
Inauguro i consigli pratici della sezione Aiuta corpo e mente con la Lettera Finale che deve preludere al confronto finale e che è strategica anche per un Codice del silenzio che funzioni.
Stai decidendo se fare il confronto finale perché lui ti ha lasciato, si è fatto lasciare o ha iniziato il Codice del silenzio?
Sull’utilità del Confronto finale ho già detto, e ti rimando a leggere qui.
Qui invece vi voglio parlare della Lettera Finale che serve ad accompagnare il confronto, che consiglio sempre quando faccio counseling e che serve a molte cose
Di cosa si tratta
Un giorno che siete ispirate e che ve la sentite, prima del confronto finale e di iniziare il Codice del silenzio (il Cds: leggi qui di cosa si tratta), oppure durante il Cds, se lui lo interrompe o quando sentite il bisogno di rivederlo un’ultima volta per mettere davvero la parola fine e i puntini sulle i, prendete carta e penna (o se preferite il pc: io uso ancora la stilografica stile ancien régime) e mettete giù la vostra lettera.
Cosa deve contenere
Tutti i vostri pensieri su quello che è stato, quello che è successo, perché è successo, cosa provate, perché vi siete innamorate di lui (quello che io chiamo periodo Jekyll, quando lui è perfetto con voi) e che cosa vi ha portato a chiudere, a fare il Cds (le motivazioni legate alla sua trasformazione: quello che chiamo il periodo Hyde, quando lui da perfetto partner si trasforma in una specie di mostro irriconoscibile). Vale anche se vi ha lasciato lui, anzi: il Confronto finale ve lo deve a maggior ragione, non si lascia con una telefonata o un messaggio, ci si lascia guardandosi negli occhi. Non vuole vedervi? Lo ha scoperto la moglie, è diventato uno zerbino che balbetta al telefono “non posso” o è letteralmente sparito? Rispettando sempre la sua privacy (ricordate: voi non siete come lui che rispetta solo se stesso) recapitategli la lettera tramite persona di fiducia, sarà questa il vostro Confronto finale con un uomo che non ha neanche il coraggio di guardarvi in facci per un ultimo caffè.
A cosa serve
Non solo a dirgli quello che si merita. La Lettera finale serve a sfogarvi e a mettere un punto chiaro e definitivo a questa storia innanzitutto per voi. Non importa quanto tempo vi prenderà scriverla: alcune lettrici la scrivono a rate, ci mettono giorni, usano momenti di ispirazione e di emotività (rabbia, ma anche amore per ciò che è stato bello, ma non c’è più). Certe lettrici piangono mentre la scrivono, ma scriverla anche bagnandola di lacrime è davvero liberatorio. La Lettera finale, poi, non serve solo a questo, o a sostituire l’incontro nel caso di ex particolarmente vigliacconi che se la danno a gambe e vi bloccano dappertutto: serve ad aiutarvi a dirgli tutto, proprio tutto dal profondo del cuore, dalle cose belle del periodo Jekyll a quelle brutte che hanno rovinato tutto quando si è trasformato in Hyde. Tenete ben presente che durante l’eventuale Confronto finale fisico, per il tempo (a volte poco), l’emozione di rivederlo, le sue strategie (dal dammi ancora tempo a ti amo ma…) e l’agitazione tsunami emotivo molto di quello che vorresti dirgli rimarrà non detto. Ecco quindi la Lettera finale, consegnatagli contestualmente e a suggello dell’incontro definitivo: il resto lo farà lei. In più, vi toglierà l’alibi-scusa per risentirlo perché “non gli ho detto una cosa importante”. No, non nascondiamoci dietro un dito, nella lettera deve esserci tutto in modo da non tornarci più.
Credetemi: nei miei casi risolti questa Lettera finale è stata davvero strategica e risolutiva.
Fai la radiografia alle sue reazioni
Innanzitutto non esiste che non accetti la lettera, fosse anche solo per minima educazione: se vi trovate di fronte a robe del tipo “non serve la situazione è chiara e ci siamo detti tutto” oppure una vittimistica risposta molle tipo “non la leggo perché sto già abbastanza male (lui sta male!)” recapitategliela sempre rispettando la sua privacy (di solito, per esempio, si utilizza un amico comune al corrente della situazione). Se la vuole leggere sul posto chiedetegli di non farlo: è lunga ed è una cosa da fare da soli e pensarci su, e voi vi risparmierete facce e faccette, borbottii, balbettii e l’ansia di attendere una sua sentenza che spesso non arriva. Non andate via senza consegnarla, a meno che non dobbiate optare per la consegna in altri modi.
Se si fa vivo con la scusa di averla letta
No way. La Lettera si chiama Finale e non c’è niente da discutere. Nessuna polemica, replica o botta e risposta: non aprite un dibattito inutile che farà male solo a voi (lui soffre tanto poverino, ma ha scelto la moglie). Ci sono delle novità? Le vostre parole hanno compiuto il miracolo e lo hanno fatto rinsavire? Bene, nessuna comunicazione: faccia l’ufficiale e gentiluomo, esca di casa e vi citofoni con la separazione in mano e da uomo veramente libero, non separato in casa all’insaputa della moglie o sposato single.
Tutto il resto? È noia.
Sincerely yours
Alessandro Nicolò
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