Oggi Sebastiano, il mio secondogenito di 10 anni, mi ha raccontato che ha bannato uno strano candidato a entrare nel suo gruppo di gioco online.
Lui, come molti ragazzini della sua età, gioca ai videogames prediligendo quelli online, perché permettono di fare gruppo, scambiarsi aiuto, informazioni e chattare durante il gioco. Insomma si fa squadra tecnologica. E ormai quasi tutti i giochi danno questa interattività.
Perché Sebastiano, essendo uno dei capi del suo gruppo, ha eliminato l’intruso sospetto? Perché faceva domande strane e aveva un comportamento anomalo. Intanto sembrava poco interessato al gioco e di più a chi giocasse con lui del gruppo. Ha iniziato a chiedere chi sei, dove abiti, quanti anni hai, persino la via. Poi, racconta Sebastiano, aveva un modo di scrivere diverso, forbito: noi papà, mi ha spiegato, scriviamo per sigle, per esempio no è nn, usiamo frasi spezzate, lui no scriveva sempre bene. Insomma, secondo me, dice mio figlio, non era un ragazzino.
Ai miei figli ho spiegato chi sono i pedofili. Io non so se questo intruso era un malintenzionato o solo un ragazzo, magari più grande, che li voleva prendere in giro. In ogni caso meglio non correre rischi e fare come Sebastiano. Oggi ho avuto la prova che mio figlio sa percepire le anomalie di comportamento anche in rete ed è persino riuscito a prendere una decisione giusta e autonoma, bannando il tizio e tutelando così anche il suo gruppo. In più mi ha raccontato tutto spontaneamente.
La cosa è andata bene perché, oltre ad aver spiegato ai miei figli i pericoli della rete (impossibile, frustrante e controproducente o rischioso impedirgli di giocare, loro sono nativi digitali) le regole che applichiamo funzionano.
Per questo le voglio condividere con voi.
1 in rete si gioca in casa con i genitori e mai da soli. E non si gioca più di venti minuti per ciclo, massimo tre volte al giorno, ma non tutti i giorni.
2 fate in modo di controllare il loro gioco almeno ogni tanto. Chi fa parte del loro gruppo, se ci sono ragazzi estranei (meglio se il gruppo è fatto solo da compagni di scuola, calcio ecc.), la cronologia di quello che hanno fatto. Spiegategli perché gli fate queste domande, non è un controllo da santa inquisizione, voi vi fidate di loro, siete alleati anche in questa cosa.
3 consigliateli in modo che facciano gruppi chiusi, dove cioè per entrare a giocare bisogna chiedere il permesso a un amministratore (uno di loro, se non accettano voi) e qualificarsi, lasciando traccia
4 raccomandategli di avvisarvi se, sulla chat del gioco, ricevono domande strane, non inerenti al gioco ma più orientate alla loro vita privata e alla persona. Prima di fargli bannare l’utente individuatelo, segnatevi il nickname e testatene direttamente il comportamento.
5 non esitate a contattare la polizia postale se i segnali di pericolo si fanno evidenti. È molto efficiente, a quanto mi risulta. Tenete tutte le,prove (schermate e altro) di quello che avete letto e vi ha fatto decidere per la segnalazione
Infine, ripeto, inutile proibire ai nostri figli di utilizzare la rete per giocare. È ormai il loro mondo, i miei hanno iniziato a utilizzare la lim e le varie tecnologia dalla quarta elementare. Piuttosto spieghiamo loro che internet e il gioco ha anche dei pericoli e come riconoscerli. Proibire significa spesso rendere affascinante una cosa che invece può essere gestita insieme. E poi se il responsabilizziamo, saranno i primi ad agire e a informarci.
Come ha fatto il mio Sebastiano, di cui sono orgoglioso per la maturità e perspicacia dimostrata.
Monitoriamo (discretamente), informiamoli, informiamoci, impariamo a usare le loro tecnologie, genitori è anche questo. Non usiamo smartphone, tablet e pc come delle babysitter. Non dobbiamo farlo con la tv, a maggior ragione con qualcosa online.
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