
L’ennesimo articolo sulle fantasie sessuali femminili scatena giustamente l’amica Grazia Scanavini che di sesso vero e non sesso marketing è attenta e seria osservatrice. Grazia replica con Fantasie Sessuali quello che le donne non dicono (qui), che vi invito a leggere. Io aggiungo solo il mio pensiero.
Grazia ha ragione: spesso quello che si legge sul web e sui giornali sulla sessualità, salvo rare eccezioni, ha qualcosa di stantio, di deja vu, di banalità, di bacchettonismo preordinato, di tesi precostituita. La paura è ledere la sensibilità del grande pubblico, che invece legge queste cose proprio per non trovare banalità, per essere stuzzicato, stupito e segretamente riconoscersi (inconsciamente o meno). E invece ci ritrova le stesse solite cose.
Così le fantasie sessuali delle donne diventano icone mummificate e, soprattutto, vengono anche interpretate come disfunzioni psicologiche o di coppia, come bisogni devianti e deviati. La fotocopiatrice del farlo in pubblico, farlo con un altro, essere presa con la forza ha versato fiumi di inchiostro noioso in milioni di pagine, digitali e non. E continua a farlo.
Il problema a monte? Basarsi troppo spesso su sondaggi poco scientifici e che lasciano il tempo che trovano e che hanno come principale peccato originale il fatto che mai e poi mai gli italiani diranno la verità sulla loro sessualità in un’intervista che, in qualche modo, possa metterli alla berlina.
Anche l’anonimato non è, parlando di sesso, sempre fonte di sicurezza totale in un mondo di spioni. Quindi si mente, si dice al massimo una mezza verità o, peggio, si dichiara quello che tutti si aspettano venga dichiarato.
Così tutti gli uomini ce l’hanno grosso e durano tre ore, e tutte le donne hanno l’orgasmo vaginale, sono multiorgasmiche e non fingono mai. E mai e poi mai farebbero cose disdicevoli da cattivone, e la misura di lui non è importante perché è più importante il sentimento. E gli scambisti fanno schifo, anche se aumentano sempre di più e non si sa perché.Saranno i costumi ormai corrotti…
Intendiamoci, queste “ricerche” e sondaggi non dicono il falso, sono gli intervistati che lo dicono. Ma il risultato è sempre quello: una fotografia noiosa, e sempre uguale a se stessa, della sessualità generale.
Nel post di Grazia trovo particolarmente interessanti le fantasie sessuali maschili che, per una volta, non vengono trattate con i soliti noti. Che gli uomini si eccitino a vedere altri uomini che fanno sesso con una o più donne, cioè che non focalizzino l’atto solo sulla donna ma nell’insieme, è una cosa molto diffusa ma che non viene mai citata dagli uomini perché noi maschi eterosessuali abbiamo spesso paura che si fraintenda, anche minimamente, la nostra totale propensione per la donna. Ma anche se uno è etero, non è che su Youporn guarda solo metà schermo.
Mi ricordo mio padre, che era un corrispondente in Italia per un famoso giornale tedesco, che mi raccontava che ad Amburgo lo portavano a vedere gli spettacoli dove sul palco si esibivano un uomo e una donna in una sorta di video porno live antelitteram, e questo succedeva 50 anni fa. A lui non era piaciuto per nulla lo spettacolino e non ci era tornato, ma in Germania allora era lo show porno che andava per la maggiore. Questo per dirvi che è la sinergia sessuale che guardiamo, ma dichiariamo che ci piace solo la parte femminile, ha ragione Grazia. Poi ognuno di noi avrà una più o meno spiccata sensibilità per certe scene, ma tutto ciò non verrà mai dichiarato urbi et orbi.
Insomma, le fantasie sessuali dichiarate ogni due per tre al mondo non sono fantasie, sono copioni già scritti. Semplicemente perché quello che conta e che cosa penseranno gli altri, che cosa vogliono gli altri. E come ci giudicheranno.
Un atteggiamento che mi ricorda quando mi capita di intervistare qualcuno che si capisce che non ha nessun interesse a dire il suo vero pensiero, non pensa a comunicarlo a tutti, ma è totalmente concentrato su chi, di quelli che conosce, fossero anche solo due o tre, penseranno e diranno leggendolo. Sono le peggiori interviste, spesso cestinate, perché chi parla diventa criptico, recita un copione, dice cose scontate, nasconde la verità. E’, in sintesi, noiosissimo e scontato.
Una volta mi è persino capitato di dover cancellare un intervento su questo blog perché chi mi aveva dapprima chiesto di collaborare, vedendo il linguaggio diretto che uso quando parlo di sesso e di coppia, paventava reazioni negative dei suoi lettori e conoscenti, un gruppo di ascolto della serie “ma non si dice culo!”.
Trovo invece il campione utilizzato da Grazia, seppur limitato, vero e franco: chi è abituato a interloquire con lei credo abbia imparato a liberarsi da certi schemi bacchettoni, almeno quando è garantito l’anonimato.
Per il resto, in Italia il sesso vero raccontato non esiste. Siamo tutti delle verginelle. O degli attori dove l’atto viene consumato sotto le lenzuola, come nei film americani degli anni sessanta.
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