
Quando le storie di amanti diventano matrimoni paralleli
Ci sono storie di amanti che diventano, nel tempo, dei veri e propri matrimoni paralleli
La mia Epidemiologia di coppia, cioè le statistiche che nascono dalle storie e confessioni dei miei lettori, incociate con altri dati, stimano che nel nostro Paese almeno metà dei matrimoni in crisi (più o meno conclamata) “convive” con un’amante, e che l’amante stampella, cioè quella che permette al matrimonio di resistere nel tempo senza riuscire a metterlo in pericolo (per decisione di entrambi gli amanti o di uno solo, l’altro subisce) è “l’istituzione relazionale parallela” più diffusa, diffusa almeno quanto l’altro “istituto”, il matrimonio azienda, quello dove la coppia non è più coppia ma sta insieme per soldi, figli, parenti, facciata sociale convenienza.
Parliamo di milioni di persone, non di storie clandestine di nicchia.
Ma quali storie amorose di questo tipo si trasformano in matrimoni paralleli?
Per capirlo dobbiamo analizzare innanzitutto le motivazioni base del tradimento.
Per gli uomini le tre motivazioni principali che lo portano a tradire, in ordine di importanza e frequenza, sono la voglia di novità a livello sessuale (non occorre essere dei seriali per provarla, basta avere un coniuge diventato da tempo refrattario al sesso, con interessi sporadici e che non prende mai l’iniziativa a letto), essere incompresi o messi da parte dalla moglie (classico il caso del cosiddetto “partner figliastro”, e cioè quando lui viene trattato come l’ultima ruota del carro e viene dopo i figli) e la noia del matrimonio longevo.
Per le donne le tre motivazioni principali che le portano a tradire, in ordine di importanza e frequenza, sono il disinteresse del partner (da regine diventano ombre per i loro mariti), il bisogno anche fisico di sentirsi donne desiderate (sono lettrici che non hanno una buona sessualità col marito da tempo, o vivono in un matrimonio bianco, o lui ha problemi sessuali che non vuole risolvere, come l’eiaculazione precoce) e la noia, o meglio la voglia di provare di nuovo emozioni.
Si tratta quindi sempre di matrimoni in crisi, evidente o sottaciuta, e in atto da tempo: se il problema è il sesso un uomo di solito non “resiste” in condizioni di carestia più di 6-12 mesi, una donna ha più pazienza, e può resistere senza sesso a due anche e per oltre un anno – due.
In queste condizioni è solo questione di tempo e di occasioni: si apre la cosiddetta finestra verso l’esterno della vita matrimoniale, e quello che era una volta inconcepibile causa innamoramento, felicità o serenità di coppia diventa possibile, dipende solo da chi incontriamo. O andiamo a cercare, visto che social, app e siti permettono di iniziare spesso un tradimento proprio online.
Da qui la nuova coppia di amanti passa il primo periodo, quello che io chiamo di amantato ludico: è il periodo del gioco, della trasgressione, del carpe diem, e dura da 2 a 6 mesi in media.
E qui gli amanti si dividono, almeno inizialmente, in due categorie: gli sposati entrambi che si dicono subito “è un gioco, giochiamo ma senza toccare i rispettivi matrimoni” e gli altri, spesso formati da una persona impegnata e una single, dove il gioco degli amanti si trasforma sempre di più in gioco dei fidanzati, e quindi i sentimenti e il coinvolgimento personale aumentano con i mesi.
Allo scadere delll’amantato ludico, tutti si fanno una fatidica domanda: andiamo avanti o ci fermiamo qui, prima che la cosa ci prenda la mano?
Gli sposati entrambi che si erano detti “patti chiari amicizia lunga”, pur se sempre più coinvolti sentimentalmente nella vicenda (succede soprattutto alle donne, più sensibili alla parte emozionale del rapporto) provano prima a staccarsi per non scivolare dal ludico puro all’amore, ma poi decidono di proseguire, cercando di mantenere però sotto controllo il flusso dei sentimenti. Quindi, niente progetti di vita in comune e freno a mano tirato sui sentimenti, il matrimonio non si tocca. E la cosa, salvo incidenti di perso
Poi ci sono gli amanti non paritari, dove uno è sposato e promette di separarsi un giorno, l’altro single speranzoso che pende dalle sue labbra sognando un futuro come coppia ufficiale insieme.
Ma solo poco più di tre amanti su dieci realizzeranno il sogno. Negli altri casi il tanto criticato matrimonio, seppur tradito o pluritradito rimane in piedi.
Ecco allora la trasformazione, lenta ma inesorabile, della condizione di amantato in matrimonio parallelo.
