Perché la moglie di lui ha iniziato a postare tutte quelle foto di coppia sui social?
Se lo chiedono gli amici sui social, che assistono più o meno accondiscendenti (c’è chi si spertica in like e “che belli!” e chi sbuffa pensando “basta”) a veri e propri fenomeni di overposting, come chiamano gli inglesi l’eccesso di postare foto con lei o lui che immortalano e condividono urbi et orbi anche la forfora del partner.
Se lo chiedono, almeno sul mio blog, soprattutto le ex o in crisi con lui, amanti o meno che siano, e che assistono alla kermesse con la moglie riesumata o la nuova di turno. E che, in modo ironico, qualificano questo fenomeno come una parodia triste della famosa pubblicità col mulino.
Vi dico come la penso.
Innanzitutto conosco coppie felici e senza problemi che non solo postano foto di coppia, ma hanno addirittura la foto in coppia nello status della chat. Sono coppie felici che funzionano senza ombra di dubbio, e non hanno scheletri nell’armadio.
Poi ci sono coppie (tante) in crisi conclamata (e dove spesso c’è anche una storia clandestina in atto) che postano molte foto gaudenti insieme, hanno gli status delle chat con queste foto e addirittura il profilo social in comune (ma qui siamo nei casi estremi).
Che cosa differenzia i felici dai finti felici? L’overposting e la contingenza temporale dell’apparizione delle foto.
La coppia felice ha sempre postato foto di famiglia, e lo fa in modo frequente ma non ossessivo. Compleanni, qualche festa, un viaggio, un ristorante particolarmente bello con cena a lume di candela, anniversari, l’immancabile Natale. Non è overposting ossessivo, è postare in modo frequente. Qui, semmai dovessimo fare una critica, a volte lo scopo recondito della foto non è tanto il dimostrare che “lui è mio siamo felicissimi facciamo tutto insieme anche la pipì tu stai lontana bastarda” ma il “schiuma che siamo alle Maldive e tu no, guarda che mangio l’aragosta, ho comprato il bolide nuovo”. Roba da arricchiti che mi fa un po’ pena ma si sa, l’Italia era un paese fondato sul lavoro e oggi è spesso fondato sull’invidia (o forse lo era da tempo). Però la coppia in oggetto, sbruffona o no, è effettivamente felice. Lo prova anche il fatto che questa mania di divulgare le foto è una consuetudine inveterata, non una novità apparsa all’improvviso dopo decenni di matrimonio. Altro indizio di felicità: le foto non sono solo e ossessivamente io e lui io e lei e poi io e lui. Ci sono i figli, il cane, la famiglia. Un mix di felicità.
La lei infelice, o quella in crisi o timorosa di perdere il partner, o perché la crisi è ormai evidente e dichiarata, o perché sospetta che ci sia un’altra, o perché ha scoperto che c’è o c’era un’altra (non a caso il fenomeno dell’overposting è più evidente in quest’ultimo caso) reagisce postando foto in modo quasi compulsivo, con caratteristiche che spesso si ripetono, come insegna non solo la mia epidemiologia di coppia, ma anche la scienza.
Una ricerca pubblicata sul Personality and social Psychology bullettin dice infatti che una visibilità relazionale con tante foto e post di coppia o del proprio partner può essere sintomo di insicurezza nel rapporto, condizione che, overpostando, si vuol celare al mondo, dando l’impressione contraria.
Quali sono allora gli indizi che possono far pensare che tutta quella felicità di coppia suggerisca esattamente il contrario?
1. La frequenza. Non vengono immortalate solo le feste canoniche o qualche momento piacevole come fanno le coppie felici, ma tutto, anche lui che si soffia il naso o loro mentre svuotano l’armadio per le pulizie di Pasqua, lui che beve un pregiato e rarissimo bicchiere d’acqua e loro che fanno la spesa spingendo il carrello insieme pronunciando smile perché il sorriso non venga troppo ghigno.
2. Il numero di foto. Tutti i giorni o quasi, più volte al giorno. L’overposting è una vera rottura di coglioni non solo per l’eventuale amante, ma anche per il migliore amico che all’ennesima notifica di foto dove i due si pettinano pronuncia ad alta voce un bel esticazzi e schiaccia consunto il bottone annulla notifiche o non seguire più. Ah, naturalmente alle feste comandate e i veri eventi dove tutte le persone normali postano qualcosa lo sforzo e la produzione si raddoppia. Tre alberi di Natale contro uno. E chi sbuca al posto della stella? Chi ci sta al posto di Giuseppe e Maria nel presepe? Ma loro e le loro faccione sorridenti, c’è da chiederlo?
3. I protagonisti. Chi c’è sempre nelle foto? Lui. Lei. Lui e lei. Lei e lui. In ogni posizione non del kamasutra (se potessero postare anche quelle lo farebbero) ma della sua versione divulgabile. E se ci sono amici? La versione più frequente è quella dell’ultima cena di Leonardo, con Gesù al centro interpretato a turno da lui e da lei e Tommaso con il solito dito del non ci credo voglio le prove fotografiche. Ma anche se ci sono altri sono la cornice, la scusa per postare la settecentesima volta, non il quadro.
