#AcasadiAleracconta, i podcast de #ilblogdiAlessandroPellizzari

Lui non ti scrive? Non gli piaci abbastanza

Ascoltalo raccontato da me

Questo post è stato scritto il 7 dicembre 2014, poco dopo la fondazione di questo blog, e da allora è sempre in testa alla classifica dei più letti. È stato realizzato  con il contributo di Eliselle, coautrice de La Matematica del Cuore, il nostro libro sulle relazioni amorose.

Ve ne leggo uno stralcio: la versione completa la trovate qui

Scrive Eliselle

Siamo ancora punto e a capo. Se lui non ti chiama, non ti scrive, sparisce da chat, facebook, whatsapp e se ne guarda bene dal mandarti anche solo un “ciao come stai?”, noi donne ci facciamo ancora spiazzare e finiamo ancora a chiederci che cosa vuol dire?!, lanciandoci in mille spiegazioni per evitare il confronto diretto con la realtà, ovvero: se non ti chiama, se non ti cerca, non gli piaci abbastanza. Dobbiamo proprio essere dure di comprendonio visto che ci hanno pure fatto un libro e poi un film di successo che sicuramente abbiamo visto anche più di una volta, e dato che ci scrivono sopra manuali di regole che impariamo a memoria e declamiamo alle amiche, ma non appena troviamo uno che poco poco ci piace ce ne dimentichiamo subito e facciamo le gnorri come se nulla fosse, ficcandoci irrimediabilmente nel circolo vizioso delle ipotesi: “se non chiama è perché la nonna starà male” o “se non scrive è perché sarà all’estero, lavora tanto poverino” o “se non si fa sentire è perché ha sicuramente paura di innamorarsi, di lasciarsi andare”. Fantasie. Idiozie. Cazzate. Tutte emerite cazzate.

sembra che si stia troppo a ragionare sul perché e percome un uomo non chiama: pigrizia, egoismo, beata voglia di farsi i cazzi propri, certo, tutte supposizioni e tutte plausibili. Ma fermiamoci un secondo ai fatti, per cortesia, e qua torniamo al concetto basilare con cui ho aperto la riflessione: se non ti cerca, allora non ti vuole, se non ti chiama allora non gli piaci abbastanza. Questo sì, è un fatto. Spiacevole o no, semplicistico o no, io trovo che sia onesto e veritiero, e alla lunga onestà e verità pagano sempre [sì be’, concedetemelo anche se siamo in Italia]. Pagano soprattutto chi non ha paura di riconoscerle e di accettarle, perché mettono al riparo da delusioni e da strascichi che una storia iniziata con curiosità [magari da entrambe le parti] e poi finita scemando [poiché non c’era la stessa spinta da tutti e due i soggetti coinvolti] potrebbe lasciare per sua stessa natura: il tarlo della non-risposta è quello più pericoloso, perché lascia aperti a innumerevoli scenari, tutti giusti, tutti “ragionevoli”, tutti possibili. Eppure c’è solo una motivazione dietro la non-risposta: il disinteresse.

Quando un uomo sparisce c’è solo un motivo: non gli piacciamo abbastanza da richiamarci, oppure ne ha altre che gli piacciono più di noi, dunque che senso ha stare ad aspettare, ipotizzare, giustificare? Basta tirare una riga e voltare pagina. Sì, anche se ci piace. A maggior ragione se ci piace. Perché tanto, noi a lui non piacciamo altrettanto, quindi è sostanzialmente tempo perso e tutta sofferenza inutile che coltiviamo per l’anima de li mortacci. Ha senso? Io dico di no.

Cosa ne penso io

Belle e rudi riflessioni quelle di Eliselle che, senza peli sulla lingua, picchia duro sull’uomo “distratto” e anche un po’ su di voi, care amiche, che perdete tempo a chiedervi perché lui fa così, a trovargli VOI degli alibi, a chiedervi, ricadendo nel vostro grande peccato originale, che cosa VOI avete sbagliato…

Ribadendo la mia tesi sull’egoismo come forma mentis maschile “naturale” (leggete qui) aggiungo che, se questo può portarvi a sopportare l’atteggiamento non chiamo non scrivo MA SIETE SEMPRE VOI a dover fare il primo passo, come diceva Totò, ogni limite ha una pazienza.

Perché, come l’amicizia, molto più dell’amicizia, l’amore è una pianta che va innaffiata in due. Aggiungo quotidianamente. Basta poco: un sms, una telefonata carina, un minuto in chat. Oggi le tecnologie non lasciano scuse: danno mille modi di innaffiare la pianta.

Era

#AcasadiAleracconta, i podcast de #ilblogdiAlessandroPellizzari

Condividi:

2Commenti

  • alessandro pellizzari, 12 Maggio 2021 @ 08:47

    PER TUTTE

    #acasadiAle a Venezia sabato 29 giugno la grande riunione

    Esclusivo e riservato alle girls della Community di #acasadiAle

    Ragazze, come sapete sto organizzando il nostro incontro a Venezia sabato 29 giugno. Pe ora posso dirvi che sarà un pranzo in un locale in zona Piazza San Marco, seguito ovviamente da qualche ora dove mi dedicherò a voi.

    Dato che i posti saranno limitati, ho pensato di riservarne a voi che siete le mie girls della prima ora, quindi metto questo alert nei commenti prima di ufficializzare per tutti sui social e sul blog in home page

    Dovreste quindi scrivermi alla mail anpellizzari@icloud.com per fare una pre-prenotazione alla quale risponderò con i dettagli operativi e così inizio a farmi un’idea di quante fra voi affezionate vorrebbero venire sicuramente.

    Grazie e vi aspetto tutte tutte tutte!

  • Stella, 12 Maggio 2021 @ 07:08

    Ale ricordo questo articolo, concordo con Eliselle,inutile farci un ricamo dietro a quello che accade davanti ai nostri occhi ,non chiama ,non ti cerca= non gli piaci abbastanza! Giusto ,noi donne spesso lo facciamo perché vogliamo tirarcela un po. Ho sempre ragionato così, un po per il lavoro che svolgo un po per il mio modo di pensare, un po per le relazioni avute ,un uomo a cui piaci ti cerca ….vedo il mio attuale new entry, nonostante la sua pacatezza e il suo modo sempre molto educato mai opprimente devo dire la verità, mi cerca, mi chiama quasi sempre con il video perché dice vuole vedere i miei occhi quando parliamo,noto che mi chiama per sentire come sto, è interessato a me come persona ,spesso sono io che non lo cerco e non lo chiamo ,perché sono fatta così non ho secondi fini semplicemente mi piace così, fa parte della mia seduzione ,mi comporto da femmina e mi piace tirare un po la corda, è il mio modo di essere e lui lo sa …il mio ex è amante mi ha sempre cercato però la differenza ora riesco a vederla,il suo era sempre un modo per tenermi legata, per possesso ,gelosia ,non con un fine di amore e di sapere come stai era un modo sempre per soddisfare il suo bisogno di controllo su di me con se fossi stata di sua proprietà, ecco perché secondo me lui continua a farsi vivo ancora.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.