
È appena successo: lui, approfittando della compagna in viaggio, invita l’amante nella casa coniugale. Peccato che il diavolo fa le pentole e non i coperchi: così lei torna a casa prima e li scopre. Va fuori di matto e distrugge tutto, compreso il macchinone in garage. L’amante scappa, la moglie se ne va e lui non solo sporge denuncia ma, a quanto pare, vuole il risarcimento dei danni. Questo descrivono per sommi capi, le cronache locali e non che trovate ormai dappertutto su web.
L’occasione mi è utile per fare qualche riflessione sulle dinamiche fra uomo e donna, amanti e coniuge tradito.
LA VIOLENZA
Per fortuna sembra si sia concentrata sulle cose e non sulle persone. Sono solidale con la compagna o moglie che si è beccata la scena del tradimento davanti agli occhi (uno shock in grado di annichilire chiunque di noi), in più in casa sua (imperdonabile per il marito), ma non è che furia e disperazione giustifichino tutto. E mai la violenza, fosse anche su cose. Quindi un conto è rompere quello che hai a portata di mano nel momento tragico e obnubilante della scoperta, un conto è operare una devastazione globale e prolungata oltre l’accesso di ira, fermo restando le attenuanti di cui sopra e che quanti descritto dai giornali corrisponda a realtà.
ANCHE GLI AMANTI HANNO UN’ETICA DA RISPETTARE
Come scrivevo prima, credo che il marito (ma anche l’altra) avesse il dovere di evitare di portare l’amante sotto il tetto coniugale. Un dovere morale e di rispetto nei confronti della moglie. Qualcuno dirà: ma che rispetto vuoi che abbia, la tradisce, le mente! Come la stragrande maggioranza degli italiani dico io, il tradimento non è più reato da decenni, è una pratica diffusa (e se lo è chiediamoci se patto matrimoniale e fedeltà sono ancora pilastri dell’amore vero) anche se “clandestina” (di solito lo sa quasi tutto il paese, a volte anche la moglie che in certi casi fa lo struzzo – evidentemente non è questo il caso), quindi non parliamo di relazioni parallele come se fossero il male assoluto e quindi tutto è stigmatizzabile di default e permesso. Io posso tradire perché il mio matrimonio è fallito, perché mi sono innamorato e sto pensando di separarmi, non sappiamo i dettagli di questa storia. Nel frattempo che mi decido (lentamente, soprattutto se sono uomo) non devo portare a casa mia l’amante, non devo presentargli i miei figli, non devo farle incontrare mia moglie (ci sono quelli che lo fanno per rassicurare la moglie), non devo coinvolgerla nelle cose della mia famiglia, nelle vacanze di gruppo. Non devo. Non è la sua famiglia, non è mia parente. È il minimo sindacale dell’etica degli amanti, non a caso la legge parla di possibile addebito se si lede l’onorabilità del coniuge con certi comportamenti (andatevi a vedere qui i miei video dell’avvocato risponde, che farò intervenire sul tema prossimamente su questi schermi). E l’altra, l’amante? Dovrebbe essere la prima a sottrarsi a queste proposte (sì lo so che lui spesso vi vende l’accesso di casa sua come dire “vedi quanto sei importante”? Fumo negli occhi) e iniziare, anche se innamorata persa, a farsi qualche domanda su di lui e i suoi comportamenti.
IL RISARCIMENTO
Non so se le cronache hanno riportato correttamente la storia (se ci sono aggiornamenti ufficiali e repliche da parte dei protagonisti li vedremo) ma sembra appunto che lui abbia chiesto o voglia il risarcimento dei danni dalla moglie. Da un punto di vista legale credo ne abbia facoltà. Io mi sarei limitato, visto il divorzio direi inevitabile in vista, a mettere i danni in conto alla liquidazione legale, una volta acclarate le pretese della moglie, ma non sono avvocato. A parte questo, partendo da quello che ho detto sull’etica degli amanti, trovo che il maschio italiano, in genere, non si faccia molti scrupoli di tipo moral-amorosi quando viene toccato l’interesse, e agisce fino in fondo per i suoi beni materiali. Mi chiedo se quest’uomo non debba mettere, sul suo piatto della bilancia, non solo la furia della moglie e il danno, ma anche l’amore per anni che c’è stato per lei (spero), la vita in comune, il rispetto reciproco (che dovrebbe restare almeno in parte e sui fondamentali, nonostante il tradimento), le proprie responsabilità.
L’hai tradita, hai portato a casa l’amante e le chiedi i danni? A voi i commenti, questa storia mi lascia perplesso e mi rimette in primo piano il dibattito che corre da anni su questo blog, quello sul fatto che anche gli amanti devono avere un’etica e un codice di comportamento con un minimo sindacale.
Che poi, a dirla tutta, io sono favorevole ai risarcimenti in questi casi: anzi, io vorrei che le amanti turlupinate dai bugiardi e finti separati in casa fossero risarcite per legge! Ma questa è un’altra storia della quale parleremo diffusamente più avanti
Sincerely yours
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