Perché ho dato una chance al mio matrimonio nonostante l’infedeltà di mio marito
Ricevo da una lettrice e pubblico volentieri la sua storia di moglie tradita e poi rinata come il suo matrimonio
Quasi due anni fa ho avuto il dispiacere più grande della mia vita: mio marito aveva un’amante e conduceva una vita parallela da anni.
Lo sgomento, l’incredulità, il dolore, la sensazione di mancanza di terreno sotto ai piedi si sono impossessati di me. Non riuscivo a provare rabbia, solo un immenso forte dolore al cuore, come fosse in una morsa. Come aveva potuto guardarmi negli occhi e fare l’amore con me in quel periodo? Possibile che ci fossimo allontanati così tanto? Chi avevo al mio fianco, un mostro?
Ho attraversato la nostra vita insieme e per un attimo ho pensato “è stata tutta una bugia!”
Non ho fatto scene madri, non ho urlato, ero troppo paralizzata per farlo. Quella notte con mio marito abbiamo però iniziato a dialogare come non facevamo da anni, ci siamo messi a nudo, abbiamo ripercorso la nostra vita, la distanza, prima geografica (per un lungo periodo abbiamo vissuto in paesi diversi) e poi emotiva tra noi, avevamo dato troppe cose per scontate.
Ognuno di noi veniva da un periodo di depressione, di totale demotivazione nei confronti della vita per motivi diversi e prendersi cura di se stessi e occuparsi di una persona altrettanto depressa non è cosa che tutti riescono a fare. Mio marito ha evidentemente cercato e trovato la soluzione per sé, una persona che lo ha fatto sentire vivo, attraente, che accoglieva con entusiasmo le sue proposte, che lo ha fatto emozionare e incuriosire fino ad arrivare ad essere amanti.
In quegli anni abbiamo vissuto periodi diversi, che ho realizzato dopo, corrispondevano alle varie fasi della sua storia parallela. C’è stato il periodo in cui lei e lui interagivano pubblicamente sui social (fase di corteggiamento) e veniva spesso fuori il nome di questa collega, ma mai avrei pensato, diceva che era una persona esuberante ma che non c’era nulla….. Poi una fase in cui mio marito sembrava essere più presente con me (fase dei sensi di colpa), seguita dalla fase in cui era insopportabile e inavvicinabile (lei si stava separando!) e un lungo periodo in cui lui era in simbiosi con il cellulare, protetto da password e coccodrilli con armi atomiche (fase di dipendenza).
La nostra attività sessuale è sempre stata presente, pur con I limiti di una famiglia trasferita e senza supporto, con i figli sempre in casa, mentre nella fase in cui lui era insopportabile avevo notato maggiore freddezza e molto nervosismo, ma mi ha sempre cercata.
Le nostre comunicazioni erano diventate troppo “pratiche”, utili alla gestione familiare, ma distanti emotivamente. Anche come genitore era meno presente, anche se aveva una relazione preferenziale con nostra figlia.
In tutta la nostra vita matrimoniale non sono mai mancate attività che abbiamo sempre fatto insieme e interessi condivisi: cucinare assieme, giardinaggio, fai da te, progetti vari, viaggi, vacanze, attività sportive (una estrema) e nonostante la sua vita parallela abbiamo anche comperato casa insieme. A detta sua non ha mai messo in discussione la nostra famiglia e la nostra coppia. Per me è stato scioccante scoprire che mentre faceva progetti a lunga scadenza con me, si vedeva di nascosto con un’altra donna, si connetteva a lei a tutti I livelli.
Io non credo che non abbia mai valutato l’idea di lasciarmi e di rifarsi una vita con lei (credo che quando lei si è separata ci abbia pensato eccome!), ma mi consola sapere che, proprio perché ci ha pensato, proprio perché ha fatto un’altra esperienza di coppia, nonostante si sia messo in gioco con un’altra persona, ha scelto diversamente e alla fine mi ha scelta una seconda volta.
Avevamo I figli grandi, indipendenti economicamente, io lavoro e quello era il momento perfetto per una scelta del genere che avrebbe fatto pochi danni collaterali. Eppure non ha scelto l’amante. La voleva, ma in aggiunta a me, per un periodo anche lungo, non in esclusiva, ma non l’ha voluta come compagna di vita.
Era tutto calcolato a puntino: se si volevano vedere e riuscivano, organizzavano una trasferta di lavoro, ma non ha mai passato un weekend con lei, mai! Ha fatto con lei un’attività sportiva di nascosto, ma credo che se io avessi un amante che non mi dedica il suo tempo libero per gite, cinema, weekend etc, qualche domanda me la farei.
