
Ci sono delle cose che le donne fanno a letto ma che la maggior parte degli uomini non sopporta. Una minoranza le fa subito, cioè già ai primi incontri, imponendo una selezione crudele e immediata della risorsa femminile.
Altre resistono un po’ ma poi, presa confidenza anche a letto, cadono nell’errore, rendendo il rapporto meno soddisfacente per lui che, alla lunga, andrà per altri lidi.
Infine le long survivor, di solito mogli, che da fidanzate son quasi perfette ma che poi la routine trasforma in travet del sesso come e quando pare a loro.
Ma vediamo quali sono le cose che ci danno più fastidio. I giudizi sono stati raccolti da un consesso-giuria di probi viri fra single impenitenti, divorziati e ammogliati, che hanno raggiunto un consenso a maggioranza sui seguenti punti e profili.
L’urlatrice
Che godiate ci fa un piacere immenso, lo sapete. Non c’è niente di più bello che vedere che stiamo facendo bene, ma non esageriamo. Nel film Porky’s – Questi pazzi pazzi porcelloni! del 1982, troviamo una giovane Kim Cattrall, diventata poi famosa come la Samantona di Sex and the city, che fa la parte di Lassie, chiamata così per i latrati che lancia durante il rapporto (non a caso nella foto viene imbavagliata). Quindi godete godete godete, ma con naturalezza, senza enfatizzare. Nella maggioranza dei casi Tarzan inibisce o, peggio (come racconta qualche mio amico) ci fa scoppiare a ridere e si sa, il riso abbonda sulla bocca degli stolti, ma ammoscia pure. E poi, con la mania-timore che abbiamo noi uomini di incorrere in orgasmi finti, urlare troppo è sospetto. Continuate pure a regalarci appaganti orgasmi simulati, ma fatelo con… discrezione. E’ facile: dimezzare il volume della radio.
La muta
E’ il contrario dell’urlatrice. Non sospira, non parla, nessun gridolino, mai un “sì ancora”. Chiude gli occhi e se la gode, forse, ma in un silenzio assordante. E quando viene? Non è dato sapere. Qualche maschio particolarmente preoccupato si informa, e rimane basito quando lei, con sguardo stupito, risponde: sono venuta tre volte! Ragazza, su un po’ di soddisfazione! Non dico che devi urlare “sono la tua troia” (molto apprezzato dalla maggioranza della giuria che ha votato per questo post), ma non puoi neanche avere il silenziatore. Redimiti con un repertorio tratto da you porn.
Il sacco di patate
Dicesi sacco di patate (copyright di un mio grande amico) donna che scopa preferibilmente supina, braccia lungo i fianchi, gambe molli stese appena divaricate, testa semovibile tipo cagnolino da lunotto posteriore (quelli che si usavano una volta sulle auto e facevano a ogni curva con la testa Sì Sì No No), sguardo fisso un po’ inquietante. Lo so, sembra un esercizio di fitness triste, ma è così che la vediamo. Il suo corpo, giustappunto come un sacco di patate, segue le spinte pelviche di lui con moto ondoso andante e rientrante, fino al gran finale, che dipende dalla natura della donna in oggetto. Se è urlatrice romperà la monotonia del rapporto patata con un latrato repentino e raccapricciante, se è una muta il suo “vengo” sembrerà uno sfrigolio di patate fritte. Redimiti provando lo smorzacandela: sarai costretta a gestire tu il rapporto, imparando un movimento diverso da quello delle maree.
La manovale
Sembra impossibile, ma ci sono donne che sembrano non aver mai preso un pisello in mano. Nonostante un certo numero di partner, la donna manovale crede di avere fra le dita un arnese da bricolage, immune da qualsiasi stretta eccessiva e, soprattutto, con pelle estensibile verso la base fino alla circoncisione senza bisturi. Il risultato di questo sono indicibili dolori pelvici che impediscono il raggiungimento dell’orgasmo e procurano balaniti (infiammazioni del glande, per le non addette ai lavori) da lanciafiamme. Colpa anche di certi maschi, che per fare i diplomatici sopportano masturbazioni medievali o resistono fino a poi spostare la sua gentile mano di ferro in un guanto di velluto da qualche altra parte.
