
Il Codice del silenzio (leggi qui) è quella forma assoluta di no contact che suggerisco di adottare a tutte quelle lettrici che, amanti o meno, sono da troppo tempo, a volte anni, alle prese con un uomo che a parole promette l’amore e gli scenari futuri di felicità più fantastici, ma che nella realtà fa soffrire perché sono tutte promesse mancate, bugie, ritrattazioni, finta confusione.
Di fronte a uomini che non decidono neanche di prendersi la responsabilità di lasciarvi l’unica è prendere la decisione voi, appunto adottando il Codice del silenzio, una via dalla quale si può tornare indietro solo se lui torna a Canossa con fatti (separazione, uscita di casa…) e non più parole.
Ho già descritto qui l’altissimo costo del Codice del silenzio. Lo paragono a una sorta di disintossicazione da dipendenza affettiva, con momenti di sofferenza altissimi, interruzioni dolorose (ricominciare il silenzio costa sempre il prezzo iniziale moltiplicato per due) e una lenta progressione fino alla guarigione, che avviene quando lui non è più tutto il vostro mondo, quando anche se è presente sul lavoro diventa trasparente, nonostante i ricordi struggenti ma solo fugaci ricordi. Che diventano flashback, non benzina per vivere.
Dunque il tempo e la stabilità del silenzio sono cruciali in questo percorso di disintossicazione amorosa. Non a caso il no contact che funziona deve essere assoluto. Niente sbirciatine sui suoi social, amiche che vi informano sulla sua vita, quella chat rimasta aperta nella speranza che lui la usi prima o poi, la serata dell’ufficio tutti insieme.
Ma non siete voi a far fallire i primi tentativi di silenzio: è lui.
Il nostro amico, quello che ha scelto la moglie, quello che ha deciso che vi ama troppissimo moltissimo più del mondo ma che se ne resta a casa sua sa benissimo che non vi deve contattare se non per annunciarvi la separazione o l’inizio finalmente dell’iter per costruire davvero, questa volta, una vita con voi.
Sa benissimo che ogni volta che vi contatta vi fa male, interrompe il vostro silenzio e la vostra guarigione. Sa bene che è come se vi ributtasse in fondo al pozzo. Un prezzo alto da pagare per voi, e allora perché lo fa se non è per annunciarvi la grande notizia?
Vediamo le varie tattiche di interruzione del vostro silenzio e che cosa celano.
COME STAI
La più banale e comune delle interruzioni. Lui fa finta di essere preoccupato per voi, magari un po’ lo è ma sono sensi di colpa (basta che pensiate a come siete arrivate al silenzio… vi ha fatto sputare sangue per farsi lasciare? Era confuso? Immobile dopo tanto amore a parole?). Vi ama? No, tasta il terreno. Come stai è il grimaldello per aprire la vostra porta chiusa e reinstaurare un minimo di dialogo. Perché? Perché il suo matrimonio non è migliorato e voi rimanete la sua più grande scopata, amica e psicologa. E si sta chiedendo se potete tornare a fare le stesse cose di una volta, magari con qualche promessa in più ma zero fatti. Se ne parla dopo la riscopata? Evitate di rispondere al come stai: pensare che non sia educato è la vostra scusa per rispondere e alimentare la speranza che lui sia cambiato. Ma vi accorgerete che interrompere il silenzio è come interrompere una dieta: si riprendono tutti i chili con gli interessi.
SOFFRO TROPPO SENZA DI TE
Non cadete nel tranello del “ma allora se soffre mi ama!”. Lui non vi ama abbastanza se resta con la moglie, e non chiamiamolo amore per favore. Il suo grido di dolore è perché ha dovuto rinunciare al gelato per rimanere a casa. Voi siete il gelato e lui è in crisi ipoglicemica. Ma vuole che il gelato sia gratis come prima. Basta gelati gratis: o diventa socio della vostra gelateria o mangi quello del frigo di casa.
RESTIAMO AMICI
Ne ho già scritto qui ma repetita iuvant: impossibile rimanere amici dopo una storia chiusa in modo drammatico fra amanti. Rimanere amici significa per lui avere l’occasione, magari in un apparentemente innocuo incontro di infilarsi nel vostro letto. Nel momento in cui ve lo chiede già pregusta l’attimo in cui gliela ridarete in nome dei tanti bei ricordi, sperando che lui cambi idea. Seppellitelo con una non risposta.
