
Ho sempre considerato la pausa di riflessione un modo un po’ vigliacchetto dell’anello più forte di una coppia di sganciare l’anello più debole.
Invece di un doloroso ma subitaneo taglio netto, che fa male e fa piangere e fa disperare ma, non lasciando speranza, non la alimenta per molto, troppo tempo, chi non ha il coraggio di usare il bisturi e tagliare il cordone ombelicale dell’altro.
Io credo che il 70% delle pause di riflessione siano così: una scusa per rimandare l’esecuzione dovuta alla mancanza di coraggio di chi la decisione l’ha già presa.
Non a caso io sono un fautore del Codice del silenzio, il no contact assoluto che non ha un termine prefissato, se non quello del tornare con i fatti, dopo una marea di parole a vuoto, ammesso e non concesso che l’altro sia lì ancora ad aspettarti. Altro che stand by e speranza: a mali estremi estremi rimedi. Non a caso il Cds va bene per gli amanti, dove spesso non c’è una parte che vuole mollare, vuole solo prendere tempo e, possibilmente, continuare a farvi fare l’amante. Alle sue condizioni.
Dicevo che il 70% delle pause di riflessione sono licenziamenti mascherati da sospensione. E l’altro 30%? Sono i casi in cui la pausa di riflessione può essere utile.
Prendiamo gli amanti al primo snodo cruciale della loro storia, quello dei primi 6 mesi – un anno. Finito il periodo ludico, dove di scopa e ci si diverte senza un domani, i due si accorgono che la relazione sta diventando importante. A quel punto la domanda classica è: andiamo avanti e stiamo a vedere o interrompiamo adesso che siamo in tempo prima di soffrire troppo?
I maschi, che hanno spesso il cervello posizionato sotto l’ombelico, andrebbero avanti quasi sempre. Le donne, più responsabili, molto meno.
Le coppie più strutturate e mature, allora, si prendono una pausa di riflessione di comune accordo. Si pensa, nella solitudine e senza le interferenze della passione e dell’interazione amorosa quotidiana, se si è davvero disposti, in un futuro non troppo lontano e con un percorso da concordare (quella che io chiamo road map degli amanti), a lasciare il vecchio per il nuovo.
Se sì, finita la pausa di riflessione, si va avanti con un piano preciso e realistico per il futuro. Se no ci si lascia, anche perché il distacco forzato o fa venire una gran fame (non voglia, la fame è di tutto, non solo del corpo, è un bisogno profondo, sistemico, generale: la fame è neurologica, la voglia è pelvica) o fa toccare con mano che, in fondo in fondo, si può benissimo vivere senza di lei o di lui.
Purtroppo, anche nella pausa di riflessione fra amanti gli uomini barano, tornando per voglia (e non per fame) di gran carriera e promettendo la qualunque, poi si vedrà. Se cadete nel tranello, prima o poi i nodi verranno al pettine (ma il prezzo emotivo sarà quadruplicato, dopo l’ennesima truffa) e allora altro che pausa di riflessione, un bel Codice del silenzio blindato!
La pausa di riflessione serve anche in quelle coppie in cui lei, o lui, sono reduci da una lunga storia precedente finita male. Nella normalità sarebbero persone candidate a rimanere sole almeno per un po’ (i maschi meno perché la tenuta senza sesso ha un limite molto inferiore a quella femminile, in genere), per tirare il fiato e staccare dai precedenti dolori o delusioni.
Cupido però è dispettosello: magari disdegna per anni persone libere vogliose di innamorarsi, e invece fa incontrare persone interessanti proprio a chi vorrebbe starsene per conto proprio.
In questi casi, se la coppia si forma, funziona comunque bene all’inizio ma va a due velocità: quello che non ha un passato dark (o lo ha già superato) va al massimo, quello che ha sofferto gira col freno a mano. Paura di soffrire, del futuro, della convivenza di ritorno? Qualunque sia il motore delle sue perplessità metterà in sofferenza l’altro e si arriverà, prima o poi, confronto dopo confronto, alla pausa di riflessione.
In questo caso il primo scoprirà se l’altro aveva tirato troppo la corda e quindi prova sollievo a non averlo più presente e il secondo toccherà con mano se può vivere o no senza l’altro, pronto o non pronto.
Insomma, in tutti quei casi nei quali il legame amoroso è forte ma vissuto in modo problematico, per qualsiasi motivazione, la pausa di riflessione può essere utile e scardinare o la coppia o l’indecisione e i timori per il futuro. O, perlomeno, a ridimensionarli.
C’è un però.
La vera pausa di riflessione deve durare circa un mese, settimana più settimana meno.
Se dura meno il rischio è che l’interruzione sia frutto di fretta eccessiva e mal ponderata o, nel caso si decida di chiudere, sia dettata da panico e paura.
D’altronde, arrivare a due o tre mesi, o superarli, è eutanasia. Molti uomini infatti pensano che sfruttare un silenzio prolungato anestetizzi il dolore della parte debole della coppia che così va a morire per inedia, mancanza di notizie e ritorno. Triste, scorretto e da evitare: meglio lasciare. Niente scuse tipo non ne sono sicuro, ero ancora confuso. Dentro di te lo sai.
Un mese è più che sufficiente per capire quanto è importante l’altro, ed è abbastanza lungo come periodo perché la decisione non sia frutto di attacchi di panico da “mancanza dell’altro” o picchi di nostalgia, tipici delle prime due settimane.
In questo mese, a parte i primi giorni, la voglia di rivedersi, i pensieri sul partner ricorrenti, la voglia fisica e mentale, devono seguire un crescendo che si trasforma dai picchi di angoscia (incubi compresi) dovuti all’astinenza in una costante presa di coscienza che sì, senza di lui e di lei non si può, davvero.
La pausa di riflessione non darà tutte le risposte, ma due fra le più importanti sì: voglio andare avanti e a che condizioni
Così, dopo la pausa di riflessione, la coppia ricomincia a frequentarsi con nuove prospettive e rinnovato vigore, se il confronto è stato trasparente e nessuno ha “barato”. Un reset fondamentale in certi percorsi, che spesso rilancia amori che altrimenti si sarebbero fermati ai primi dubbi, alle prime difficoltà, ai primi timori.
Auguro a tutti coloro che sono in pausa di riflessione di trovare le proprie risposte dal cuore, non dal raziocinio e basta. E a color che ne sono usciti di diventare una coppia migliore e più felice. Sincerely yours
19Commenti