
Bastano iniziali piccoli gesti per ricominciare a rinascere dopo la fine di una storia e attraversare il Ponte che divide il passato dal futuro
Spesso, quando faccio counseling con voi, oltre a dover gestire la chiusura della storia con lui, per me è importante accompagnarvi verso la rinascita, cioè verso un nuovo mondo senza di lui, in attesa o meno che faccia il miracolo di tornare da Ufficiale e gentiluomo.
Non è quindi solo il dramma del dolore acuto che dobbiamo gestire insieme, e cioè far fronte agli effetti sul vostro Dna emotivo del dover affrontare l’ennesimo Codice del silenzio (l’ultimo e decisivo con me), il suo rinnegarvi dopo tante dichiarazioni d’amore perché scoperto dalla moglie e subito diventato zerbino per convenienza (lui dirà spesso che è per i figli, i poveri jolly che non impediscono amantati di lustri ma vengono citati a ogni impedimento) o il “doverlo” lasciare perché vi ha tatto fare il Golgota più volte, ma come guardare a una nuova vita senza di lui
Spesso, in counseling, vi spiego che chiudere con lui definitivamente è come attraversare un ponte. Si lascia la vecchia riva, che rappresenta la vita con lui (fatta di momenti belli ma, verso la fine della storia, di tanti momenti brutti, di sofferenze, di amantati part-time) e ci si incammina, insieme a me, su questo ponte che deve farci attraversare il fiume dei ricordi e della speranza che lui torni, con destinazione l’altra riva.
Il vostro nuovo mondo, quello dove lui sarà solo il passato e avrete davanti il vostro nuovo futuro, carico di speranze e di nuova vita e, spesso, incredibile per voi pensarlo adesso ma è così statisticamente, di nuovi amori, o almeno di nuove storie che vi arricchiranno.
Camminare su questo Ponte è smettere di vivere la Sua vita (non la vostra insieme, che non c’è se non da amante) e iniziare a vivere la vostra
Durante questa traversata, soprattutto nella prima fase dei primi mesi di distacco, sul ponte ci si ferma e ci si gira spesso verso la riva del passato.
Lo si fa col pensiero ma anche con l’orbiting sui suoi social & Co. Lo si fa perché la speranza che lui torni da Ufficiale e gentiluomo è ancora più o meno forte, nonostante i suoi comportamenti da Principe ritrasformatosi in rospo, da dottor Jeckyll trasfiguratosi in Mister Hyde. Lo si fa perché lui lancia messaggi e richiami dalla riva, segnali di orbiting perché, se fosse davvero deciso a separarsi e a costruire con voi un futuro, invece di fare tante dichiarazioni e segnali di fumo salirebbe sul ponte e vi accompagnerebbe lui non sulla riva alle spalle, ma su quella dall’altra parte, per un futuro insieme. E io, in questi casi che sono minoritari ma ci sono (leggete qui) sarei ben felice di “lasciargliela”, la vostra mano.
Come iniziare la traversata del Ponte che vi condurrà alla libertà della vostra nuova vita? Come raggiungere l’altra sponda dove vi attende un Nuovo Mondo tutto vostro, dove lui rimane forse come ricordo ogni tanto dei bei momenti o, alla peggio, se il male che vi ha fatto è soverchiante, un uomo al quale ormai siete indifferenti? Come guardare alla possibilità di innamorarsi di nuovo di un uomo che davvero vi vuole, che davvero vi ama senza se e senza ma?
Il Ponte si attraversa insieme e a piccoli passi. Poi, in modo naturale e grazie al supporto e al tempo gentiluomo, se non si rompe il Codice del silenzio per tornare indietro (il counseling serve innanzitutto a questo) e si prosegue, piano piano e nonostante le difficoltà vi accorgerete che il passetto diventa passo, si fa più lungo, per poi diventare falcata, persino corsa.