HO VISTO L’AVVOCATO
Da quanti chilometri di distanza? Se a Milano ti prendi un caffè davanti al tribunale ne vedi anche 100. Hai visto l’avvocato e…? Vedere un avvocato e avere le carte della separazione in mano o la copia autentica (occhio… autentica!) dell’accordo preseparazione è diverso da andare informalmente da un legale a chiedere “se mi separo cosa rischio, cosa mi succede?”. Un passo che fanno tutti gli uomini, ma spesso lo fanno non perché vi amano ma per rispondere alla loro eterna domanda cruciale da maschi: cosa mi conviene? Fatti non parole anche dall’avvocato.
HO VISTO UNA CASA
Stessa scusa dell’avvocato. Non basta farsi un giro su internet a guardare i monolocali da separati o entrare in un’agenzia immobiliare per farsi un’idea, ammesso che lui lo faccia davvero. Trovare una casa, ho trovato una casa, non Ho visto una casa. E trovato significa che ha firmato il contratto non che ha visto una roba che potrebbe, che gli piace, che forse. Occhio perché sono scuse classiche per rientrare nelle vostre grazie. Prove non desideri. Se hai una casa torna per invitarmi che forse ci vengo.
HO BISOGNO DI CHIARIRE
Ma come, non avevate chiarito al momento del suo stato di confusione o non decisionale? Non avevate chiarito quando lui ha deciso, di fatto, per la moglie, i figli, la situazione economica? Eh no caro mio, non è che puoi chiarire (che cosa?) dopo che io mi sono fatta pianti per tre mesi e adesso che sto iniziando a uscire, vedere gente e a respirare mi convochi per tastare quanto sono forte a resisterti. E no!
LA SCUSA ECONOMICA
Alcune di voi mi raccontano di avere rapporti di lavoro o commerciali con gli ex amanti. Altre persino di avere dei crediti, perché lui si è fatto prestare dei soldi da voi (rabbrividisco solo al pensiero). Vi deve dei soldi? Ci sono i bonifici, non dovete vedervi. Sono tutte scuse.
SONO MALATO
A parte i casi di malattie serie, non pochi uomini usano la scusa delle malattie per impietosirvi e riottenere una scopata. Gli esami non sono a posto, ho avuto problemi al cuore e il cardiologo mi ha detto di stare attento, ho preso le pastiglie per la depressione. L’appello è alla crocerossina che c’è in voi ma non è il colesterolo alto che gli farà lasciare la moglie o un po’ di tachicardia, e la depressione è una malattia serissima, non ansia e rammarico perché sa che il suo matrimonio non funziona e voi potevate essere la nuova vita che però non ha scelto. I finti malati o i quasi malati fanno i furbi, e di solito guariscono appena ottenuta la rimpatriata. Ah, sono tutte malattie che non impediscono di scopare per due ore di fila o inibiscono l’erezione. Vale anche per “è malata” dalla figlia ai cugini. C’è chi si gioca anche è malata la moglie, ma di solito con l’amamte funziona poco.
LA RIUNIONE DI LAVORO
Se si lavora insieme il codice del silenzio costa doppia fatica, lo sappiamo, anche perché lui non si farà mediamente scrupoli di usare la sua posizione e la contiguità forzata dell’ambiente per tentare una riconciliazione alle sue condizioni. Vi ho già detto che dovete diventare un iceberg professionale ed evitare come la peste non solo le occasioni di stare sola con lui in modo apparentemente innocuo (un caffè? In fondo siamo amici… Perché non andare in mensa insieme una volta?) ma anche quelle collettive, a meno che non siano strettamente necessarie. Quella riunione dove c’è anche lui la potete evitare oppure no? Non nascondetevi dietro la pseudoprofessionalità o “in fondo è solo una riunione”: è la speranza che avvenga il miracolo che vi sussurra all’orecchio, ma l’unico miracolo è la scena finale di Ufficiale e gentiluomo.
