
Tornano. Tornano quasi tutti. Finita una storia per colpa sua lui prima o poi tornerà. Ma non per amore, perché per lui voi siete un giocattolo. Non gli importa farvi soffrire di nuovo, i giocattoli non soffrono. I giocattoli sono una proprietà del bambino viziato. Anche se ha più di 40 anni. Per voi sarà una prova del nove da superare per essere finalmente libere, rinascere e trovare un vero nuovo amore nel futuro. Come ha fatto questa lettrice che ci racconta la sua storia.
Eccoti, finalmente libera dal peso di un amore non corrisposto e dalla fatica di amare “per due”, marciare spedita sulla strada della tua nuova vita con passo sicuro.
E chi compare all’improvviso? Il tuo ex.
Lo osservi, dall’alto del tuo tacco 12, e ti appare ora così diverso da come lo ricordavi. Credevi di averlo eliminato (o che si fosse autoeliminato), e invece è ancora lì a rivendicare il suo posto nella tua vita. Il posto al quale non dimostrava più di tenere e che hai deciso con grande coraggio di lasciare vacante sempre che, nel frattempo, non sia stato occupato da un soggetto decisamente più all’altezza.
E quindi eccolo lì, a frenare il tuo cammino con lo scopo di farti tornare sui tuoi passi, per seguire nuovamente i suoi (pochi e lenti). Ti dirà quanto sei bella, dunque ti vede? Quanto sei splendida, con una luce diversa, e sembrerà quasi capace di corteggiarti con caffè quotidiani come volesse levarti il sonno notturno per pensare a lui.
Il praticante poeta potrebbe anche lanciarsi con frasi più d’effetto quali: “non posso sopportare l’idea di perderti” “non posso sopportare l’idea che qualcuno ti porti via da me” e così via in un’excalation di cialtronerie fino al “cos’ha lui che io non ho?”.
Perché è questo di fatto il punto nodale. Lo spettro di un altro uomo che scatena la competizione e la rivalità, per rivendicare appunto la posizione di privilegio sulla poltrona che vede scricchiolare sotto le sue natiche. L’insopportabile idea che la tua felicità ora non dipenda più da lui, ma da un’altra persona.
Dopotutto, cosa risponderesti al suo ultimo “disperato” tentativo? Facciamo un esempio.
Pensa a un bambino che ha l’armadio pieno di giocattoli che non usa (se sei mamma so che puoi capirmi assai bene). Gli chiedi di sistemarlo e metterne da parte alcuni per donarli, ti risponderà prontamente che non ha intenzione di farlo.
“Ma non li usi mai!” “È vero mamma, ma voglio tenerli lo stesso.” Che tradotto significa non voglio perdere l’opportunità di giocarci qualora dovesse tornarmi di nuovo utile, quando mi venisse voglia, o nel caso in cui dovessi stufarmi degli altri giochi.
E il tuo armadio cara amica, pieno di abiti che non indossi più. È ora di fare pulizia, e sul web sono tante le blogger che elencano regole per farlo al meglio, tra cui eliminare ciò che non viene indossato da più di un anno. Perché mai, pensi, potrebbe tornare di moda, lo tengo nel caso in cui dovesse esserci un occasione.
La stessa occasione perfetta che aspettava lui per stare con te? La moglie via per il weekend, come la prima volta unica (e, ahimè, irripetibile). Poi la moglie è andata via ancora, ma non ne ha approfittato allo stesso modo. E poi non è più andata via perché magari ha iniziato a sospettare qualcosa, e ti sei trovata costretta a una revisione del contratto imposta da lui con la classica diminuzione delle ore. La stessa occasione che, ti dice, “dobbiamo crearla”, con il plurale majestatis che tanto gli piace per scaricare addosso a te la responsabilità di fare tutto da sola, per poi darti il benservito. E nell’aspettare l’occasione perfetta sono passati anni senza muovere un passo.
Dunque ti sei allontana, stanca, dall’uomo che ha mortificato costantemente il tuo entusiasmo e non è stato in grado di darti ciò di cui avevi bisogno. Lui ora sentendo la tua mancanza, e vedendoti così irresistibile, tenta il riavvicinamento e sorge spontaneo il dubbio sulla sua onestà, e se sia giusto dargli una seconda chance (sicura che sia solo la seconda?).
Come capire se il riavvicinamento è sincero o se si tratta di un bluff? Due semplici parametri: il tempo e i fatti.
Se davvero non può sopportare l’idea che sia un altro uomo a renderti felice, o che sia tu stessa ad aver trovato la tua strada senza di lui e dopo la sofferenza che ti ha causato, se si sente inferiore al fantasma “dell’altro” idealmente migliore, farà il possibile per esserlo a sua volta e sorprenderti. Perché sa benissimo cosa fare, sa perfettamente in cosa è stato manchevole. E se sei stata tu a spiegarglielo per aiutarlo, ancora una volta e senza riscontro alcuno, non ci sono proprio scuse.
Anche il tempo che passerà dalle parole ai fatti sarà poco. Giorni al più, ma pochi, perché un uomo davvero innamorato lo dimostra. E se alle dichiarazioni di cui sopra seguiranno i soliti “dammi tempo”, “è un periodo, passerà” non perderne ancora del tuo in ulteriori inutili considerazioni e ritienile nulle.
Solo pochi mesi fa avresti dato qualunque cosa per sentire quelle parole, per un suo ritorno. Ma adesso sei rinata e risvegliata dal torpore di anni. Non farti incantare e ricorda: se non avesse avuto paura di perderti non sareste qui a discuterne. Non perdere l’opportunità di fare lo scatto finale ritornando nel vortice del circolo vizioso che ti ha fatto soffrire. Non buttarti via di nuovo.
Il bambino che è in lui ti ha chiesto scusa, non lo farà più. Cosa fa un bambino dopo la sgridata della mamma? Promette che, forse, non lo farà più. Ma questa è educazione, e si presuppone che tra adulti non occorra più. Non hai bisogno di un figlio a cui badare, specialmente se ne hai già altri.
Se non hai abbastanza forza questo è il momento giusto per avvalerti del counseling. Io l’ho fatto e sono qui ora a raccontarlo, dall’altra parte del ponte, e a testimonianza che una vita migliore dopo una grande delusione esiste.
Quando gli dissi, per chiudere il confronto finale, che le storie come la nostra non durano in media più di tre anni, se ad essi non segue una scelta concreta, mi rispose che noi siamo unici, non siamo il resto del mondo.
Erano le stesse cose che pensavo io quando, passeggera distratta, approdavo su questo blog in cerca di consolazione e ne uscivo con la conferma dell’esatto contrario. Ma queste belle parole non ebbero mai un riscontro nei fatti e in tempi quantomeno accettabili, e io ero già sull’ultimo tratto della corsa, quello verso il capolinea.
Non lo sapevo ancora, o non lo volevo accettare. Restavo aggrappata alle briciole cercando di convincermi che mi bastavano.
Cara amica, se sei ferma a un bivio, non accontentarti mai. Segui il tuo istinto e misura il tuo livello di disagio. Se la curva sale è ora di lasciare andare. E un giorno, presto o tardi, potrai essere fiera anche tu di urlare: prova del nove superata!
UnaStellaSullaLuna
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