Nell’ultimo anno della sua vita parallela so per certo che per motivi contingenti hanno iniziato a vedersi meno, mio marito aveva cambiato abitudini e luoghi lavorativi che con quelli di lei erano diventati incompatibili, per cui facevano fatica a vedersi (o la scelta iniziava a vacillare?), perché in tutti quegli anni non aveva mai cambiato le sue abitudini.
Avevano il progetto di una fuga d’amore di un weekend ma poi lui non se l’è sentita e lei deve aver capito che ormai la loro relazione aveva I giorni contati.
Allo stesso tempo io e lui avevamo iniziato a fare più cose insieme. Abbiamo iniziato una nuova attività settimanale e abbiamo fatto un corso di formazione insieme. Abbiamo iniziato a frequentare insieme un nuovo gruppo di amici e ci siamo ravvicinati e riscoperti di più anche fisicamente ma soprattutto emotivamente.
Lui non era ancora pronto a dirmi la verità né a lasciare lei, ma stava osservando con stupore che la nostra relazione non stava andando male, anzi, passavamo più tempo assieme in maniera decisamente piacevole e riuscivamo a sorprenderci ancora, a star bene insieme, la complicità stava nuovamente crescendo. E intanto il cellulare diventava meno un’ossessione…
Quando lo tsunami mi ha travolta ero disorientata e credo di non avere mai provato un dolore così grande.
Eppure, dopo che ho passato la vita pensando che se avessi subito un tradimento avrei spedito il traditore su Marte istantaneamente, quando mi ci sono trovata davvero nella situazione, gli ho chiesto cosa pensava di fare, se era Innamorato o se c’erano ancora delle possibilità per la nostra coppia. Perché? Perché lasciare andare la nostra storia senza caprine la sua evoluzione, senza comprendere cosa ci era successo, come eravamo arrivati ad allontanarci così non me la sono sentita di farlo.
Certo ero ferita, offesa, le mie certezze distrutte, ma lui era l’uomo che avevo scelto e che mi aveva scelta, con cui avevo passato decenni, fatto due figli, con cui mi ero trasferita all’estero e avevo vissuto di tutto e di più e pur ferita profondamente, ho messo da parte l’orgoglio e ho voluto capire chi era quell’uomo dalla doppia vita, padre dei miei figli, cosa lo aveva travagliato, perché non si era fidato di me, cosa si era rotto. Per arrivare a tanto doveva esserci qualcosa che non aveva avuto il coraggio di condividere. Perché? Che paure aveva? Cosa lo aveva fatto smettere di guardare alla vita a quattr’occhi con me? Perché io non contavo più per lui?
MAI MAI mi sono colpevolizzata per il tradimento. Nessuno lo deve fare!!
Qualunque cosa io possa aver fatto per contribuire al nostro allontanamento, LA SCELTA DI TRADIRE RISIEDE NEL TRADITORE. Ma indubbiamente mi sono chiesta se si sia sentito poco ascoltato, rifiutato, giudicato, ignorato. E soprattutto mi sono chiesta perché aveva perso la fiducia in me e in noi.
Vi sembrerà strano ma nel momento in cui abbiamo deciso che volevamo riprovare a costruire una nuova coppia, ci siamo ravvicinati molto dal punto di vista emotivo e fisico. Sembrava che volessimo recuperare il tempo perduto, sentirci profondamente connessi e avevamo il desiderio di dire all’altro “ti trovo attraente, sono attraente anche io e voglio comunicare con te anche con il corpo” e abbiamo tirato fuori una disinibizione e una creatività che non avevamo mai avuto così intensa.
Lui ha ammesso che la relazione extra non era solo sesso, che si era davvero infatuato, che lei era in ogni suo pensiero in una certa fase, ma poi ha ritrovato la sua lucidità e ha capito che quella doppia vita doveva finire, che non aveva senso, che era un vicolo cieco ma trovava difficile troncare perché per tanto tempo era stata la sua ancora di salvezza e aveva paura di soffrire.
Non ha sminuito la sua scelta di ingannarmi, ha affermato di non aver scelto a cuor leggero, ma di averne avuto bisogno per sentirsi vivo, per ritrovare la gioia di vivere che aveva perso, ma allo stesso tempo provava un enorme dispiacere per avermi ferita e ingannata, per non essere stato il marito che voleva essere e di voler provare a creare una nuova relazione con me.
A un certo punto si è guardato dentro e ha avuto un rifiuto verso di sé e verso di lei. Nel frattempo è tornato a guardarmi con interesse, ha iniziato a vedere in me il bicchiere mezzo pieno, a respirare ossigeno anche a casa.