L’INCONTRO CON AMICI COMUNI
L’uomo che vuole interrompere il vostro silenzio per sedurvi di nuovo usa anche gli amici comuni, ignari o meno della vostra situazione, per rivedervi. Il teorema maschile è: in fondo siamo stati molto bene, siamo persone adulte e civili, se è finita tra noi ciò non significa che dobbiamo toglierci il saluto o rinunciare a vedere gli amici insieme. Trappolone. Gli amici, quelli che restano e valgono per voi, ve li frequentate voi senza di lui.
CONSIDERAZIONI FINALI
Tutte queste scuse di tutti questi uomini sono strategie che hanno un solo scopo: rivedervi, ritrombarvi e magari ottenere ancora del tempo con voi. Rispondono a Sue esigenze, non alle vostre. A suoi egoistici bisogni fisici e psicologici: lui rivuole la stampella che sorregge il SUO matrimonio e la sua vita. Le vostre esigenze sono prove di cambiamento: non ci sono. Se ci sono devono essere rivoluzionarie, vere e schiaccianti, indiscutibili e indubitabili. Ma uno che ha deciso per voi e molla la moglie non usa sotterfugi, vi chiama e vi dice: sono tuo per sempre. E poi si comporta da uomo libero. Quando è successo a me io non ho tergiversato: l’ho invitata a un lungo weekend e in quei giorni le ho dato tutto quello che un’amante non ha mai, dallo stare palesemente insieme in pubblico a tutto il mio tempo e attenzioni. Ero pronto all’immediata convivenza, era lei che ha aspettato perché giustamente, dopo tante sofferenze, voleva essere sicura.
Vi chiedete: se mi dice che soffre, che non può vivere senza di me, che mi ama vuol dire che forse mi ama veramente, che forse dovrei dargli un’ultima chance… In nove casi su dieci rompere il silenzio significa rivederlo (e questo ha un costo molto alto, soprattutto se è a fondo perduto) e sentirsi ripetere le solite buone intenzioni per il futuro, condite dal tentativo estremo di convincervi di che cosa? Che dovete fare l’amante ancora per un po’, mentre lui, spesso per l’ennesima volta, con calma, inizierà a fare i primi passi per la separazione, passi dei quali molto spesso voi avrete una versione falsa o parziale, perché la maggioranza degli uomini, come mente sul fatto di non avere rapporti con la moglie, mente anche sul fatidico “dobbiamo parlare” con la stessa.
Ricorda: coem dice una lettrice certi uomini amano solo col pene.
Lo so, la speranza è l’ultima a morire, ma se lo rivedrete o riallaccerete i rapporti telefonici e messaggi come una volta in capo a poco tempo vi ritroverete con il solito pugno di mosche, e ad aver annullato tutti i sacrifici del silenzio precedente e a dover ricominciare il no contact con la delusione di essere state ingannate per l’ennesima volta, l’autostima sottoterra e una fatica doppia nel riprendere la strada che vi allontana da lui.
Il silenzio non si interrompe: o lo finisci perché lui ha davvero scelto te (e non solo a sogni e parole) o non si interrompe. Il silenzio finisce e basta: per lieto fine sempre, perché se lui non torna comunque sarai libera. Chi ce la fa in tre mesi (e già frequenta un altro uomo: succede davvero!), chi in sei, chi in un anno. Poi si è libere di vivere in un mondo non fatto da lui e le sue schiavitù, ma tuo.
Una parolina all’uomo che interrompe il silenzio
Ma non ti vergogni? Dentro di te sai benissimo perché lo stai facendo: hai bisogno di lei ma non la sceglierai mai, perché tua moglie è più importante, fosse anche solo per i soldi. Vuoi scopare in giro? Non con lei, che ti ha veramente amato. Vuoi la psicologa? Ce ne sono di bravissime, pagala. Se sei uomo e hai un briciolo di dignità e onore, visto che l’hai lasciata o, peggio, ti sei fatto lasciare, non farti più vivo. Sai quale sarà il prezzo per lei quando la lascerai di nuovo, quando non potrai sceglierla di nuovo. Non sei confuso, sei furbo ed egoista da far ribrezzo. Non sei sofferente, hai fame. Non fare lo sciacallo che aspetta che la leonessa ferita sia stanca per gustare, ancora una volta, il sapore della sua carne. Sparisci per sempre. O torna con i fatti, quelli definitivi. È l’ultima, unica cosa decente che puoi fare. Da vero uomo se lo sei.
Sincerely yours
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