Niente trasforma le persone come l’amore. In termini di felicità, ma anche di disperazione. Gli amori travagliati, prima di arrivare alla fine della storia o a un nuovo felice inizio passano per momenti in cui lui e lei hanno le spalle al muro, si trovano cioè in una situazione di impasse emotivo così forte e bloccante da desiderare che un evento straordinario li liberi dal blocco, li stacchi dal muro del dolore dell’impossibilità.
Questa terra di mezzo è un muro, dove a un certo punto lui o lei, o,tutti e due, si ritrovano addossati, incapaci di reagire. L’impasse della situazione, in questa fase, è tale che due persone normali possono arrivare ad anelare un evento esterno e risolutivo, che le tolga dal muro dell’impossibilità di lasciarsi e al tempo stesso di proseguire, di non amarsi più o di amarsi fino in fondo. A volte arrivano a desiderare la morte.
La sala era buia e, sullo schermo, il protagonista guardava scendere la neve nel Cottage dove, solo qualche giorno prima, aveva amato la donna della sua vita. I suoi pensieri erano stati interrotti dall’irruzione sgraziata della moglie, che aveva iniziato a fare una serie di domande superficiali e di logistica inerenti alla loro avvizzita vita di coppia. Lui rispondeva a monosillabi, odiandola per aver interrotto i suoi ricordi e… Per esistere. Dio, ti prego, fai che succeda qualcosa, fai qualcosa che sì…… Mi liberi di lei! In sala, a queste parole, l’uomo si era sentito smarrito. A fianco aveva sua moglie, non la donna della sua vita che, in un’altra sala, in un’altra città, stava assistendo allo stesso film. In un misto di vergogna e di realizzazione, aveva capito che anche lui, non riuscendo a scegliere fra amore e dovere, si era sentito così con le spalle al muro da sperare nella morte decisa da un ente supremo dell’unico ostacolo alla sua felicità. Incapace di decidere di lasciare semplicemente la sua vita precedente e disperato per la vergogna di quel pensiero, aveva ripensato alla morte, ma alla sua, comunque risolutiva.
L’aereo volava sul Mediterraneo. Lui nelle prime file, lei in fondo, con un paio di occhialoni scuri che riuscivano a stento a mascherarne il pianto. Avevano appena passato insieme la settimana più bella della loro vita. Ma ora era finita, e lui doveva tornare alla realtà del suo matrimonio. Non c’era spazio per l’amore, solo per la vita reale. Così avevano consumato, piangendo, l’ultimo meraviglioso amplesso, e si erano detti addio prima di salire sullo stesso aereo. Mentre volava, si faceva in lui spazio una preghiera blasfema: Dio, ti prego, fai cadere questo aereo, decidi tu per me e poni fine a questo strazio. Era sincero, convinto e, in quel momento, disperato. All’aereoporto sua moglie lo aspettava. Lui le aveva sorriso, mentre una figura snella, alta, dai lunghi capelli e con un paio di occhialoni scuri, se ne andava sfiorandolo, forse dalla sua vita. L’aereo non era caduto. Purtroppo, aveva pensato. Ma era stato solo un lampo. La vita doveva continuare.
Daniel Day Lewis, protagonista dell’Età dell’innocenza, emblema della prima storia, sceglie di vivere con la moglie e rinunciare all’amore. Il suo destino sarà quello di una vita serena forse, ma senza amore vero. Chi lo seguiva in sala? Non sappiamo se sia ancora incollato a quel muro, abbia reagito scegliendo l’amore o deciso di vivere come l’attore il resto della sua vita.
Il protagonista della seconda storia è atterrato sano e salvo (e ne sono inconsapevoli riconoscenti i passeggeri di quell’aereo), ma aver pensato in modo così cinico e reale alla morte come via di fuga gli ha aperto gli occhi. Mi dicono che oggi vive con la donna dagli occhiali neri, che ha saputo aspettare. E che hanno molti figli.
L’amore ostacolato è una forza così dirompente che può creare una nuova vita o distruggerla sentimentalmente, sta a noi avere la forza di staccarci dal muro. Niente è così vicino alla morte della felicità come l’amore. E niente può provocare una resurrezione o un’agonia lunga una vita come l’amore. Tutti sopravviviamo a questi sentimenti, per fortuna la vita ci porta avanti senza gesti estremi (parliamo di gente normale, non di pazzi o criminali), ma la felicità può davvero morire o rinascere.
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