
Inauguro la nuova sezione Storie: i miei casi risolti (storie dal counseling), dedicata alle storie a lieto fine che ho contribuito a risolvere (finalmente direte voi, parliamo sempre di problemi…), con questa storia di due amanti innamorati che sono riusciti a rientrare in quel famoso 20% che, secondo La matematica del cuore e l’Epidemiologia di coppia, rappresenta la quota di amantati che diventano coppie ufficiali. Sognate un po’ con noi.
Anna e Alberto si conoscono da diversi anni. Sposati entrambi con figli piccoli sono da sempre vicini di casa.
Anna ha un matrimonio che si trascina da qualche anno: la crisi di coppia è strisciante, mai troppo evidente, anche perché il marito, quando lei ha tentato più volte di affrontare il discorso affievolimento dell’interesse e scarsità dei rapporti sessuali ha sempre fatto lo struzzo: il problema non esiste, succede a tutti così, negli anni i matrimoni diventano più “piatti”, è normale e, secondo lui, ci si può fare poco o niente.
Ma ad Anna gli struzzi non piacciono e non bastano così, piano piano, mese dopo mese, si accorge di Alberto.
Alberto l’ha sempre guardata e desiderata, ma lui non ha nessuna intenzione di intaccare il suo matrimonio con una storia seria. La sua coppia vivacchia, ma sostanzialmente con una certa serenità routinaria. Certo, non si può chiamare felicità, ma si tira avanti. Magari con qualche stampella periodica: Alberto ha già tradito la moglie qualche volta, Anna mai il suo. Alberto non è un seriale classico, intendiamoci, o meglio: io lo definirei un seriale di quelli “calmi”, da stampella periodica appunto, che non hanno bisogno di farsene almeno tre all’anno per sopravvivere alla noia del sesso matrimoniale, però quando gli capita l’occasione giusta non disdegna. Ma non sono mai storie serie, e mai lunghe. Solo sesso, o poco più.
Anna è sempre più attratta da Alberto, e inizia a non nasconderglielo più, anche perché i rapporti con il marito si sono azzerati e lei li rifiuta ormai palesemente, avendo dichiarato la crisi ufficialmente a riprova che gli amanti non sono quasi mai causa del fallimento di un matrimonio, ma solo il sintomo più importante.
Anna e Alberto si mettono insieme ma lui è chiaro: io non lascio la mia famiglia, se non ti avessi incontrato non ci sarebbero problemi (a parte qualche scopata in giro ogni tanto…). Ma Anna, e lo si capisce da subito, non è una scopata qualunque: lui la stima, si confronta, la ammira, si confida sempre di più. Non è innamorato ma inizia a rendersi conto che quella potrebbe essere più di un’avventura. Però mantiene un minimo di distanza: mai promesse o progetti, lui vuole essere sempre corretto.
Anna invece si innamora da subito: lei è più avanti di Alberto nel percorso della fine della coppia ufficiale, anche se non ci sono ancora le carte. Alberto invece vive quel tipico Wait and see dei maschi, e si limita a godersi la parte ludica dell’amantato senza troppi (qualcuno c’è però da subito) pensieri sul futuro.
Passano i primi sei mesi di amantato ludico e, anche se le cose vanno benissimo e gli incontri sono frequenti e appaganti, Anna si rende conto che Alberto non fa progressi, e che andrebbe avanti così per anni. E non le va bene. Soffre. Così mi contatta e iniziamo il counseling.
L’obiettivo è duplice: Anna deve far capire ad Alberto che così non si va avanti perché a lei non basta e non vuole fare l’amante ancora a lungo e quindi, se lui la ama veramente, deve fissare con lei una road map seria con una data certa (al massimo il compimento dell’anno della loro storia) oppure, fermarsi e scegliere definitivamente la sua famiglia. Comunque vada, e indipendentemente da Alberto, Anna si separerà. È giovane, bella, suo marito è un bravo genitore e i figli potranno essere gestiti, anzi: Anna prevede già un supporto psicologico per renderli edotti della separazione prossima dei genitori.
Anna è avanti nel suo percorso, ma sarà in grado di reggere il Codice del silenzio, innamorata com’è? Con il mio aiuto e la sua forza di volontà (non c’è dipendenza nel suo caso, sa scegliere, va solo guidata e sostenuta nelle scelte più giuste), attraverso un percorso di colloqui e un canale sempre aperto di messaggi per far fronte a varie emergenze e novità, Anna ha un confronto finale con Alberto, gli dice le cose come stanno, presenta la sua road map ideale e inizia un silenzio medio (il Codice del silenzio può essere XL, medium o light), cioè dietro mio consiglio non chiude tutti i canali di comunicazione ma i due amanti si vedono ogni tanto senza fare sesso (con qualche ricaduta… e vabbè, in certi casi ci sta).
Alberto, dapprima impaurito da questa presentazione del conto, all’inizio reagisce con perplessità. Ma percepisco che è innamorato e io e Anna vogliamo scommettere su di lui, ha i numeri per farlo, si capisce dal suo comportamento e me lo dice il sesto senso delle “donne che sono in noi”, in me e Anna. Anche a casa di Alberto gli equilibri stanno cambiando e, per esempio, da quando frequenta Anna i rapporti sessuali con la moglie si sono fermati da qualche mese (per davvero, non per finta come dicono quasi tutti gli uomini).
Poi Alberto inizia a pensarci seriamente e, dopo solo un mese dall’inizio del Codice del silenzio, presenta la sua road map ad Anna: innanzitutto dichiara alla moglie la sua infelicità e la crisi. Poi organizza con lei una psicoterapia di coppia non per recuperare il matrimonio irrecuperabile, ma per preparare al meglio annuncio e gestione della cosa con i loro tre figli. Infine sente l’avvocato, pianifica la separazione e, dopo solo nove mesi di storia, è già fuori di casa.
Anna ha vinto, ma anche Alberto: non è stato facile, anche se tutto è successo in un anno. Abbiamo dovuto gestire insieme per mesi di pianti, di terrore di un suo dietro front e, la sua progressione decisa ma troppo lenta per i gusti di Anna che è una decisionista come molte donne, a tratti è stata faticosissima. Per Anna i tre mesi di silenzio sono durati tre anni, ma non era più sola: c’ero io, e lui cresceva di giorno in giorno, con qualche stop “da film dell’orrore”, ma sempre sulla strada giusta.
E adesso? Anna e Alberto si frequentano liberamente, in attesa delle “carte” definitive: hanno parlato con i rispettivi, è stato doloroso (e quale separazione non lo è) ma i coniugi sono persone intelligenti e, soprattutto, la tutela dei figli viene, per fortuna, prima di tutto. E poi è rimasto affetto e rispetto, anche se non più amore. Succede.
Si sposeranno? La risposta è sì, visot che mi hanno chiesto di fargli da testimone di nozze. Perché, come dico io, non è il matrimonio che non funziona, ma le persone.
Sincerely yours
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