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A Milano ce ne sono centinaia solo di fissi, e sono in aumento. Mi è capitato di guardare una piantina dell’Italia tappezzata di bollini rossi, rappresentanti le postazioni fisse. La cartina era rossa, l’Italia non si vedeva neanche.

Recentemente, viaggiando nel Veronese, ogni paesino, fosse di 300 anime, ne aveva almeno due. Insomma, l’autovelox va di moda in Italia.

Perché? Ma per prevenire gli incidenti certo, per preservare le nostre preziose vite di contribuenti, per educarci, con una bacchettata di punti e di euro, al codice della strada.

Balle. Forse, e dico forse, questa funzione di prevenzione può essere esercitata dai tutor, perché rilevano la media e ti costringono a rispettarla, non certo da una macchinetta nascosta dietro una siepe con davanti un cartello a 30 all’ora, roba da freno a mano tirato. Per non parlare di quei tratti tipo Fornovo o l’Ovada, dove la strada rimane identica (nessuna curva, nessun restringimento) ma, come per incanto, il limite scende a 100 proprio nelle vicinanze di una postazione fissa, non si sa mai, magari ci rimane qualche allocco che credeva di rispettare i 130 e lo gabbiamo con un bel +30 di multa. Sempre, naturalmente, per la nostra incolumità.

Ma facciamo un esempio concreto di prevenzione trasparente: la recente postazione fissa di via Palmanova,la strada che si allaccia dalla periferia milanese alle tangenziali. Una lunga via a due corsie che non ha niente da invidiare alla tangenziale stessa, bella larga, impossibile da valicare per i pedoni, nessun passaggio. Insomma, una tangenziale a tutti gli effetti dove però, per qualche strana ragione, il limite scende a quelli della tartaruga, 70 orari.

Fino a marzo di quest’anno c’erano dei cartelli che avvisavano della possibilità di una postazione mobile, cosa che succedeva alla fine della strada. Poi, come per magia, il 10 marzo appare una postazione fissa. Il cartello che avverte della cosa viene posto a un incrocio, e non è per niente visibile. Seminascosto da una siepe proprio davanti, impossibile da vedere per chi confluisce dalla prospicente via Cesana, inizia a mietere 6000 vittime al giorno.

Tutti cretini come me che non l’hanno visto e che, da veri delinquenti della strada, gli passano davanti a 80-90 all’ora, dato che il piede, se distratti, può diventare pesante e non è facile tenere i 70 in una strada dove protresti tranquillamente tenere i 130.

Cosa succede a tutti questi pirati della strada? Dopo tre mesi, dico TRE mesi, iniziano ad arrivare le multe da 168 euro più tre punti di patente, una per giorno di violazione, se sei un pendolare di quella strada.

E così, a tre mesi dalla violazione, il povero pendolare che guadagna 1000 euro al mese e usa la sua utilitaria vecchia di 10 anni si trova rovinato, con tre mesi di stipendio da regalare al comune e la patente azzerata. Una giusta punizione per la sua delinquenza stradale.

Ma se tu, caro Comune, hai così a cuore la nostra incolumità e il rispetto del codice stradale, spiegami perché, così come hai la tecnologia per fotografare e monitorare seimila veicoli al giorno, non hai una tecnologia che mi avverte se compio la stessa violazione di seguito per giorni. Insomma, mi mandi l’avviso della scadenza del bollo dell’auto a me e a milioni di milanesi ma non puoi mandarmi una letterina che dice: caro signore, ci siamo accorti che da circa una settimana lei sta violando il limite dei settanta tutti i giorni in via Palmanova, di quei venti trenta chilometri che sono terribilmente pericolosi per lei e per gli altri; forse non si è accorto della nuova postazione fissa? La richiamiamo al rispetto del codice della strada.

Credo che questa cosa, civile e possibile, in linea con la declamata volontà della prevenzione degli incidenti stradali, non avverrà mai. Perché, a prescindere dalla strombazzata e demagogica volontà di preservare vite, lo stato, in tutte le sue declinazioni periferiche, è come un ragno che ha teso la sua tela di autovelox, per mietere automobilisti distratti come mosche.

Tutto fa cassa ormai. Peccato che continuino a costruire auto che superano i 200 all’ora o comunque anche cilindrate piccole che per tenere i 50 (o i 30 proposti per il centro) dovrebbero girare in prima, inquinando di più, rompendosi di più.

Cari amministratori che viaggiate con le auto blu e il lampeggiante acceso, incuranti di qualsiasi divieto, risparmiateci almeno la menzogna che vende una gabella come una forma di tutela del cittadino: quando i feudatari entravano nei campi dei contadini e pretendevano il dazio sul raccolto, almeno lo facevano in nome della protezione dai razziatori, che c’erano davvero.

Vi auguro di essere sommersi da 6000 ricorsi al giorno, tutori delle gabelle facili.

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