
Su Facebook il concetto di amicizia si distorce, al punto di avere il rischio di prevalere sulla realtà. Così, se un amico virtuale ti banna o tu lo banni sparisce. Ma se è un amico anche nella vita reale, cosa può succedere?
Avete presente i Duellanti di Ridley Scott? Film memorabile del 1977 dove, per motivi spesso banali due ufficiali napoleonici, interpetati mirabilmente da Keith Carradine e Harvey Keitel, passano la vita a ferirsi in duelli che non finiscono mai. Ecco, io e un mio amico, su Facebook, eravamo diventati così, mentre nella vita reale rimanevamo ottimi interlocutori.
Politica, sessualità, persino la fede calcistica: su niente o quasi andavamo d’accordo su FB, e la cosa era fonte spesso di dibattiti, a volte interessanti, a volte sterili, a volte ridicoli. Ma è Facebook, la platea delle mille e una notte, dalle cose serie alle cazzate più estreme, digerisce tutto, regge tutto. O meglio, dovrebbe reggerlo l’amicizia vera, quella reale, dietro la bacheca.
Cosa è successo? Uno scazzo su un tema politico, varie provocazioni (io dico schiettamente sempre quello che penso in pubblico) e lui mi banna. Sì, ok, l’avevo bannato io due volte prima molto tempo fa, ma gli avevo chiesto l’amicizia di nuovo. Questa volta però… Sento che lui ha abbandonato definitivamente il campo del duello, il film è finito. Su Facebook, ma della nostra amicizia reale cosa ne sarà?
Trovo che uno degli strumenti di Facebook più intelligenti sia proprio la possibiltà di bannare i fastidiosi. Nella vita reale questa possibilità spesso non c’è. Devi convivere con molte persone che nella vita non frequenteresti mai, sopportandole per motivi di educazione, di convenienza, di rapporti professionali. Invece, nel paradiso di Facebook, con un click ti togli di torno le zanzare più fastidiose, quelle che stanno sulla tua bacheca solo per il gusto di punzecchiarti. Bellissimo.
Ma lasciamo stare la vicenda personale, che è però per me un buon spunto di riflessione per farci un post. Il punto non è essere bannati da un amico virtuale (io l’ho fatto prima di lui e con lui due volte, e avevo minacciato di rifarlo poco prima che lui mi precedesse); il punto è: cosa succede in questi casi all’amicizia reale, se c’è anche quella?
Nella vita reale io sono uguale a quello che voi potete leggere su Facebook: stesse idee, stessa tracotanza, stessa sicurezza, stesso linguaggio. Invece mi colpiscono le “doppie personalità”, molto aggressive su web e normali fuori. Sembra che i social siano in grado di scatenare istinti che poi non corrispondono alla realtà della persona. Mi colpisce perché io invece sono davvero uguale anche nel virtuale, ed è forse questa genuinità che fa apprezzare questo blog e anche quello che scrivo sui Social.
Per me quindi non è una questione di audience, o viene o non viene: io scrivo quello che penso. Forse, invece, per molti, prevale il chi ti legge, non il cosa pensi davvero. Che allora prende colori molto più aggressivi, spesso distorcendosi in qualcosa che, in un dialogo vis a vis, sarebbe totalmente diverso e pacato, magari fermo e sicuro, ma mai fuori dalle righe.
Molte persone invece su Facebook devono rivestire un ruolo che non gli assomiglia, una maschera: sono veri o no? Dicono sul serio o no? Non sono un analista, ma ci sarà un perché. Magari anche positivo: i social sono un bel bacino di sfogo. E sfogarsi fa bene. Forse fa bene anche interpetare un ruolo che non è il tuo, o costruire tutta la tua letteratura virtuale sui post degli altri.
Io rispetto tutti, anche coloro che fanno da spettatori silenti e mettono solo mi piace. Molto meno quelli che non condividono mai (leggi qui). E poi libera dalla solitudine: molte persone sarebbero davvero sole senza FB. Ma questa non è vita reale.
Certo FB ha un enorme limite nella gestione delle amicizie: la scrittura. Quante volte ci è capitato di scrivere una mail un po’ secca per motivi di tempo che è stata presa come maleducata? Nel virtuale arriva un presunto schiaffone e tu puoi replicare, bannare o, come consiglio e faccio, cercare di spiegarti meglio in chat. O, meglio ancora, al telefono. Perché il dito sul telefonino non è il sesto senso della socialità, la voce sì, la faccia sì. Ma è così comodo bannare…
Ma torniamo all’incipit: che cosa succede all’amicizia reale quando c’è una rottura nel virtuale? Secondo me dipende tutto da quanto la vita vissuta su Facebook sia importante, quella che si vorrebbe vivere, quella che lui o lei vorrebbero essere. E quanto la vita virtuale di quella persona abbia compresso o invaso la sua vita reale. E quanto conti il pensiero degli altri invece di quello dei due interlocutori: chi prenderà più mi piace, chi avrà commenti pro e contro…
Forte invece di debole, bella invece di brutta, personaggio acclamato dalla folla virtuale invece di una persona timida, sexy invece di suora, ardito al posto di riflessivo, spavaldo invece che cauto… Facebook è un palcoscenico che può travolgere sia la personalità, sia l’amicizia vera e non. Soprattutto se conta di più la facciata della sostanza.
Interessante, in questi casi, vedere che cosa scrive il bannatore dopo il fattaccio sulla sua bacheca. Più sarà forte la soddisfazione di aver bannato l’altro, più ci sarà indulgenza verso quelli che gli scrivono “hai fatto bene, era un cretino”, più ci sarà un bearsi della cosa e più la realtà virtuale di quella amicizia avrà preso il sopravvento su quella reale.
L’amicizia su Facebook è di base un fake: o si traduce in un incontro reale, prima o poi, o è destinata a diventare un avatar dell’amicizia vera, labile come una battuta. Oddio, io non potrei mai essere amico di persone lontane se non ci fosse FB (e certe davvero splendide), ma ho sempre voluto incontrarle e prima o poi le incontrerò, altrimenti nulla durerà.
L’amicizia reale è invece un Sacramento: o tiene o non tiene, e va sempre innaffiata in due. Certo, ci sono le amicizie di serie B, quelle che vanno e vengono, e io convengo con Wilde, che diceva che chi ha più di tre amici veri è un idiota. Ora, dopo Facebook, ci sono anche le amicizie di serie C, quelle che crollano a causa di un post.
Ben venga questa selezione… digitale però. Vero: non abbiamo tempo di essere amici di tutti e Internet ci dà modo di avere tanti per scremare pochi, ma per favore, cerchiamo di essere noi stessi anche un po’ sul virtuale. Oppure, molto più coerentemente, mettiamo la foto di una bella gnocca o di un figone sul nostro profilo e viviamo FB come una vita parallela. Tanti lo fanno già.
Per me rimane più consono essere me stesso sempre. Fermo restando che è la vita vera quella che conta, anche se siamo attaccati sempre, io per primo, a tutti questi magnifici aggeggi interattivi.
Sincerely yours
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