Ero riuscito a non chiamarla per più di 5 giorni, quasi un record in quei lunghi anni fatti di tira e molla con lei. Mi sembrava quasi non mi mancasse più, quando mi chiama, lei. Non penserai di cavartela così vero? Voglio vederti un’ultima volta, una cena sola. Me la devi. Ok.
A cena arriva bellissima, arrabbiata, decisa. Ceniamo in uno dei nostri posti preferiti. Lei è calma e ferma. Io realizzo, in pochi minuti, che è bellissima e che non posso fare a meno di lei. Ci ho provato tante volte, ma non ci riesco.trascende ogni mio controllo.
Mentre ceniamo lei mi dice: lo vedi questo tavolo? Era tutto tuo. Ora, dopo tanta attesa, non me ne frega più niente. O meglio, non posso negare che di questo tavolo tu abbia ancora uno spigolo, ma è solo uno spigolo. Io faccio il figo, ho recuperato tante volte con lei, ma mi rendo conto che qualcosa è cambiato. È scattato qualcosa che le ha fatto perdere la pazienza. Non mi aspetterà più, come ha sempre fatto, non basteranno più le telefonate per tenere la corda tesa fino al mio prossimo ritorno. Sta rientrando nel Mondo, da donna libera di fatto e di mente. Ed è bellissima, non ci metteranno molto a fregarmela.
Con questi pensieri che mi frullano in testa come un tornado, confuso pago il conto, lascio di mancia distrattamente 100mila lire (non che non se le meritassero, però…) e la accompagno a casa. Un ultimo bacio. Meraviglioso, ma che mi atterrisce: sarà davvero l’ultimo?
Il giorno dopo la chiamo. Non mi risponde. È la prima volta che lo fa. Richiamo e richiamo. Niente. Chiamo le sue amiche: mi dicono che non mi vuole parlare, che dice che è davvero finita, ma questa volta per lei.
Scateno spie e messaggeri. Le spie mi dicono che ha ripreso a uscire la sera, mentre quando ci lasciavamo per quei 15-20 giorni nel passato non usciva di casa, aspettava me. Disastro! Se esce vede uomini, aiutooooo!
Partono i fiori. Rose rosse ogni giorno dove lavora. Entro in una gioielleria e le mando un pacchettino con una sola mano, l’altra è rimasta in conto vendita. Niente.
Sono disperato. Mi risponde solo per dirmi grazie per il regalo un attimo esagerato e ne approfitto, mi attacco a quel gioiello come se fosse una lancia di salvataggio. La invito in Costa Azzurra, long weekend con me, a fare tutto quello che ci piace e molto di più, senza nasconderci al mondo, mai più nascosti.
Lei mi dice: parto, vado a Rimini, quando torno non so se verrò. Rimini! Un covo di divertimenti, uomini, discoteche e trombate! Va con una sua amica notoriamente sex and the city spinta. Sono rovinato, mi dico. Tedio fino alla morte tutti gli amici. Vivo incubi in cui lei se ne fa 14 in due sere. Uno zombie!
Lei torna. Cerco di sapere cosa è successo: le notizie sono solo del tipo “si è divertita molto” e io già mi sento cervo più che a primavera quattro stagioni. Manca solo un giorno alla partenza per il nostro weekend e lei non mi ha ancora risposto. Non dormo da cinque notti.
Sabato mattina suona la porta. È lei con la sua valigina: partiamo?. Trasmutazione simultanea da zombie disperato in uomo più felice del mondo ma… Attento! Hai solo tre giorni per riconquistarla, devi provarle che sei cambiato. Non chiederle di Rimini, anche se ti si torcono le budella al solo pensiero… Lo farai a tempo debito.
Partiamo. Il feeling c’è sempre, e sto attento a tutti i suoi desideri senza diventare un lacché artificiale. Albergo meraviglioso su vista mare: il sesso non è cambiato, è 12 decimi. E poi Nizza, Cannes, Roquebrune….
Faccio il miliardario per lei. Brucio tre carte oro in ristoranti e regali, ma no. Non è quello che la colpisce. La colpisce che, finalmente, giriamo mano nella mano, ci baciamo in pubblico, io entro in un ristorante senza la preoccupazione di essere riconosciuto da qualcuno. Sono, finalmente, davvero un uomo libero solo per lei.
Il viaggio si conclude a Verona, dove tutto è iniziato. In Piazza delle Erbe, in giacca e cravatta, mi inginocchio davanti a lei e le chiedo perdono davanti a un milione di giapponesi che mi fotografano. Stranamore fai da te suggella una nuova vita. La nostra.
Da quel giorno è stata solo discesa.
Ps: e Rimini? Al momento giusto ho indagato. Il rischio è stato grosso, un affascinante marpione locale proprietario di discoteche l’aveva assediata non poco. Ma lei lì ha capito che il famoso spigolo era ancora un tavolo. I nostri figli ringraziano.
Foto dell’epoca