco per toccare, palpare, “strappare”. Li avevo chiamati gli scarnificatori, perché mi davano l’idea che portassero via brandelli di pelle dalle ragazze scese dal palco. Nessun sorriso, risata, solo bramosia. Ecco, il racconto degli amici dopo il raid al club degli scambisti mi aveva riportato a quelle immagini lontane.
Ma anche in questo caso, a sentire l’altra campana, la realtà non sarebbe così cruda. Anzi. E poi ci sarebbe una bella differenza fra lo scambismo privato, cioè fra coppie che si conoscono attraverso annunci e poi si vedono in privata sede e quelle che invece frequentano i locali. Un abisso. O un upgrade, che segue alla prima fase, dipende dalla “forza” e coibentazione della coppia.
Allora io chiedo a una donna “normale”, una come “noi”, insospettabile, che ogni tanto frequenta con il suo lui questi posti, e che ha praticato lo scambismo in forma privata: qual è la verità? I posti descritti sono così? E cosa porta una coppia a provare quest’esperienza? La parola a lei. Ognuno tragga le sue conclusioni. Senza nascondersi dietro il solito dito dell’emarginazione di certi fenomeni, e me lo dico per primo.
Ecco la testimonianza di Anna
Sono una donna “normale”, come tante, “insospettabile” se ci si aspetta che una donna che vive determinate esperienze non possa essere una moglie innamorata, una madre felice, una persona impegnata e dedita al proprio lavoro.
Eppure, molte delle donne conosciute nei famigerati e criticati “privé” sono esattamente come me. Giovani, meno giovani, impiegate, libere professioniste, casalinghe, madri, nonne, ma tutte accomunate dalla stessa curiosità e dallo stesso desiderio di vivere e condividere intensamente con il proprio partner non solo un progetto di vita ma anche la sfera della sessualità che a volte viene dimenticata tra le bollette da pagare.
Non nego che per alcuni (o forse molti?) possa essere una pratica attraverso la quale si cerca di trovare una cura, un rimedio ad un rapporto che inizia a vacillare, e in cui uno dei due, o entrambi, non prova piu’ lo stesso desiderio verso l’altro. Ed è vero che in questo caso la cura può portare alla conclamazione della malattia piuttosto che alla sua guarigione.
Ma è anche vero che per molte coppie lo scambismo rappresenta un modo di “giocare insieme”, di sperimentare, di partecipare ad a uno “spettacolo” a cui non necessariamente prenderanno parte, ma che comunque si porteranno a casa, tra le lenzuola, per riviverlo nella loro intimità.
Alla base dei diversi approcci, c’è comunque una mentalità aperta e libera, disposta a riscoprire la propria sessualità mettendosi in gioco anche con altre persone.
Si tratta di un gioco, appunto, dove le parti sono stabilite in partenza e dove ci sono regole ben precise da rispettare. Un gioco in cui, per lo meno all’inizio, l’anonimato è d’obbligo e le modalità sono diverse. C’è chi incontra “al buio”, nei privé appunto, senza approcci verbali, e alla ricerca di un’esperienza in cui l’altra coppia è solo “al sevizio” delle proprie fantasie, in cui esistono solo un Lui e una Lei che giocano con bocche, mani, labbra, e sesso delle altre due persone che restano senza volto, complici invisibili dei loro desideri.
C’è invece chi cerca un coinvolgimento non solo fisico ma anche mentale con l’altra coppia. E allora ci si cerca sui siti per scambisti, dove si fa conoscenza in chat, per poi magari passare al telefono e, infine, se si capisce che c’è intesa, ad un incontro (in un casa o in un privé).
Personalmente ho sempre preferito i privé come luoghi di incontro perché, contrariamente a ciò che comunemente si pensa, sono luoghi sicuri e controllati dove le donne non possono girare da sole, dove non circolano soldi e dove nulla accade se non si vuole che accada (insomma, luoghi molto piu’ sicuri delle discoteche che magari frequentano i nostri figli). Ci si va a cena o dopo cena, ad assistere ad uno spettacolo, a ballare, a fare conoscenza, senza pensieri e senza impegno ma con il desiderio comunque di vivere qualcosa di speciale ma “diverso” per ognuno.
In 15 anni di vita insieme io e mio marito abbiamo conosciuto diverse coppie. Abbiamo spesso “giocato” (come si dice in gergo tra scambisti) al buio ma abbiamo anche incontrato e conosciuto coppie con cui abbiamo stabilito, oltre che una grande intesa sessuale, anche un rapporto di amicizia. So che questo a molti potrebbe suonare assurdo, incomprensibile. Ma succede più di quanto si pensi. E tutto ciò non ha nulla a che vedere con la libertà sessuale degli anni settanta.
Sto parlando di coppie solide, innamorate, forti. Coppie che non hanno chiuso il sesso in un cassetto in attesa del momento perfetto, prese dai figli, dal lavoro, dallo stress, dai problemi e dalla stanchezza ma che anzi hanno continuato a vivere la loro sessualità come un qualcosa di stimolante, dinamico, tutto da scoprire, da inventare e da giocare insieme. Il che ha reso ancora più forte e intimo il loro legame. Così è per me e così è per molte altre coppie che ho conosciuto.
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