Perché un uomo sposato con una donna bella e intelligente, praticamente perfetta, cerca altre donne? Mi sono posto la domanda leggendo un post di alcune amiche, ma anche analizzando una foto, penso ormai famosa, che ha fatto il giro di Facebook: una coppia di sposi per strada, appena usciti dalla Chiesa, con lei raggiante e lui che si volta a guardare una gnocca che passa in minigonna.
Il giorno più bello della sua vita non è sufficiente e superiore a rendere immune il novello sposo dalla solita… distrazione. Ma forse lui, fresco di contratto matrimoniale, ha l’attenuante di essere appena passato da una vita di libertà e singletudine al “Et pluribus Una”, e deve ancora abituarsi a non guardare l’enorme, eccitante, conturbante mondo che gli ronzerà intorno ancora e ancora e al quale lui ha appena “rinunciato”.
Ma il caso più grave è l’uomo già impegnato da tempo, e con la donna perfetta. Lei è bella, intelligente, di successo sul lavoro, brava madre, brava moglie, brava amante, brava tutto… Lui ha fatto bingo eppure… eppure continua a desiderare le altre. Perché?
Questo le donne non lo capiscono, anzi, si sentono offese profondamente dall’idea di un elemento della coppia perfetta talmente egoista o superficiale da mettere in pericolo la vita nel Paradiso terrestre solo per addentare una nuova mela, magari meno rossa e tornita di quella che ha a casa.
Dunque, noi uomini impegnati e baciati dalla fortuna che ci ha regalato la donna perfetta, se desideriamo un’altra (o altre) siamo bacati, infantili, malati, criminali o cosa?
La risposta è… siamo normali, siamo uomini. E siamo dominati da due elementi: la sete di conoscenza/novità e le passioni, dal cibo al sesso. Se non avessimo sete di conoscenza il mondo non avrebbe conosciuto il progresso, ma neanche la distruzione, perché non c’è Jeckyll senza Hyde. Se non fossimo dominati dalle passioni ci mancherebbe il propellente per lanciarci, rischiando anche il migliore status quo, perché più del dolor potè il digiuno, e fatti non foste per viver come sposati o, meglio, come felici ma immobili.
Così la donna che agli occhi altrui sembra perfetta in tutti i dettagli, che tutti ci invidiano, a noi può sembrare… routine. Un “bene” acquisito, su cui poter contare, che dà serenità ma non emozioni.
È tutta qui la scelta: vivere sereni o vivere di emozioni? L’uomo, essere furbo e infingardo, ha già trovato, da secoli, la scappatoia: mi tengo la donna perfetta e mi faccio l’amante. Ma non è questo il punto del post: non è la modalità di come tenere il piede in due scarpe che mi interessa approfondire qui, ma perché il proprietario delle più belle scarpe del mondo ne vuole altre, che magari non sono così belle ma sono NUOVE.
E la novità trascende ogni nostro controllo, perché spesso l’essere più concreto di questa terra, se si parla di donne, si trasforma in sognante. A questo punto, le amiche diranno: idiota, ma ti rendi conto che per un moto dei tuoi ormoni rischi di giocarti la vincita al Superenalotto? Eh, risponde l’uomo tapino, non è che non me ne rendo conto, è che penso sempre che sarò perdonato, che non mi scopriranno, che faccio una cosa non grave perché la fanno tutti…
Giriamola pure come vogliamo: il fatto che un uomo felice possa giocarsi la felicità per uno sfizio ormonal-bambinesco-passionale è un… fatto. E molto diffuso.
Quindi, direte voi? Il maschio felice ma deboluccio è destinato a tradire anche la donna migliore? Dipende dal contratto matrimoniale. Se la coppia si fonda sulle solite promesse che pochi mantengono (ti sarò fedele sempre), non funzionerà. Se si fonda su un patto trasparente, che prende in considerazione la labilità della natura maschile, la fedeltà è forse possibile.
Racconta una Superdonna: sono sposata con un uomo che è sempre stato uno sciupafemmine, infatti prima io ero la sua amante. Conosco la sua natura: per lui le donne sono come i pasticcini, ne è goloso e non gli bastano mai, anche se dovesse venirgli il diabete fulminante. Cosa faccio io? Non mi nascondo dietro la sicurezza della nostra felicità e…
• facciamo tanto sesso. Mai lasciare un uomo in riserva.
• Tengo il guinzaglio corto: non prendetelo come una forma di possesso, è solo un aiuto a restare fedeli. Avere l’abitudine di sentirsi spesso, sapere sempre dov’è l’uno o l’altro, forse non previene le scappatelle ma le rende più difficili, rende più complesse le bugie e gli dà il tempo di contare bene fino a 10 prima di allungare le mani su un’altra.
• Parliamo appena c’è un desiderio. Ci siamo abituati a esternare il fatto che un uomo o una donna ci abbiano colpiti, o ci lusinghi la corte di qualcuno. Il patto è “nessuna scenata” ma il fatto di dirselo già esorcizza, almeno in parte, il desiderio di evadere, previene distrazioni pericolose, rinfocola una sana gelosia che è il motore della passione. E fornisce l’occasione per mettere in luce qualche angolo buio che può formarsi soprattutto nelle coppie di lungo corso.
• Cerchiamo di essere propositivi e non monotoni nella sessualità: qualche sorpresa ci vuole, altrimenti uno le cerca fuori.
Forse queste apparenti “regolette” non basteranno a mettere al sicuro la coppia dalla labilità della natura maschile ma sono sicuramente più efficaci dell’affidarsi alla provvidenza.
Qualcuno dice che la fedeltà è una regola inventata dalla società e che non è nella natura dell’uomo, ma neanche della donna. Altri diranno: ma di che cosa stiamo parlando, di scappatelle? Eh quanto la fai lunga: na lavada, n’asugada, la par neanca adoperada…. Forse ha ragione, ma nel mio romanticismo, un accessorio che ha sempre temperato (a volte aggravato, lo ammetto) la mia voglia di “evadere”, credo nel contratto trasparente che garantisce la prosecuzione della specie “coppia felice”.
Fermo restando il “quanto siamo deboli” di Tognazzesca memoria.
Quando Nicolò, il mio primogenito, aveva 5 anni, ascoltando una mia conversazione con sua madre in commento alle marachelle sue e del fratello, aveva detto: papà, siamo bambini ma siamo pur sempre uomini.
Pur sempre uomini
Sincerely yours
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