
Le donne che tirano troppo la corda dopo il primo incontro con un uomo, cioè esagerano con pretese, test di affidabilità e tempi biblici prima di concedere quella che i nostri nonni chiamavano la “prova d’amore”, che tradotto in slang moderno significa “finalmente darcela”, si terranno forse al sicuro da esperienze negative (probabilmente le ennesime nella loro storia sentimentale), ma perderanno altrettanto sicuramente buone occasioni e buoni partner, perché a tutto c’è un limite, e la corda dell’uomo medio italiano, si sa, è in genere corta e spesso fragile.
Meglio sole che male accompagnate? Certo, ma se siete fra quelle che hanno deciso di archiviare sentimenti e sesso perché “non se ne salva uno” è inutile che leggiate questo articolo, ed è forse meglio che vi compriate un gatto, animale che, peraltro, io amo quasi come il cane, ma che è tipico nell’immaginario maschile del ritiro femminile dalle attività sportive.
Battute a parte, le cattive esperienze del passato mi auguro che comunque vi abbiano lasciato un sano margine per farvi, almeno ogni tanto, un “tagliando” divertente e spensierato con qualcuno che forse non vi sposerà, ma vi farà raggiungere almeno un orgasmo. Serenità e spensieratezza (vere, non “forzate”), almeno una tantum, a voi: ve lo auguro davvero.
Ma se non siete delle kabuliste del “adesso basta uomini” e “fanno schifo tutti non se ne salva uno“, o per voi questo è solo un momento di scoramento e passaggio (certi uomini, vi capisco, farebbero passare la voglia di avere una relazione anche alla più passionale delle donne), forse qualche considerazione maschile su questo tema può esservi d’aiuto per rettificare il tiro della vostra gestione delle relazioni amorose, impedendovi appunto di tirare la corda della pazienza dell’uomo medio al punto da farla spezzare prima di capire se lui è un soggetto da “ne vale la pena o no”.
Intendiamoci, chi mi segue su questo blog sa che non sono tenero con l’uomo medio italiano. Questo blog è ricco di profili che descrivono cosa offre in genere il cosiddetto mercato degli uomini papabili, fra single, sposati, separati e divorziati.
Il panorama può essere desolante ma, credetemi, pur facendo il pessimista, di uomini potenzialmente “normali”, e cioè in grado di interessarsi a una donna non solo per le sue grazie, non morti di figa e in grado di costruire una relazione decente e duratura (almeno qualche mese?) ce ne sono. Tre su dieci? Quattro su dieci? Non lo so, ci sono e non sono così rari, testimoniano le mie fonti, che poi siete voi lettrici che mi raccontate le vostre esperienze, passate e contemporanee.
Dunque facciamo il caso che incontriate un uomo che, all’apparenza e di primo acchito, ha una serie di caratteristiche sufficienti per farne la conoscenza reale o, se lo avete conosciuto fuori dai social, proseguire nella famosa e naturale escalation di incontri. Vi piace, è simpatico, è libero (ciò vuol dire single o separato -c’è ne sono tanti-, e comunque in grado di frequentarvi e dedicarvi tempo decentemente).
Avete sezionato il suo profilo facebook scrutando fra i suoi post, avete analizzato le sue fotografie, avete controllato amicizie soprattutto per accertarvi che non sia un pescatore a strascico di donne, avete chattato con lui facendo domande dirette o trabocchetto, alla ricerca di bugie incongruenze o contraddizioni. Lui vi ha risposto gentile, sereno e anche convincente. Insomma, ha superato il primo livello del test “è uno papabile?”. E quindi decidete di accettare un suo invito.
Già invito, ma quale? Voi pensate sempre che l’uomo voglia andare al sodo il più in fretta possibile e non perdere tempo mentre voi siete magari per il caffè, un modo mininvasivo per passare al secondo livello del test senza “compromettersi” con un aperitivo o, “peggio”, una cena.
