Chi tradisce la sua donna è un infame. Chi tradisce in genere, uomo o donna, è un infame. Questo leggo spesso sui Social, e da qui parte la mia riflessione da condividere con voi
Chi segue il mio blog sa bene che non sono per niente tenero con i colleghi maschi: ne fustigo spesso i costumi, l’egoismo nei confronti delle donne, la superficialità, l’incapacità di tessere rapporti di coppia degni di questo nome ma… Non tutti coloro che scelgono di tradire la propria donna sono degli approfittatori senza scrupoli, bugiardi incalliti, amorali e infami, come qualcuno di voi scrive.
Innanzitutto per tradire bisogna essere in tre. E l’amante, ovvero la donna che decide di andare con un uomo impegnato, non è incapace di intendere e volere, non è (almeno al momento della scelta) una vittima sacrificale accecatadall’amore. No, spesso è una donna che decide. Per vari motivi (sesso, interesse, solitudine?) ma decide. Troppo comodo dipingerla come vittima solo perché donna.
Premesso questo, è vero, ci sono uomini che tradiscono per sport e inclinazione. Non credono nella fedeltà, non riescono a rimanere fedeli a lungo anche quando scelgono una compagna per la vita, in realtà non si innamorano mai. Possono affezionarsi al punto di sposarsi e fare figli, ma non riescono a innamorarsi. Questi “traditori” non possono chiamarsi infami a meno che non si vendano per quelli che non sono (nascondendo per esempio il legame fisso): negli altri casi una donna capisce e sa di che stoffa sono e, se vuole, li evita. Libero arbitrio.
Poi c’è il “traditore” per sopravvivenza.
È di solito un uomo sposato o convivente da molti anni, un ex felicemente sposato. Ama la sua donna ma lei è cambiata.
I figli, la famiglia, i problemi lavorativi ed economici, la routine, gli anni che passano, la stanchezza hanno tramutato la tua donna perfetta in un’altra persona. Non fa più sesso o, comunque, non è più quello di una volta: da passionale e frequente si è fatto sporadico e ripetitivo.
Tu non sei più al centro del suo mondo, come invece lo è lei per te: i figli, la gestione familiare, il lavoro e la TV ormai ti hanno spodestato dal trono di “suo uomo”.
Non ti capisce più, non ti ascolta: era la persona alla quale bastava un’occhiata per sapere di te tutto e oggi non basta una libreria di manuali di istruzioni sull’uso e manutenzione del tuo uomo per ottenere un quinto di quello che otteneva uno sguardo.
Allora, a un certo punto, magari dopo anni, l’uomo inizia a soffocare. L’aria di casa è pesante e lui non respira. Cerca aria fresca per respirare. Vede una finestra. La conosce, l’ha già vista, sa cosa ci passa davanti ma non ha mai avuto bisogno di aprirla.
Adesso, però, ha necessità di aprirla. Si affaccia. E vede, per la prima volta dopo anni, altre donne. Le vede, mentre prima le notava e basta, il tempo di uno sguardo alla loro bellezza.
Sta un po’ alla finestra: l’aria nuova riempie i polmoni e sente che gli fa bene. Prende l’abitudine di aprire quella finestra ogni tanto, soprattutto se a casa le cose peggiorano o hanno picchi di triste grigiore.
Ogni tanto saluta le ragazze che passano. Certe non ricambiano nemmeno il saluto. Altre salutano, ma si vede, che lo fanno per educazione. Poi, un giorno, una si ferma e gli sorride. Vieni giù, gli dice.
Lui scende. Lei è bella, simpatica, allegra… E cerca aria nuova, come lui. O forse solo spensieratezza, un momento di spensieratezza fra i tanti problemi. O magari, come lui, a casa ha un uomo che l’ha dimenticata.
È l’inizio di una vacanza. E forse di una nuova coppia. Di chi è la colpa? Non esistono colpevoli.
E ditemi se quest’uomo è un infame
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