Abbiamo avuto conversazioni lunghe, profonde, dolorose, ma allo stesso tempo abbiamo espresso entrambi I nostri sogni e desideri e ci siamo resi conto che erano gli stessi: volevamo le stesse cose ma per anni non eravamo stati capaci di comunicarlo l’uno all’altra.
Allo stesso tempo io ero così distrutta da ciò che avevo realizzato che abbiamo chiesto aiuto professionale, per avere qualcuno che fosse imparziale e ci aiutasse a mettere a fuoco ciò che potevamo fare per ricominciare. Questo percorso di terapia di coppia ci ha aiutato a comunicare meglio e a individuare I nostri bisogni come individui e come coppia.
Perché gli ho dato e CI ho dato una chance? Ho riflettuto molto, ero pronta a percorrere il cammino della vita anche da sola e sebbene io sia assolutamente contraria al tradimento e lo ritenga una grave forma di mancanza di rispetto e una vera violenza nei confronti del coniuge, ritengo che nessuno sia perfetto, che a volte si creino delle situazioni nella vita in cui si sceglie la cosa che in quel momento ci aiuta anche se non è giusta e se sappiamo che creerà sofferenza alle persone a cui vogliamo bene.
Certe volte scegliamo noi stessi a discapito degli altri, abbiamo bisogno di rompere con l’immagine di noi che ci siamo costruiti nel tempo di persona perfetta, dedita al lavoro, al coniuge, ai figli, ai genitori anziani. Ho anche elaborato che nella vita cambiamo costantemente, cambiano le nostre emozioni e I nostri sentimenti, viviamo periodi in cui facciamo delle scelte e poi queste scelte ci cambiano e ci mettono in discussione. A volte cresciamo e a volte regrediamo. Siamo in continuo cambiamento.
In tutte le relazioni, specie quelle di lunga durata, si possono creare delle mancanze, quantomeno in certi periodi. Solo che a volte queste mancanze sono sopportabili e in altri momenti si vanno a sommare ai problemi dell’altro e ci si sente intrappolati, si diventa più vulnerabili e allora si trova una soluzione temporanea, almeno per sé e si chiude il cuore verso chi abbiamo sempre amato.
Si fa fatica a credere nell’amore di chi ci tradisce, ma , mi accorgo che i sentimenti sono più complessi di quanto si pensi.
Tutti i matrimoni attraversano momenti difficili, infelici, di crisi, periodi in cui ci si può sentire attratti da altri, periodi in cui ci si allontana l’uno dall’altro. Può succedere, ma può anche succedere di fare marcia indietro, di ricominciare ad apprezzare ciò che a casa la persona che abbiamo scelto in passato sta tornando a darci e sorprenderci.
Non è per tutti provare a ricostruire, a perdonare, a non rinfacciare. Comprendo chi non ce la fa, chi pensa che la fiducia è stata distrutta per sempre. Rispetto la loro scelta.
Non è un percorso affatto facile restare insieme, la ferita sanguina, la ricostruzione della fiducia distrutta è un percorso a ostacoli che richiede pazienza, costanza, forza di volontà e amore. Ci siamo chiesti cosa ci aveva portato a scegliere di metterci insieme, quali caratteristiche avevano fatto scattare l’attrazione e la fiducia reciproca e ci siamo chiesti dove erano finite, se eravamo disposti a metterle nuovamente in gioco.
Chi crede che sia facile restare insieme dopo un tradimento, che si scelga la convenienza, non lo giudico, ma evidentemente non c’è passato.
Dico solo che scegliere di rimanere con la persona che sai di avere ferito o scegliere di rimanere con chi ti ha ferito non è affatto facile. Ci sono emozioni contrastanti, voglia di fidarsi e tanta angoscia e incertezza. Significa distruggere tutto per costruire una coppia nuova e richiede tanta fatica, una lotta contro I pensieri ricorrenti, un continuo domandarsi se l’altro meriti tanta sofferenza, tante notti insonni.
Significa confrontarsi per mesi su ciò che ha portato a certe decisioni, ripercorrere tappe dolorose, prendersi la responsabilità delle proprie azioni e riconoscere il dolore dell’altro senza fuggirne pur sapendo di essere stati noi il motivo di tanta sofferenza, guardare in faccia quella persona e sentire la sua sofferenza. Non è da tutti perdonare e non è da tutti affrontare il cuore infranto di chi abbiamo fatto soffrire e costruire nuove memorie per ritrovare la fiducia.
Molti semplicemente si allontanano per sempre per non dover affrontare tante conversazioni difficili e dolorose e lo capisco, perché bisogna tirare fuori la propria vulnerabilità, mettere sul piatto della bilancia le proprie imperfezioni e mettersi a nudo correndo il rischio di non essere compresi ma giudicati.
Se si pensa che l’inferno sia la scoperta di un tradimento, state certo che il peggio deve ancora venire.