Anche l’uomo, invece, se vi ha conosciuto solo sui social e ha dubbi sulla vostra reale bellezza (certe foto e filtri fanno miracoli, e voi lo sapete) potrebbe preferire come voi un semplice caffè di partenza ma… se è un “coraggioso” e si dimostra convinto delle vostre “potenzialità di partner”, se vi trova davvero interessante, potrebbe offrirvi subito un aperitivo con possibile sforamento su cena e dopocena, persino direttamente la cena! Orrore! Orrore? E perché ? Il fatto che voglia stare con voi più di un caffè non significa che sia della orrida (appunto) categoria “io ti pago la cena e quindi tu ci devi stare”. Quindi primo consiglio: non tirate la corda e accettate almeno l’aperitivo, persino la cena, perché no.
Il primo incontro faccia a faccia è importante. O si va avanti o ci si saluta, spesso dicendo il fatidico ci sentiamo, mentre io preferirei uno schietto “non sei il mio tipo, scusa, amici come prima”.
Discorsi invece della serie “guarda sono uscita ma ho un periodo no e non voglio o cerco nessuno” o sono veri, e quindi vanno rispettati ma andrebbero fatti correttamente PRIMA di uscire, altrimenti che cazzo ci esci a fare ( non tiratemi fuori la storia dell’amicizia fra uomo e donna che non esiste, Leggete qui), oppure se sono finti e sono un test per vedere se lui, nonostante oggettive e dichiarate difficoltà (della serie questa è una difficilissima da conquistare) va avanti col corteggiamento, non ci siamo.
Gli uomini non vanno smontati ma neanche galvanizzati con una sorta di pretattica, perché esagerare dicendo non voglio nessuno non cerco nessuno non me ne frega niente è dichiarare disinteresse e tirare la corda. Scappa di sicuro quello che vuole una botta e via, ma rischia di scappare, se non subito a breve, anche il più paziente degli uomini normali al quale magari interessate. Quindi se “Non mi interessa più” è un bluff, è un bluff sbagliato e un autogol. Se è vero non usciteci, non esiste un uomo, soprattutto appena conosciuto, che vuole SOLO diventare vostro amico.
Tutti vogliamo portarvi a letto, anche se non tutti vogliono solo quello, ma comunque sempre ANCHE quello. Si chiama NORMALITÀ, non morire di figa. Lo si vede soprattutto in quegli uomini in cui capite chiaramente che non hanno bisogno di elemosinare sesso in giro perché, se come voi sono attraenti o interessanti, le scopate si rimediano sempre.
Non esagerare, non tirare troppo la corda significa anche non pretendere l’impossibile, tipo un contratto scritto. Racconta un caro amico, di solito paziente con le donne e sicuramente di successo con loro, che gli è capitato di recente una nuova conoscente incontrata su un social, una situazione talmente assurda ma così reale da avermi ispirato questo articolo. All’inizio tutto bene sembra: le chat si susseguono in un crescendo rossiniano fino all’appuntamento per un caffè (vi ho già detto che cosa penso del caffè). La ragazza però abita lontano e il mio amico, lei dice, dovrebbe andarci apposta a prendere il caffè, insomma lei pretende una specie di prova d’amore da 600 chilometri circa. Lui, secondo me più che intelligentemente da persona normale, risponde che con gli impegni lavorativi (sì, anche gli uomini lavorano) che ha magari potrebbe associare l’utile al dilettevole, e le chiede di aspettare un’occasione, non distante di secoli, di una sua visita non dico proprio lì, ma magari a un’ora di auto. Apriti cielo. Il mio amico viene investito da vituperi, accuse di pressapochismo e pescatore a strascico, morto di figa e inattendibile… Ma ti chiedo, cara signora neanche tanto imberbe, ma per caso tutte queste pretese da post matrimonio sono il frutto di una consumazione biblica? Di un contratto, di una fideiussione o di un bel cambialone? No? E allora, scusa lo dico io per il mio amico, che cazzo pretendi? Fra di voi c’è la Salerno Reggio Calabria, non vi siete mai visti, mai baciati e tu, per il primo caffè, pretendi il mondo e metti pure in dubbio la serietà di una persona? Ma allora sei peggio della Patata d’oro (leggi qui), che almeno questi casini li fa dopo essere stata a letto col malcapitato, non prima.
