
Lui ti ha lasciato, o si è fatto lasciare (per stremo delle tue forze) e ora sei lì a disperarti pensando ai bei tempi passati? Sei lì a farti mille seghe mentali sul perché ti diceva che ti amava tanto e poi “puff”, sparito per un’altra o per la moglie? Sei lì a stare chiusa in casa mangiandoti le unghie e chili di cioccolato pensando a quanto il tuo mondo sia solo ancora e sempre lui? Sei lì a pensare che tutti gli uomini sono degli stronzi ed è meglio comprare un gatto, forse due?
Inutile e sbagliato. La rinascita è a portata di mano e, credimi, migliaia di storie scritte su questo blog ne sono la prova. Basta un po’ di tempo (in due mesi si sta già molto meglio) e “aiutati che il Ciel ti aiuta“, che tradotto in questo blog significa che devi ricominciare a uscire e trovarti un CHIODO, cioè un uomo che ha una caratteristica fondamentale, come spiego nel mio precedente articolo: regala spensieratezza (e non serve andarci a letto, almeno non subito e mai se non se lo merita).
Per questo ospito volentieri Silvia che, oltre a essere una assidua lettrice e commentatrice illuminata, sta mettendo in pratica con successo la teoria del chiodo scaccia chiodo e ce lo racconta qui di seguito, facendo una vera e propria CLASSIFICA DEL CHIODO. Lei parla di amanti di lungo corso, ma la sua/nostra regola vale anche per i fidanzati innamorati lasciati in tangenziale. Vai Silvia!
Il “Chiodo”(cit. A.N.Pellizzari) è un uomo piacente, piacevole e soprattutto LIBERO che avrà il compito -grato per noi, forse ingrato per lui- come un novello Caronte, di traghettarci fuori dalla palude degli amanti, se non verso una verdissima prateria con casetta, giardino, 5 figli e 15 gatti, quantomeno verso un normale e banale praticello in grado di ricordarci che esiste un mondo normale di relazioni al di là della melma vischiosa che abbiamo sperimentato nella palude.
Abbiamo già appurato che, dopo una lunga storia da amante, una delle cure più efficaci da seguire per tirarsi fuori dal baratro è la “chiodo-terapia”.
La regola base perchè il chiodo funzioni è che deve essere solo e soltanto considerato come uno strumento per distogliere la nostra attenzione ed energia dall’amante.
Ma quello che dobbiamo stamparci sulla fronte è che il chiodo è qualcosa di funzionale a noi, una medicina da prendere se e solo se ci va di farlo e nelle dosi che noi riteniamo opportune per tirarci fuori da quella palude nella quale non riusciamo più a muoverci.
In questa fase è controproducente fare cose che non abbiamo voglia di fare, quindi non dobbiamo andarci a letto solo per ripicca se non ce la sentiamo, ma dobbiamo solo cogliere l’occasione per staccare testa e cuore da situazioni che hanno già prosciugato abbondantemente la nostra energia e che d’ora in avanti non dobbiamo più alimentare in alcun modo.
Attenzione però: non è sufficiente trovare un “chiodo”… va scelto. Quindi è necessario identificare pochi requisiti di base che il chiodo deve soddisfare per poter assolvere alla sua funzione, pena esclusione della sua candidatura.
Il nostro amante (o ex) è sposato, è tipicamente pesante, spesso fa le cose più complicate di quello che sono e non è assolutamente rispettoso di noi in nessun senso quindi, a pensarci bene, i requisiti del chiodo sono basati sulla regola dell’opposto.
Il chiodo deve essere…
1. Libero: il chiodo deve essere rigorosamente single, se no siamo punto e a capo.
2. Leggero: la leggerezza è un requisito irrinunciabile nel chiodo.
3. Semplificatore: Il chiodo deve semplificare e facilitare il nostro processo di guarigione, non sono quindi ammessi gli indecisi, i fanatici delle seghe mentali e nemmeno i finti intellettuali.
4. Rispettoso: se gli facciamo notre che non è aria e quel giorno non abbiamo voglia di vederlo, lui deve stare nel suo e rispettare il territorio. Questo per noi non è l’inizio di una storia, è un pezzo necessaio alla nostra guarigione e come tale va vissuto.
Il chiodo è quindi uno strumento che, a seconda della tipologia e durata della nostra storia precedente, può assumere diverse forme variando di intensità ed efficacia ma che, in ogni caso, deve rispondere a dei requisiti specifici e deve avere l’unico scopo di tirarci fuori dalla palude, iniziando a corrodere lentamente ma inesorabilmente tutta quell’area di pensieri ed emozioni dedicata in esclusiva a “lui”, all’ex, esattamente al pari di una nuova app sullo smartphone che ti rialloca lo spazio in memoria.
Esistono poi varie sfumature di chiodo, ma la classifica può essere come segue:
• Chiodino: flirt superficiale, il tipo conosciuto in palestra che ti dà una mano a fare la panca, il barista che ti fa il cuoricino sul cappuccino la mattina e ti fa pure gli occhi dolci. Con il chiodino ci fai due chiacchiere, non necessariamente ci si è scambiati i numeri di telefono, al massimo siamo amici su facebook e instagram e ci mettiamo qualche like a vicenda, ma questo permette già di sottrarre quei 40 secondi di pensiero all’area suddettadedicata a “lui”. Se è carino e ci va, al chiodino possiamo anche dare il numero di telefono e uscirci a fare una bevuta, durante la quale verrà decisa la sua sorte (eventuale upgrade in classifica o cancellazione insindacabile dalla lista).
• Chiodo: a questa fase ci si può arrivare per upgrade dalla precedente, se la prima serata è andata discretamente, lui non ci ha fatto cascare le braccia (e le ovaie), ha retto bene una conversazione di due-tre ore e ha rispettato i minimi sindacali di educazione e galanteria (ha pagato la bevuta, per esempio). Se dopo inizia uno scambio di whatsappini e c’è anche qualche telefonata, può scattare la seconda uscita, ma solo dopo decideremo se l’upgrade a chiodo può essere effettuato. Side effect importante, qui i 40 secondi sottratti al pensiero di “lui” iniziano a diventare minuti, anche ore se l’uscita funziona bene, a seconda della validità del chiodo. E, ricordiamoci, questo è il nostro primo vero obiettivo nel suo utilizzo.
• Master Chiodo: un vero chiodo lo si può diventare dopo un po’ di frequentazione, telefonate e qualche uscita decente in cui siamo state bene e, ovviamente, in cui c’è stato qualche contatto fisico, magari un bacio, perché dobbiamo capire se toccarlo e avvicinarci fisicamente a lui ci fa schifo, ci è indifferente o ci può piacere. Più il chiodo sale in classifica e migliora la sua presenza nel quotidiano, più la porzione di RAM dedicata all’amante o ex amante si ridimensionerà.
• Chiodo Supremo: quando ci andiamo a letto una, due, più volte, il chiodo sta egregiamente assolvendo alla sua funzione, pertanto diventa supremo a pieno titolo.
Grazie Silvia, preziosa e divertente classifica. Ma, a parte i sorrisi che può strappare la descrizione dei vari chiodi, c’è molto di vero in quello che dice la nostra amica, anche perché ha provato sulla sua pelle quanto un uomo può deludere e ferire. Ma oggi, anche grazie al “aiutati che il CHIODO ti aiuta”, è quasi fuori dal tunnel.
Leggete, commentate, confrontatevi… anche lei vi risponderà.
Sincerely yours
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