Non so come sia il dolore di chi rinuncia alla relazione, ma posso garantire che la fatica di capire, di non giudicare, di rispettare e ricostruire la relazione mentre si passa dal dolore alla rabbia, all’accettazione è una fatica immane ma lo fai volentieri, dando del tuo meglio se pensi che ne valga la pena.
Se qualcosa ancora unisce due persone, quel qualcosa può tornare a sbocciare.
Il perdono è proprio fare e farsi un dono, darsi una chance di una nuova nascita, dopo che si pensava che tutto fosse distrutto.
Oggi, dopo anni dal tradimento, stiamo vivendo un periodo di grazia: abbiamo il costante desiderio di vederci, coccolarci, sentire la voce reciproca, creare nuove memorie, fare nuove esperienze insieme e fare l’amore. Viviamo il presente in pienezza e con ottimismo per il futuro. Sogniamo di invecchiare insieme.
Non so cosa succederà in futuro. Ho capito solo dopo decenni di matrimonio che nessuno dà garanzie a nessuno.
Per chi pensa “once a cheater always a cheater” posso solo dire che nulla è prevedibile. Abbiamo imparato a vivere la vita senza fare progetti a lunga scadenza, ma scegliendoci giorno per giorno e un giorno ci volteremo indietro e ci diremo: quanto cammino abbiamo percorso da quel terribile giorno della rivelazione!
Mio marito potrebbe aver imparato qualcosa dall’esperienza del tradimento, potrebbe essersi piaciuto così poco nella sua doppia vita da rifuggire ogni occasione in cui il tradimento può nascere. Oppure potrei io vivere le stesse emozioni che hanno portato mio marito a tradire e potrei essere io a fare quella scelta.
Posso solo dire con FERMEZZA che per me vale la pena correre il rischio.
Altrimenti l’unica via per avere la garanzia di non subire mai un tradimento o di tradire sarebbe la via della totale rinuncia alle relazioni amorose.
Io preferisco rischiare.
Una moglie che ha lottato per la sua relazione, Molly
Grazie Molly per la tua preziosa testimonianza, che ci insegna tanto. Distruggere per rinascere: è quello che avete fatto. Siete fra quel 15/20% di coppie fortunate che hanno ricostruito il matrimonio facendolo risorgere dalle ceneri non per convenienza ma per amore. Siete una mosca bianca perché difficilmente i matrimoni recuperano amantati lunghi più di un anno come quello di tuo marito, ma a distanza di tempo direi che potete stappare una bottiglia con grande ottimismo e sicurezza, rimanendo però sempre vigili per il futuro (ma ora sapete tutti e due non sottovalutare certi segnali: molly tu parli di infatuazione di tuo marito, le infatuazioni che durano più di sei mesi si chiamano innamoramento, magari non sufficiente, ma non sono sbandate). Alle amanti e alle mogli che ci leggono dico: loro, anche quando lui era in crisi più profonda, non hanno mai smesso di fare sesso. È un segnale importante di vitalità della coppia coniugale anche se afflitta dal tradimento e da una crisi così profonda, un germe che la può far rifiorire. E, amanti, non credete sempre (e perché vi piace quello che sentite) a quelli che vi dicono che non hanno più rapporti con la moglie: i matrimoni bianchi veri in Italia sono 1/2 su dieci. La scoperta del tradimento (pochi uomini confessano) è uno Tsunami, come lo chiama Molly, al quale si può sopravvivere in tre modi: separandosi, perdonando per convenienza o ricostruendo per amore. Questa coppia aveva ancora carburante, nonostante tutto, per ricostruire, rifondare. Ha prevalso la paura di perdersi definitivamente: la paura di perdere è amore. Quindi, care mogli tradite che state vivendo il conflitto del perdono, guardatelo bene in faccia e capite se resta per amore o per convenienza e paura (materiale, non sentimentale) e, se i suoi occhi non mentono, le sue nuove azioni non mentono, perdonate e ricostruite. Non credete facilmente però agli uomini che ripudiano l’amante o le addossano responsabilità: è un gran brutto segno questo, non esistono uomini sedotti da rovinafamiglie, e chi sputa nel piatto dove ha mangiato risputerà nel vostro. LA SCELTA DI TRADIRE RISIEDE NEL TRADITORE certo, ma l’amante non c’entra nulla (salvo rare eccezioni) e vi accorgerete, parlando con lui, che se non è un seriale e questo è stato il primo tradimento, per quanto profondo e coinvolgente, c’è spesso un concorso di colpa dei coniugi nel pregiudicare, in tutto o in parte, il matrimonio. Imparate dagli errori del passato e guardate avanti. Sincerely yours
487Commenti