Gli amanti consenzienti sul fatto di continuare a stare insieme senza toccare gli equilibri interni continueranno a farlo anche per anni ma, non avendo un progetto in comune, la loro storia è destinata a perdere spinta propulsiva e a concludersi di solito dopo qualche anno, con rari casi di amicizia residua disinteressata o, più spesso, con episodi periodici di revival da trombamici.
E gli altri? Nelle coppie di amanti nelle quali uno spera e l’altro promette ciò che non realizzerà mai, fra vari tira e molla la media di durata è di tre anni, entro i quali il perdente capitola e faticosamente chiude la relazione.
Ma almeno un terzo di questi casi, sempre secondo le mie stime, continua per anni a fare l’amante più o meno convinto, con tira e molla che possono durare 5, 9, 15 anni e più.
Sono tutti amantati diventati matrimoni paralleli, dove l’amante diventa una seconda moglie o marito svolgendo tutte le funzioni che il coniuge non si assume ormai da molto tempo.
Non parliamo solo di sessualità, ma molto di supporto psicologico, confidenziale e anche di consulente del lavoro, visto che queste storie nel 70% dei casi nascono proprio sul posto di lavoro.
Funzionano questi matrimoni paralleli? Bene nel caso i ruoli siano chiari e pienamente condivisi (stampella amico a vicenda ma la famiglia non si tocca), spesso con subordinazione/accettazione dolorosa e tossica negli altri casi, quelli dove uno dei due amanti subisce la vita dell’altro, trasformandosi nel migliore dei casi in compagna ombra durante le feste comandate e spesso anche nei weekend (momenti intoccabilmente familiari) e, nel peggiore, in amante part time, quella che raccoglie e vive di briciole, di amplessi della pausa pranzo, vietate trasferte e persino cene fuori, sempre nascosti fra quattro mura domestiche o da motel. Si può anche vivacchiare anni così.
Il matrimonio parallelo è infine una sorta di discarica emotiva. Uno e l’altro, a turno, rovesciano sull’amante recriminazioni, insoddisfazioni, lamentele non solo sul coniuge, ma di tutti i tipi. Oppure, nelle coppie dove uno comanda e l’altro si adegua, la discarica emotiva è unilaterale, l’altro si ascolta poco e male, ma va bene così nella condizione di azzerbinati, o sottoni, come direbbero le generazioni non boomers.
E i coniugi? I due terzi non sanno di avere un partner sedicente separato in casa. Certo la coppia è stanca, routinaria, concentrata su figli e soldi, solida alle occasioni sociali, sotto traccia come affettività e sesso (che sporadicamente c’è, i veri matrimoni bianchi sono un 10/20%, ma 8 uomini su dieci mentono all’amante dicendo che non hanno rapporti con la moglie da anni; i veri matrimoni bianchi sono quelli attuati dalle donne innamorate dell’amante, che queste di che smettono di andare a letto col marito).
Un terzo dei coniugi sa del tradimento o dei tradimenti ma guarda dall’altra parte. Per quieto vivere, per paura della solitudine, per difendere figli e famiglia, perché temono lo scandalo sociale (tantissimi), per convenienza.
Sono spesso donne che hanno sposato in giovane età un uomo che si è rivelato un seriale, e che tollerano quelle che chiamano scappatelle, girandosi dall’altra parte e puntando i piedi solo quando scoprono che l’amante è diventata troppo longeva e pericolosa. Litigano, mettono alla porta il fedifrago per un po’, se lo riprendono con le sue scuse e giuramenti di non farlo mai più, Lo mettono per un po’ in 41 bis (controllo del telefono e degli spostamenti, ripresa coatta della regolarità sessuale come prova provata di rinnovato interesse fisico coniugale), parte lo sfoggio della famiglia felice e unita sui social, come dichiarazione di vittoria sulle corna urbi et orbi, monito a nuove pretendenti, marcatura del territorio per la ex.
Vivono felici così? Vivacchiano, non sono infelici ma neanche felici. Un limbo fatto di rassicurante routine, con punte di comfort zone.
In ogni caso rimangono matrimoni scalcagnati ma longevi e indissolubili. Anche grazie al matrimonio parallelo, la nuova polizza vita dei legami in crisi.
I nostri nonni avevano i casini, che garantivano un tradimento istituzionale a garanzia di intangibilità del matrimonio, noi oggi abbiamo uno o più matrimoni paralleli che puntellano le più lunghe storie coniugali. Almeno fino al ritiro dalle attività fisico ludiche, rigorosamente da chi ci ha sopportato più a lungo e ci dà le migliori garanzie da badante: la moglie uno.
E la moglie due? Solo pochi di noi fanno la rivoluzione. Gli altri vanno di carpe diem, fino alla rottamazione dell’usato.
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