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Esseri strani attraversano le nostre vite. Sono la dimostrazione che l’uomo non impara dai suoi errori. Scary monsters and super creeps

IL DESPOTA IMPARATO
Trattasi di uomo o donna che hanno subito, nella loro vita e come molti, il giogo di qualche despota, sul lavoro, in famiglia o nelle amicizie. L’aver sofferto l’ingiustizia e il cazziatone gratuito, il deserto di complimenti per le cose ben fatte e l’inferno di improperi per i minimi errori, ha prodotto in loro un effetto fotocopia. Invece di imparare che dall’odio nasce odio, che dall’umiliazione nasce la vendetta, applicano in una sorta di contrappasso la stessa violenza che hanno subito, pensando che sia la via per il potere. Ma Dio vede e provvede. E poi preferisce i maligni veri, almeno schietti e coerenti con il loro godere del male: le fotocopie sono sempre dei succedanei.

AVE CESARE, MORITURI NON TE SALUTANT
Il saluto dice molto delle persone. Ci sono quelli che non Salutano, anche se li saluti in faccia. Una volta mi sono tolto una soddisfazione: continuavo a incontrare questo condomino che salutavo e lui non ricambiava. L’ho fermato e gli ho detto: si è accorto che l’ho salutata? Ah scusi, no. Ah ecco, quindi? Bbbb uongiorno. Aaaaah mi sono sentito Chuck Norris.

I SALUTATORI GERARCHICI
sempre sui saluti. Quelli che salutano in base al grado. Incontro con capo e sottoposto: saluto fervente al capo e non al sottoposto, che potrebbe non esistere. Il giorno dopo: il sottoposto e un collaboratore. Saluti entusiastici al sottoposto e non al collaboratore. Dal benzinaio: saluti al titolare e non all’addetto alla pompa. Un mito

GLI STRABICI
magari sei stato seduto a cena con loro, amici di amici. Poi te li trovi davanti in un negozio, incroci il loro sguardo e sorridi, pronto a salutare. E lì avviene un miracolo: la loro vista diventa periferica, diplope, stroboscopica, camaleontica. Pur di non salutarti, per far finta di non vedere, dovranno ricorrere al laser oftalmologico. Ma perché?

QUANDO VUOI
Tesoooro amooore perché non vieni a trovarci in villa? Ma che gentile, volentieri, quando potrebbe essere? Quando vuoi. Una volta mi presento con i tre figli alle 20 di sabato a digiuno da due giorni.

HO TANTO BISOGNO
Raccomandato (è bravo e ha tanto bisogno, dagli 5 minuti per favore) arriva e si spertica in lodi sul giornale. Tanto entusiasmo, ma non ha imparato a memoria il giornale. Vabbé sarà agitato, è giovane. Proposte? Esegesi dell’universo oppure la cellulite secondo il diritto romano. Vabbé (che si sta trasformando in vabbuò) facciamo così: ti assegno io un tema e facciamo una prova. Quando te lo devo consegnare? Quando vuoi… (Ghigno satanico della vecchia scuola giornalistica, della serie vediamo se hai capito che significa domani). Sparito. Passa una settimana e chiamo il raccomandante per sapere se il raccomandato è morto di fame. No, sta bene. Ecco, quando ha bisogno mandagli un assegno. Tuo

IL CORO GRECO… A UNA VOCE
Aaaaaaaaaaaaaaah. Un urlo spezza il silenzio della stanza. Tutti si voltano verso di lui, l’uomo che deve sempre essere al centro dell’attenzione, condannato ormai al limbo e all’indifferenza anche se dovesse essere trafitto da una lancia in mezzo a san siro prima del derby. Una voce pietosa gli chiede, sbagliando: che cosa ti è successo! Oddio, ho appena saputo che un mio carissimo amico ha avuto un incidente gravisssssssimo e sta malissssimo. Piange. Gli astanti, imbarazzati, gli chiedono: ma, ma come si chiama questo tuo amico carisssssimo? NON ME LO RICORDO

DRACULA PER AMICO
cavoli, hai saputo? Il marito le fa le corna con la migliore amica, ma mi raccomando, non dirlo a nessuno. È una tragedia, io la conosco bene, e non sai quanto soffra per lei, a volte piango! Certo, lei è bruttina… Oddio l’hai vista come si veste? E poi secondo me non se lo scopa da anni. Mah sì, lei è distante anni luce da lui, così sciatta e ordinaria… Però che tragedia! Che vergogna! Ah ci ha provato anche con me!

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