4. Marco il territorio. L’overposting serve anche a marcare il territorio. Ogni foto dice lui è mio. Se sei quella con la quale lui ha fatto il pirla in chat statti lontana, ti vedo e ti marco. Se sei quell’amica degli amici che gli mette i like e sotto sotto lo ha notato che è un bell’uomo la foto dovrà avere l’effetto di una sbarra calata con guardia armata. Se sei l’amante scoperta o presunta ti dimostro che lui preferisce me, vive per me, sei stata solo un errore, una sbandata, un film non a lieto fine per te sono io la titolare come lo sono sempre stata. Ho vinto io lo si vede anche dalle gestualità nelle foto, dai sorrisi, dalle pose.
5. La tempistica. Da quando è iniziato questo bombardamento mediatico? E com’era prima il trend delle foto postate? Chi maschera insicurezza e infelicità dietro un profilo social di coppia felice inizia l’overposting da un evento preciso. Lui ha fatto outing (palesando la crisi ma quasi mai l’esistenza di un’altra, anche perché non sempre c’è) e lei ha detto riproviamoci e magari è iniziata una terapia di coppia. Oppure lei ha scoperto lui e dopo le scenate di rito i due hanno deciso di liquidare l’amante e si sono ripromessi amore eterno. Oppure lei sospetta e quindi inizia a marcare pesantemente il territorio. Da quel momento è overposting, prima non era così. E si nota.
6. Quando lui dorme fuori. Ogni dormita fuori in trasferta o per lavoro di lui per lei potrebbe essere a rischio fuoripista. Questo timore, oltre a triplicare le telefonate giornaliere, triplica anche le foto di coppia. Che lanciano così un duplice messaggio: da una parte quello che dice io sono la titolare, ci sono anche se lui è distante e vigilo, ti sto marcando e guardando e guai a te se non metti cuoricino like e commentino lezioso. Se non lo fai ti chiamo subito così mi mandi una foto col quotidiano del giorno in mano e sfondo del luogo tipo prova in vita della vittima di un rapimento. Secondo messaggio all’altra che sottende il sottile godimento di sapere che effetto farà tutto quel mettere foto sull’amante: dalla crisi di nervi alla litigata, altro che piacevole trasferta. Si chiama tecnica fotografica di rompere le uova nel paniere dell’altra.
7. Le tette. Una quota dell’overposting sarà personale. E le foto saranno tutte della serie guarda quanto sono bella e avvenente e ancora desiderabile per lui. Della serie: cara amante mica ci sei solo tu nella competizione in camera da letto, non hai idea di quante volte e come lo facciamo. Altro che casalinga in pantofole! Il risultato è assicurato, anche perché il 90% degli uomini assicura all’amante che con lei non scopa da anni e non fa nulla per farsi piacere.
Ecco spiegato, anche alle amanti, perché lei posta così tanto.
E lui, perché si presta a questa farsa? Molti di quelli che vengono scoperti si tramutano nel giro di minuti, secondo più secondo meno, in zerbini rinnegando la povera amante, quella che fino a ieri amavano più di tutto al mondo e che non potrei vivere senza di te, e non è raro che lascino che la moglie scotenni a parole la malcapitata dimenticandosi che il povero lui non è una vittima di una maga circe ma un ex (da pochi minuti) amante sicuramente consenziente e spesso molto mandrillo. Nel contratto dello zerbino, che di solito si intitola Adesso fai tutto quello che ti dico io sennò ti rovino, c’è anche la clausola vessatoria di prestarsi alla realizzazione di book fotografici per la durata minima di sei mesi, tempo nel quale, in media, l’overposting da tradimento inizia a quietarsi.
Se lui invece non è stato scoperto ma l’allarme della moglie è scattato lui resetta i suoi bollori e, per non alimentare ulteriori sospetti, acconsente non solo a fare da modello, ma di solito mette in castigo l’amante con calo della frequenza fisica. A nulla varranno le proteste di quest’ultima che non potrà non notare la miriade di nuove foto da piccioncini dei coniugi: verrà liquidata con lo sai che lei ha la mania delle foto io devo accontentarla devo fare finta a me non me ne frega niente Porta pazienza ci sentiamo domani e ci vediamo forse settimana prossima ora scusami devo tornare sul set che il fotografo e l’art director mi aspettano. Il ricatto sarà: Se acconsento alle foto non la faccio arrabbiare e noi ci vediamo di più.
Più difficile per lui giustificare un improvviso fiorire di foto da amorevoli coniugi se all’amante ha propinato la diffusissima storia di letti separati, serate passate silenti davanti alla tv o addormentati sul divano e colloqui limitati alle bollette del gas. Ma due praticamente separati in casa non fanno foto da piccionicini felici.
Insomma care amanti badate bene: chi si presta alla pantomima delle foto potrà assicurarvi che vi ama, ma non è già stato neanche in grado di dire a lei basta foto (un conto sono quelle della comunione del figlio un conto quelle a cavallo del cammello abbracciati) ma è disposto a certe falsità e pantomime pubbliche. Gran brutto segno per voi. E “lo faccio solo per lei, abbi pazienza” non mi convince per niente, minimizzare la cosa non è rassicurante per nessuno, puzza di furbo e di cialtrone, soprattutto se è overposting, e non una tantum. Cosa farà uno che non sa dire no alla commedia sui social quando gli chiederete di mollare la moglie? Farà una foto ricordo?
L’amore non si prova sui social, si prova a casa e in camera da letto.
Sincerely yours
foto Pixabay
45Commenti