Ma lasciamo perdere le tiratrici di corda assurde e torniamo a quelle più reali ma non meno diffuse. Quelle che ci prendi l’aperitivo, ti fanno il secondo test (il primo è quello in chat) e lo passi.
Poi ci fai la prima cena, aridaie con le stesse domande (mixate e cammuffate in modo diverso ma sono le stesse della chat e dell’aperitivo), le superi e non osi neanche tentare di portartela a letto perché si sa, per le donne italiane andare a letto la prima sera con un uomo, per quanto bello simpatico e a prova di test non si fa. E’ disdicevole, poi che idea si fa lui, il mondo… Solo poche donne evolute sono in grado di gestire una decisione del genere.
Sì, ho detto evolute, perché il sesso non deve c’entrare nulla con la storia in atto, non è merce di scambio: l’uomo che pensa “le ho offerto una, due, tre cene ora me la deve dare per forza” è un pirla certo, ma anche la donna che pensa “non gliela devo dare finché proprio non ne può più” è una tiratrice di corda che ci si impicca da sola. Il sesso NON E’ MERCE DI SCAMBIO, E VALE ANCHE PER LE DONNE. E’ semplicemente, normalmente, il gioco più bello del mondo, il linguaggio più profondo, l’esperanto dei sessi, la normalità fra un uomo e una donna che si incontrano e si piacciono.
Quindi non usate il sesso all’orizzonte per prolungare inutilmente i test. Sapete quando devono finire i test? Non contano le cene, gli aperitivi, la supercazzola: i test devono finire quando ci si bacia.
Il bacio è quasi tutto. Quando facevo legge si diceva: dato diritto privato mezzo avvocato. Ecco: dato un bacio sai se puoi andare avanti o no, perché ha un’intimità forse più significativa di un primo amplesso.
Quindi, che fa la tiratrice di corda? Dopo il primo bacio, andato bene (se va male ciao a tutti, è giusto), riprende la litania delle cene, degli appuntamenti interrogatorio, del tornare indietro invece di andare avanti. Cara amica, o sei convinta oppure no. Non sei convinta? Si convincerà lui perché la corda si strappa, e tu avrai perso una persona che ha già dimostrato pazienza e disponibilità, merce rara nel maschio medio italiano.
E sparirà dalla tua vita. Chissà, magari sarebbe stata una bella storia, ma non lo saprai mai, perché hai preferito il terzo grado a una bella, sana, illuminante scopata (anche per te, mica scopa e gode solo lui no?).
Peccato. Anche perché tornare indietro raramente è possibile in questi casi. Perché se lui ha investito parecchio tempo (e denaro, sì di questi tempi conta molto, deve contare molto, fermo restando come la penso io sul tema: leggi qui) fino a che, tirando la corda, si è rotta, non avrà voglia di ripararla. E magari, la volta dopo, la taglierà lui per primo, la corda.
Dico sempre che il mercato degli uomini papabili è spesso disarmante e proprio per colpa degli uomini, ma ci sono casi in cui il concorso di colpa è evidente. A nessuno piace essere tamponato perché avete voluto mettervi il rossetto per la quinta volta mentre siete alla guida…
Quindi fate selezione ma non tirate troppo la corda, amiche mie, piuttosto mandateci a cagare, scusate lo slang, prima, subito, e in fretta. Soprattutto, come dicono le mitiche protagoniste di Sex and the city, “forse la stai tirando alla lunga perché non ti piace davvero”. Ma allora siate corrette come lo sanno essere solo le Superdonne: sganciate in fretta.
Sincerely yours
18Commenti