Verso l’altra sponda, dove vi aspetta non più la sabbia dove avete tentato di costruire il castello con un uomo che non vi merita o non vi ha saputo meritare, ma un terreno solido e verde, dove potete impilare i primi mattoni della vostra Nuova Vita, del vostro Nuovo Mondo. Guarite ormai dalla malattia acuta dell’amantato senza speranza ma, non di rado, dell’eventuale malattia cronica di un rapporto ormai compromesso, quello che vi ha portato a “cercare altro”.
Come fare questi primi passi per attraversare il Ponte e iniziare a costruire il vostro Nuovo Mondo? Dalle piccole cose, dai piccoli piaceri.
Qui trovate i consigli delle lettrici della community di questo blog, che chiamiamo confidenzialmente #acasadiAle, di come stanno affrontando, nella quotidianità, la loro rinascita.
Io aggiungo qualche suggerimento in più.
Cambia abitudini, iniziando dalle cose facili. Non passare più nei luoghi che ti ricordano lui, non andare a correre nel parco dove correva lui, non frequentare luoghi del vostro passato (anche se sono comodi) e dove lo puoi incontrare. E poi cambiare orari di certe abitudini, fosse anche la sveglia o il momento nel quale vi dedicate a voi stesse. Sono tutte piccole cose che spezzano la routine che contraddistingueva le giornate ad aspettare che lui si facessi vivo.
Frusta il cervello. Anche voi amanti, anche se vi vedevate poco o, a maggior ragione, se vi vedevate tanto, avevate una vostra routine ormai, esattamente come un matrimonio claudicante. Rompetela, dando una mossa al vostro cervello. Qualche anno fa ho intervistato un neuroscenziato che mi ha spiegato come allenare il cervello a reagire alla routine (alleata dei cattivi ricordi). Serviva a stimolare la memoria ma, secondo me, serve anche a reagire per uscire dalla nebbia del tutto uguale che vi fa voltare per nostalgia e inedia-assenza di stimoli verso l’inizio del Ponte, e quindi verso di lui.
E come si fa? Vi è mai capitato di non trovare le chiavi che mettete nel solito posto? All’improvviso vi svegliate dal torpore dei gesti ripetuti senza neanche pensarci e le cercate: dove le avrò messe? Dal disagio di non trovarle subito passerete alla paura (adrenalina uguale a stimolo) di averle perdute. Il cervello vi “frusterà” finché non le avrete trovate. Ora non è che dovete perdere le chiavi ogni giorno (ah ah ah), ma potete riprodurre questo “spezza routine” da voi, in molti modi.
Basta spostare quell’oggetto che stava sempre lì e che ormai non notavate più. Il mio vaso rosso di Venini lo so che sta davanti alla mia poltrona, ormai non lo noto più, anche se è bellissimo. È nella nebbia delle abitudini visive. Ma se lo sposto dalla libreria a un altro mobile il mio cervello prima o poi lo cercherà, lo noterà e si sveglierà, si distrarrà. Cambiare posizione alle cose di casa sembra un niente, ma aiuta a cambiare visuale.
Provate questo piccolo passo: unito a un crescendo rossiniano di taglio di capelli o cambio di colore, nuovo hobby, nuova attività fisica o intellettuale, uscita con gli amici che avevate trascurato per aspettare i suoi messaggi telefonate o visite, è una delle mattonelle del Ponte che vi traghetterà sull’altra sponda emotiva, quella della ripartenza e rinascita.
Usa le mani. Lo dice la saggia Maria Giovanna Luini nella sua La via della cura – 23 passi per superare le prove della vita e ritrovare l’equilibrio, medico psicoterapeuta e preziosa amica. In questa diretta con me spiega perché la scienza dimostra come il lavoro manuale non impedisce di pensare a lui ma permette di farlo con un distacco che diventa terapeutico. Comprate il libro e fate questo esercizio, o uno dei preziosi 23 che suggerisce.
Quattro cose semplici da fare subito, in parallelo al Codice del silenzio e possibilmente (soprattutto se siete già reduci da insuccessi) a un aiuto professionale (counseling, o psicoterapia, o tutti e due): la Matematica del Cuore, e non solo lei, ci dice che le rivoluzioni iniziano con piccoli-grandi passi.
Buona rinascita!
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