
Lo hai lasciato (o si è fatto lasciare) ma lui usa il lavoro come scusa per ronzarti intorno con l’obiettivo di farti rifare l’amante?
Diventa una mummia.
No caffè e momenti da soli, riunioni solo in gruppo (non sederti vicino o davanti a lui), non permettergli contatti fisici “da amici” tipo mano sulla spalla (scrollatela di dosso malamente), scrivi e rispondi a mail esclusivamente di lavoro (non si risponde mai a quelle che finiscono sul personale), delega altri a lavorare e interagire con lui ogni volta che puoi.
Arrivano fiori e cioccolatini? Nel water senza fare una piega, subito. Qualcuno vi chiede cosa fate? Sono affari vostri.
Inibite i pettegoli sul nascere in modo fermo, non fate mai delle azioni condizionate da “chissà cosa diranno gli altri”. A parte che le storie sul lavoro sono spesso segreti di Pulcinella, ci manca solo che oltre alle sue scorrettezze dobbiate anche pensare ai colleghi. Gli estranei si tacitano, si mettono a posto seccamente, i veri amici sul lavoro (ma esistono?) non chiedono, non informano, non si informano e non danno fastidio. Basta un “non ne voglio parlare, non mi interessa”
Se ti aspetta al parcheggio sali e parti senza guardarlo e profferire verbo. Se cerca di fermarti divincolati e diffidalo: è stalking. Se insiste alza la voce, alza pure senza vergognarti e urlagli in faccia un bel VAI VIA!
Ai tentativi di “colloquio da amici” (voi non siete amici, non siete stati mai amici e mai lo potrete essere, gli amanti non sono amici, men che meno se lui non ha mollato la moglie e buttato giù dalla torre te) si taglia corto e freddamente. Come stai? Bene (senza chiedere come sta lui), dimmi della questione di lavoro per la quale mi hai chiamato.
Insiste? Visto che siete “amici” chiedetegli della moglie. Molti scappano con la coda fra le gambe alla sola parola “moglie”, e non serve minacciare (passando dalla parte del torto, non fatelo mai). Vai, vai da tua moglie, vai! Ma non perdete neanche troppo tempo a menarlo per la coda di paglia con il tema “moglie”, quel tanto che basta per farlo ammutolire.
E se ti telefona e devi proprio rispondere (ma proprio proprio) usa il trucco dei film horror.
Chi ha paura dei film horror ma “deve” guardarli azzera il volume: assistere alle scene senza il sonoro è come mettere un filtro che attutisce tantissimo l’effetto paura. Se lui ti chiama al telefono e devi rispondere perché è lavoro, mettilo in vivavoce a volume basso: avrà un effetto meno intimo e dirompente per te e lui si accorgerà della differenza, magari pensando che lo stai registrando o stai facendo sentire la conversazione a qualcuno.
Lascia che lo pensi: chi è abituato a comportarsi male pensa sempre che gli altri facciano le stesse cose.
E quando ti dirà Ma mi hai messo in viva voce? non cercare scuse, digli di sì, certo, ho altro da fare. E quando ti chiederà perché? tu gli risponderai: dammi la tua comunicazione di lavoro in fretta grazie.
Se insiste o a un certo punto va sul personale metti giù. E quando ti richiama dicendo è caduta la linea tu digli no, ho proprio messo giù. E poi non rispondi più, ci sono le mail per le comunicazioni non differibili.
Perché sia chiaro che il lavoro deve essere lavoro e basta.
Se continua a usare la coda delle telefonate “di lavoro” per andare sul personale iniziate a non rispondere più. Ripeto: ci sono le mail per le comunicazioni non differibili, può usare altri per comunicare con voi, le sue sono tutte scuse,
Solo così, anche se lui non collabora, minimizzerai il suo uso scorretto delle questioni di lavoro per ottenere l’unica cosa che rivuole da te, il sesso, la psicologa gratis e magari pure la consulente.
Insiste troppo? Esagera? Non sente ragioni per smettere? C’è l’ufficio del personale e i sindacati e comunque sempre il tuo avvocato: digli che se insiste sei pronta a ricorrervi, è un tuo diritto, lui sta facendo una violazione grave e tu ne hai le prove. Parlane prima con un legale fidato, ti consiglierà per il meglio e stabilirà se è stalking o no e vedrà il modo migliore di tutelarti tutelando anche la tua privacy (anche se sei sposata pure tu).
Fatevi anche un esame di coscienza: perché continuate a rispondere a tutte queste mail e telefonate che sono palesemente scuse per orbitare nella vostra vita, assediarvi per farvi cedere e interferire nella vostra disintossicazione da lui?
Forse covate la remota speranza che ci siano delle novità sul suo matrimonio. Sbagliato: lui sta mettendo in atto un tipico assedio maschile all’amante. Si riprende il dialogo con la scusa del lavoro, ci si vede con la scusa dell’amicizia, si passa dall’abbraccio amichevole all’insegna dei bei ricordi al bacio, si torna a letto alla prima vostra sbandata forte in presenza, lui sa che siete ancora innamorate di lui, lui lo dice ma ricordatevi dov’è (a casa con la moglie).
Aggiungo che ogni volta che gli date corda lui vi prende la temperatura: è ancora arrabbiata? A che punto è di cottura? Starà rifacendosi una vita? Quando posso provarci col sesso? È una grave invasione di campo che gli tate permettendo di fare. Occhio. Non sottovalutate le sue “avances amichevoli”. MURO DI GHIACCIO!
E poi meditate su questo: un uomo che usa il lavoro come scusa per riagganciarvi al solo fine di farvi rifare l’amante (perché di questo si tratta, al netto dei “non posso vivere senza di te” ma… non la posso lasciare) non ha rispetto per voi, non ha rispetto per il lavoro e vuole usarvi come ha usato il lavoro per sedurvi (quante single della serie “io mai con uno sposato!” hanno capitolato proprio perché lui ha usato la confidenza-contiguità del lavoro).
In sintesi ha una moralità pari alla sua professionalità.
Sperate davvero in uno così? Guardate che se vi arrendete al suo assedio e non ponete subito un muro di gelo professionale fra lui e voi finirete per rifare l’amante, lo farete peggio (lui penserà che se non ce la fate senza di lui potrete ingoiare ben altri rospi rispetto al passato, siete debole, se ne può approfittare), vi lascerà di nuovo e voi avrete buttato via mesi di Codice del silenzio/no contact, per niente, e vi ritroverete con l’autostima a terra e il Dna emotivo a pezzi.
State pensando di “resistere” all’insegna dell’educazione e vostra (solo vostra evidentemente) professionalità facendo finta di niente? Chiedetevi, fra email e telefonate e contatti precedenti quanti sono stati scuse o sono finiti sul privato: avrete la risposta sul “resistere educatamente”.
Non ce la fate da sole? Scrivetemi: anpellizzari@icloud.com
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