La dolorante
Ahia ahi ahi ahiaaaaa. Ma come, te l’ho appena appoggiato e già urli di dolore. Ma come, sono due ore di preliminari e non sei abbastanza lubrificata? Ci sono donne che il dolore ce l’hanno nella testa, e che sentono male anche se gli mostri le mutande. Non parlo di chi ha seri problemi anatomici e ormonali, ma di quelle che se non fai esattamente quello che a loro piace (sequenza dei preliminari, lunghezza dei preliminari, posizione una preferita) sentono “male”. Sono loro che hanno inventato la cefalea da rapporto e la cistite da luna di miele. Figuriamoci se, dopo grandi e lunghissimi discorsi per convincerla finalmente ad avere un rapporto anale, provate solo a sfiorare la schiena… Il grande maestro Califano, che nel suo libro Calisutra dedica un capitolo a questa arte, fa una doverosa invettiva contro gli uomini che “quello” non se lo sanno conquistare. Ma un conto è avere a che fare con un inesperto, un conto è avere una zona di rispetto psicologica di tre metri e una soglia del dolore da ustione di primo grado. La soluzione? Fai la tara fra quello che non ti piace e quello che temi. Inutile dire ok facciamolo quando sai già che non ti va. Meglio la sincerità che un continuo e ammosciante ahia ahia.
La schizzinosa
Nessun uomo sulla faccia della terra può rinunciare al must del sesso, la fellatio. Una donna che sa come si fa un rapporto orale può anche permettersi di scopare male (non esageriamo, ma è quasi così). E noi capiamo subito se ti piace o ti fa schifo e lo stai facendo con la bocca storta. Meglio non farlo allora, ma perderai cento punti, sappilo. Peggio ancora se lo fai male, oltre che di malavoglia. Peggissimo se non sopporti il gran finale, e arrivi a staccarti nel rush travolgente obbligando lui a sopportare un trauma fisico e termico (repentino passaggio dal caldo al freddo) indimenticabile. No, piuttosto desisti. Non fa per te punto. Meglio saperlo prima, anche se, oggettivamente, la giuria decreta che chi non ama il must preferito dall’uomo è come se partecipasse a una sfilata di intimo vestita da Elisabetta I Tudor, collare compreso. Difficile vincere. E durare.
La routinaria
Dopo i primi tempi di sperimentazione apparentemente felice, la routinaria impone a letto la sua sequenza preferita, a suon di non così, fai così, tocca così, questo no, questo sì. Non sei a letto, sei tornato alle elementari del sesso e non sai perché. Col tempo, la tua donna si è tramutata da felice zoccola a letto e signora in salotto in docente alla Masters e Johnson fra le lenzuola. I preliminari? A, B e C. La posizione? Quella. Le tue fantasie? Non diciamo stupidaggini! I tuoi bisogni? Prima i suoi, poi vedremo. Cara routinaria, ritrova la tua verve di una volta sperimentando variazioni sui temi che ti piacciono, e abbi la buona creanza di dedicare, almeno una tantum, una serata a quello che piace a lui. Forse così la coppia si salverà.
La coccolona
Massaggio prima, e tante coccole e attenzioni dopo. Concluso l’amplesso, anche se ci sono 40 gradi nella stanza, lei vuole starti addosso, parlare in continuazione, e vuole che le accarezzi i capelli, la schiena, la tibia. Non sa, o fa finta di non sapere, che l’uomo medio subisce naturalmente quello che si chiama periodo refrattario, e refrattario, dice il vocabolario, significa “Insensibile, resistente a determinati sentimenti o comportamenti”, non significa “stammi addosso”. L’uomo medio, dopo, vuole dormire e avere il suo spazio. Sì va bene, due minuti di bacini e bacetti, ma poi basta. Sbaglio o ha “lavorato” per un’ora? Se non capisci che è stanco e ha già dato, diventerai presto una rompipalle.
Bene care signore, io e il mio staff abbiamo disegnato, fra ironia e verità, i profili di donna insopportabili a letto. Ora tocca a voi “vendicarvi”. Il mio prossimo post sarà “l’uomo insopportabile a letto”.
Sincerely yours
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