Ho sempre desiderato una figlia femmina e ho sempre saputo che si sarebbe chiamata o Rebecca o Emma. Poi sul nome ha tagliato la testa al toro mia madre che, salutandomi prima di andarsene, ha deciso il nome della nipote che non ha visto, se non da lassù.
L’ho desiderata nonostante il mio tendenzial bieco maschilismo: quando ho saputo che il primo figlio era un maschio, ho abbozzato in nome dell’idea dinastica, diciamo così.
Quando è arrivato Sebastiano vi dico solo quello che mi ha detto mia moglie, usciti dall’ecografia che mostrava inequivocabilmente che era un secondo maschio: sembri una mucca che guarda un treno. Mi vergognavo di non gioire, ma ero deluso perché la femmina non arrivava.
Poi finalmente, alla vigilia dei 50, Rebecca.
Quello che si dice dei padri con le figlie è tutto vero, anche la più bieca e popolare delle dicerie. I padri e le figlie si amano in modo speciale.
Quando Rebecca ha iniziato a parlare mi ha subito detto che era sposata con me, e io ho gioito. Quando mi ha detto che le interessava un certo Zaccaria sono stato geloso, geloso di un bimbo di quattro anni, sì lo confesso.
Poi ieri, anniversario del nostro matrimonio, abbiamo fatto vedere il film delle nozze ai figli. Rebecca non era affatto contenta. Criticava, era gelosa. Incredibile. Stasera si è presentata con un anello al dito e mi ha detto: papà io sono sposata con te.
Facciamo così Rebecca, ho replicato: metà con la mamma metà con me. Lei mi guarda e mi fa: sì, ma di più a me.
La volevo femmina con la F maiuscola, la volevo uguale alla madre e legata a me: sono stato accontentato con gli interessi. Ed è pure gemelli ascendente scorpione, tanto per temperare il suo caratterino da palcoscenico per prime donne. Super donne.>
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