
Sto tanto su Facebook perché sono sola. Questa frase di un’amica, bella e triste (la frase, ma anche l’amica) mi ha fatto riflettere molto sull’uso che faccio e che facciamo dei Social.
Mi ha fatto riflettere anche sui “rimproveri” che ogni tanto mi prendo da chi mi dice “stai troppo su Facebook”. Io sto su Fb perché sono solo.
O meglio, nel mio caso voglio ritagliarmi uno spazio di solitudine, come se andassi a fare un’ora di tennis, ma molto più comodo e, per me, piacevole, visto che ho un blog personale e adoro scrivere. Mi rilassa, mi viene spontaneo.
Ma torniamo alla mia amica bella e sola. Lei sta su Facebook davvero perché le facciamo compagnia. Tutti noi le facciamo compagnia. Quelli migliori di noi fanno compagnia alla sua intelligenza, quelli più interessati alla sua bellezza.
E credo che ci siano un sacco di persone, single di fatto o di destino (si può essere soli anche da sposati o circondati dai figli) che hanno trovato in Facebook non solo uno svago, una specie di bar dove fare due chiacchiere, ma un vero compagno di vita.
Noi soli di Facebook siamo riconoscibili non solo dalla frequenza con cui stiamo sul social (non siamo dei reclusi, tutti noi abbiamo una vita e delle attività reali), ma dall’importanza che diamo a questo strumento.
Ci viene spontaneo condividere ogni cosa: un pensiero, un film, un piatto. Il mio arguto amico Andrea, per prendere in giro i solitari culinari di Facebook, una volta ha scritto che i piatti si possono mangiare anche senza fotografarli.
Ecco, questi siamo noi. Non siamo “dipendenti” da Facebook, Facebook è il nostro rifugio. Qualcosa ci manca, e quello che ci manca ce lo fornisce FB.
Alla mia bella amica forse manca amore? Non lo so. Tutti coloro che hanno un “buco” di sentimenti usano FB come il cioccolato. Che il buco sia una storia ormai finita, una storia che manca o una storia che traballa, la Comunità di Facebook lenisce la solitudine come una stecca di cioccolato fa dimenticare altre voglie.
Già, questa comunità tanto vituperata (da me per primo, il bannatore), fatta di falsi amici, maniaci sessuali, cucadores incalliti, finti profili spioni, gatte morte, morti di figa, ottenuta la debita tara ha un mondo di persone che ascoltano, capiscono, interagiscono, ti abbracciano, ti confortano. E tu no sei più solo.
Alcuni addirittura trovano l’anima gemella o, semplicemente, una scopata che non facevano bene da un po’.
Ma torniamo agli altri “solitari” di Facebook. Dicevo: ogni profilo del solitario di FB ha un buco da riempire.
Credo che l’invenzione di FB sia rivoluzionaria per due motivi: permette di conoscere uomini e donne come nessun altro strumento simile (gli altri sono tutte copie o cugini venuti dopo) e poi ha portato il Bar dello sport, della politica, del gossip, delle cazzate e delle cose importanti nella casa di chi è veramente solo.
Anche chi vive dei gatti e con i gatti, e quindi autosufficiente in quanto sposato con i gatti, ha l’occasione di postare i suoi gatti ammorbandoci tutti. Così come noi ammorbiamo i nostri debitori, d’altronde. Per esempio con i nostri figli, amen
Scherzi a parte, noi soli non siamo più soli. E, soprattutto, ora non siamo più soli in coda in auto, se la donna che ci sta davanti al ristorante è diventata noiosa, se sono le tre di notte e tutti dormono tranne te, amica di FB, se siamo in un prato o in attesa della visita medica.
Stare tanto su Facebook non è una mania, è un bisogno. È un piacere replicabile quante volte vuoi, dove vuoi
Chiedetevi voi, che non state sempre su Facebook, se siete davvero liberi dalla solitudine o, invece, non vi siete accorti di quanto siete soli e potreste invece stare insieme a noi.
Sincerely yours
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